Nick: mir Oggetto: dissonante Data: 22/12/2006 14.25.53 Visite: 59
La platea sta fremendo. La manifestazione è al termine e già qualcuno ha adocchiato, in fondo alla sala, i camerieri lesti nell'approntare il buffet finale. In prima fila politici, imprenditori e aspiranti tali. Nelle file prospicienti la prima: gente comune, passanti, pensionati e gente tesa all'obiettivo buffet. L'organizzatore della manifestazione prende il microfono e inizia la serie dei ringraziamenti. Vengo tra i primi, bontà sua, ma sbaglia (di poco) il cognome. Chi mi conosce bene gira la testa con un mezzo sorriso. Faccio un cenno con la mano a ringraziare a mia volta. Non fa niente. Sono abituato. Il cognome. Avere un cognome straniero in una nazione provinciale come l'Italia significa tante cose. Significa aver corretto qualche migliaio di errate interpretazioni. Significa aver scandito un milione di volte delle lettere con tale forza da avergli donato vita propria. Significa trovare giustificazioni sul PERCHE' sono lì in quel momento e PERCHE' la mia famiglia ha deciso, qualche generazione fa, di venire in Italia a rompere i coglioni a orecchie italofile. Significa aver subito decine di interrogazioni a scuola solo per aver colpito l'interesse di qualche prof annoiato dai troppi 'Russo' e 'Greco' e 'Esposito'. Significa anche sentirsi un po' fuori dalla massa. Specie quando la massa è lì, vicina a te, e ogni tanto provi ribrezzo. Quando leggi i dati di ascolto de 'L'isola dei famosi'. Quando vedi in tv gli spot con Paris Hilton. Quando il cliente ti chiede qualcosa di non lecito 'tanto lo fanno tutti'. E tu sei lì che tanto la tv non la vedi tranne che per poche serie tv e Paris Hilton è un cesso anche se non se ne sono accorti in molti e 'tanto lo fanno tutti' TU non lo fai. Perchè sei diverso. Non tanto, solo un po' e forse solo perchè hai un cognome strano. Dissonante. Concorso Letterario "Le parole del desiderio" http://www.librando.net/dblog / |