Nick: giorgio00 Oggetto: Grazie Bassolino - olèèè!!!!!! Data: 15/1/2007 12.33.24 Visite: 317
Tra le spese voluttuarie del giocoso popolo campano sono da annoverare i 150 milioni di euro rastrellatigli dal più sensazionale croupier della Regione che li ha puntati sulle ormai leggendarie società miste nel più fantastico gioco dell’oca (Organizzazione, Cancellazione, Accorpamenti) inventato a Palazzo Santa Lucia che ogni euro porta via. Ispirandosi al noto slogan del barone De Coubertin, secondo cui l’importante è partecipare, la Regione Campania ha partecipato attivamente in 37 società a perdere i cui conti in rouge, impair e passe sono venuti a galla dopo cinque anni di spreco, promitto e iuro. Affascinanti sigle societarie alla base del gioco hanno colpito la fantasia popolare facendo passare in secondo piano il disastro economico. Nausicaa, Maurilia, Soresa, Sirena, Cira, Tess sono state scambiate per deliziose attrazioni femminili. Scabec, Recam, Campec, Isac, Caan e Imast sembravano irresistibili personaggi biblici. C’era persino Talete che non puntava più sull’acqua ma sulla ricerca digitale. E poi Asc, Arcss, Pst, Ccta e Sma, singhiozzi di lettere votati allo sviluppo del nulla. Scoperto il gioco, e assimilate a carrozzoni e scatole cinesi del parastato campano per sistemare amici, arricchire consulenti, assumere famigli e allargare il consenso, tutte queste magiche società del frutto misto regionale hanno visto improvvisamente sfiorire la loro suggestione. La Scabec, per esempio, aveva un certo fascino spigoloso, creata per il benessere dei siti archeologici campani, ma un intervento di Rutelli ha messo il sito nella piaga bloccandone il futuro radioso. Per frenare l’emorragia di danaro pubblico si è proceduto a matrimoni di convenienza, incesti e funerali. Imast ha sposato Campec, Efi ha sedotto Asc, Maurilia non c’è più, Caan con le sue nozze agroalimentari è stata cancellata, Arcss è andata a casa di Eav, L’Intrapresa si è persa. Soppressioni e accorpamenti (la Regione prima li fa e poi li accorpa) dopo avere gettato al vento 150 milioni di euro. Per cinque anni, le società miste sono state il rifugio di dirigenti e burocrati, amici di prebende. I consigli di disamministrazione e le assunzioni si sono moltiplicati. Poi una indiscreta Commissione di controllo sulla giunta regionale ha voluto vedere il Peluso nell’uovo e in 600 pagine ha rivelato la suprema organizzazione delle società miste. Tace l’opposizione. S’ode a destra un silenzio di tomba, a sinistra risponde qualche strillo. Non sia detto che la Regione è dei fessi.
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