Oggetto: Uomo dell'anno ??????
Data: 21/12/2006 9.15.10
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Prima di proseguire sappiate che l'immagine sotto è davvero agghiacciante.
VLADIMIR LUXURIA di MATTIAS MAINIERO
L'uomo dell'anno 2006 non è un uomo, o almeno non si presenta come tale. È Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno, 41 anni, esponente di Rifondazione comunista, transgender per sua stessa ammissione. Ce ne rendiamo conto, siete un po' perplessi. Vi dobbiamo una spiegazione. Ieri ci siamo chiesti a chi avremmo potuto assegnare la palma di personaggio più rappresentativo di questo 2006 italiano che volge a conclusione. Il premio non è una novità, né per noi né per altri giornali. Time, prestigiosa rivista americana, da 83 anni a questa parte, a dicembre fa la sua incoronazione. Nel 2004 nominò George Bush. Nel 2005, le preferenze caddero su Bill Gates, sul cantante rock Bono e su Melinda Gates, la moglie del fondatore della Microsoft. Quest'anno, la rivista ha deciso di prendersi una licenza: nessun personaggio in carne ed ossa, con tanto di nome e cognome. In cima alla classifica, di Time c'è il lettore. E così sulla copertina del newsmagazine compare un computer con uno specchio al posto dello schermo. Al centro dello specchio la semplice scritta "You.", cioè tu, ovvero tutte le «persone che hanno partecipato all'esplosione della democrazia digitale usando internet per diffondere parole, immagini e video». Fin qui Time. E noi? Noi di Libero, senza offesa per i nostri lettori ai quali assegneremmo ogni giorno un premio, siamo per i nomi e cognomi. Siamo convinti che i personaggi debbano avere un volto. E qui cominciano i guai, visto l'attuale panorama politico italiano. Anni fa le nostre preferenze andarono a Silvio Berlusconi. Con un po' di ironia, visto che Time eleggeva Bush, nel nostro piccolo eleggemmo l'ometto dell'anno che tutti davano per morto e che invece aveva fregato avversari e alleati. E per questo 2006? Prodi? Lasciatelo stare, a lui al massimo potremmo assegnare l'Oscar delle Tasse. Fassino, Rutelli, D'Alema? Idem. Il personaggio dell'anno deve essere il personaggio dell'anno, qualcuno che ha impresso una svolta. Magari in negativo, ma che ha lasciato un segno. Fausto Bertinotti? Era partito benino. Poi è scomparso, risucchiato dalla poltrona presidenziale. Non si può dare un riconoscimento a un cuscino o un bracciolo. Pier Ferdinando Casini? Di memorabile c'è solo un suicidio collettivo, il suo e quello dei suoi. Prima o poi lo consoleremo con un premio alla memoria. E così, gira e rigira, ecco lui, o lei, o lui-lei: Vladimir Luxuria. Motivazione: pur non essendo a capo di un partito e pur non essendo un politico di professione, l'on. Guadagno-Luxuria è riuscito a condizionare un'intera maggioranza e a trasformare il dibattito sui Pacs, che interessa un gruppo ristretto di italiani, in una questione fondamentale per il Paese. Grazie a lui e ai suoi compagni (Rifonda zione, Verdi, Comunisti italiani e pochi altri) la "battaglia per i gay" è diventata la madre (o forse la fidanzata o l'amante) di tutte le battaglie nazionali. Più della manovra economica, più della riforma della giustizia, più delle liberalizzazioni. Noi rimaniamo senza soldi e loro discutono di diritti degli omosessuali. Noi siamo alle prese con tasse e ticket e loro si impegnano a far diventare legge i Pacs entro il prossimo gennaio. Cosa lecitissima, ovviamente, ma magari anche cosa, visto il tema, da mettere dietro e non avanti alle tasse e a tanti altri temi di rilevanza nazionale. A ogni cosa la sua giusta collocazione. Un solo esempio: ieri mattina il Riformista ospitava un articolo scritto da Piero Fassino. Non capita tutti i giorni che un segretario di partito scriva di suo pugno ad un quotidiano. Normalmente, capita quando in ballo ci sono argomenti di primaria importanza. Ma il segretario dei Ds nel suo articolo non parlava della manovra economica. E neppure del futuro Partito democratico. Non faceva neanche gli auguri di Natale agli italiani. Chiedeva scusa agli omosessuali. Titolo: «Cari compagni gay, non vi ho tradito». Non ha fatto le corna, Fassino, i gay sono sempre nel suo cuore. Tant'è vero - ha spiegato - che sui Pacs è pronto un disegno di legge dei Ds. E giù nuove spiegazioni e scuse. Possiamo nutrire ancora dubbi su chi sia, in Italia, l'uomo dell'anno?Ce ne rendiamo conto: l'uomo in questione è talvolta un uomo in gonnella. Ma è proprio questa gonnella che fin dalla campagna elettorale è stata al centro delle liti nazionali e che poi - con la valida collaborazione di qualche esponente dell'opposizione - ha fatto precipitare la discussione a Montecitorio a livello dei cessi (io posso entrarci e tu no). Ed è sempre per l'on. Guadagno o Luxuria che dir si voglia, e non tanto per la Casa delle Libertà o per la manovra che non funziona, che il governo rischia grosso, spaccato co m'è tra chi i Pacs li vuole a tutti i costi e chi non li vuole, chi protegge la famiglia fondata sul matrimonio e chi aspira alla famiglia fondata sulla convivenza. Fra qualche settimana Prodi dovrà fare i conti all'interno della maggioranza e ricambiare i mille favori ricevuti finora sotto forma di voti di fiducia. Dovrà accontentare Rifondazione, i Comunisti italiani e i Verdi, premiare la loro fedeltà. Dovrà cedere. O dovrà andarsene a casa. E noi dobbiamo concludere che Vladimir Luxuria sarà pure un transgender (come lui stesso ama dire), ma gli attributi non gli mancano. Sicuramente ne ha più di tanti altri che si vantano di avere chissà cosa. Premio meritato, almeno dal nostro punto di vista, e assegnato con un pizzico di soddisfazione accessoria. Pensate un po', cari lettori: Time, dall'alto del suo prestigio, non ha trovato un uomo all'altezza del riconoscimento, non ha potuto scegliere un personaggio con nome e cognome. Ha scritto "You". Noi, di personaggi, ne abbiamo trovati addirittura due: Vladimir Luxuria e Vladimiro Guadagno. Scelta che a tanti non piacerà, ma che volete farci: la politica italiana oggi passa questo. Non è il massimo. Forse è anche al di sotto della media auspicabile. Forse è addirittura rasoterra. Ma la colpa non è certo nostra.
