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ti ho conosciuto esattamente 3 anni fa: era il 6 gennaio, il giorno della befana.
ricordo la tua faccia sorridente quando, rovistando nella calza che mi era stata appena regalata, trovavo solo carbone, carbone, carbone...tu eri lì, mi scrutavi, mi osservavi, e sorridevi!
mi sei sempre stato sul cazzo, credimi. da quel giorno non sono mai riuscito a sopportarti. eppure tu sei entrato a far parte della mia vita in maniera così decisa, così forte.
ti incontravo spessissimo, eri ospite più che abituale in casa mia; tutte le volte in cui avevo bisogno di stare da solo, tu eri lì, a guardarmi con quel tuo sorriso abbozzato tra i peli che ti ricoprivano il viso.
non l'ho mai capito quel tuo ghigno. mi sono sempre chiesto se eri felice, se mi prendevi per il culo o se eri solo un fottuto pazzo. è un dubbio che mi porterò per tutta la vita; non credo che riuscirò mai a trovare una risposta.
pensa che qualcuno diceva anche di scorgere delle somiglianze tra me e te: entrambi piccoletti, entrambi barbuti, entrambi perennemente assonnati, entrambi allergici al punto da divenire rossi in viso a furia di starnuti...
anche per questo ti odiavo!
anche per questo ti odio!
chi cazzo eri tu per poter pensare di essere paragonato a me? da dove cazzo eri sbucato fuori? chi cazzo ti aveva mandato a rovinarmi la vita?
mi hai costretto a litigare con persone a me care; venivi difeso ad oltranza, tu, povero piccolo ed indifeso pezzo di merda che non sei altro. venivo colpevolizzato quando non ti salutavo, quando non ti tenevo in considerazione, quando ti mettevo da parte per non essere rotto il cazzo. chissà se in questo momento ancora ti sollazzi, con quel tuo vestito buffo ed il tuo cappello giallo di merda.
non mi hai dato nemmeno la soddisfazione di implorarmi di risparmiarti, di chiedere perdono.
la colpa è solo mia.
desideravo così tanto questo momento che non sono riuscito a trattenermi.
ho fatto tutto in fretta.
con violenza.
con rabbia.
ti sei beccato addosso i rancori di 3 anni acuiti dallo stress degli ultimi tempi.
vaffanculo!
non hai mai urlato, non un gemito.
ti ho afferrato alla gola e subito ti ho tagliato.
sono riuscito a scorgere la paura in uno dei tuoi occhi: non sai quanto ho goduto!
al mattino mi ero rasato a zero; volevo che il tuo ultimo ricordo fosse quello di un Luigi diverso da quello che avevi conosciuto fino ad allora. che ne dici, hai capito finalmente che le cose sono cambiate?
quando ho finito con te ho fumato una delle sigarette più buone della mia vita.
l'ho assaporata tutta, cazzo.
era come avere una donna che mi succhiava il pisello.
gli stessi brividi lungo la schiena.
forse la stessa espressione compiaciuta sul viso.
ho lavato le mani, buttato i vestiti, ma non prima di aver immortalato quel che restava del tuo corpo straziato.
sono convinto che avrai già cominciato a rivoltarti, quando hai visto la busta di plastica che ho usato per trasportare il tuo corpicino. non era una busta bella, non aveva una scritta simpatica, nulla. un banalissimo shopper bianco del cazzo.
e io so bene quanto tu odi i banalissimi shopper bianchi del cazzo.
in auto la mano mi tremava.
dentro di me ero sereno.
ho guidato per qualche minuto, poi ho accostato.
ho preso la busta dal cofano e ho riversato i tuoi resti sull'asfalto freddo ed umido della notte.
intorno a te, intorno a noi, resti di petardi appena esplosi.
luci di macchine indiscrete mi hanno fatto agitare.
ho preso l'accendino, il mio accendino, quello che non sopportavi perchè mi legava ad un passato che non parlava di te.
volevo darti fuoco.
volevo che di te non rimanesse nulla.
non sei stato nemmeno buono a prendere fuoco.
c'era da aspettarselo: i pezzi di merda non bruciano!
spero che tu possa essere dannato in eterno!
se vorrai venire a trovarmi nei miei sogni, accomodati pure: sto imparando a convivere con i miei incubi.
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