Nick: Bjomehanika Oggetto: L'islam quello vero. Data: 24/1/2007 11.58.38 Visite: 130
Strage di Erba, i funerali I Castagna fuori dalla moschea Esclusi perché non musulmani: questo è il sunto dell'articolo. E' giusto che un padre che si è visto uccider la figlia e il nipotino non debba partecipare al rito funebre della figlia??? Avete mai visto un musulmano rigettato durante una funzione cattolica? Il post intitola "quello vero" perchè stiamo parlando di un rito funebre in tunisia patria con una cultura islamica radicata da secoli... Se i miscredenti non possono partecipare ai riti funebri dei propri cari, figuriamoci che rispetto c'è dei degli infedeli vivi. C'è chi sostiene che non ci sarà mai dialogo, io ne sono convinto fin quando non ci sarà la consapevolezza che siamo tutti uguali soprattutto dinanzi alla morte. Azouz, il tunisino sbeffeggiato dalla stampa italiana, ha deciso di restare fuori insieme al suocero perchè si è dichiarato non praticante. Lui sì che ha dimostrato per l'ennesima volta di avere un carattere forte ed un'idea superpartes degna di un uomo libero. Oltre al rispetto mancato per una differenza ideologica religiosa, i cari islamici non hanno preso in considerazione nemmeno il fatto che il dott castagna fosse una persona malata di cuore oltrechè disperato, proprio come azouz P.s. l'unica contestazione che può essere fatta alla religione cattolica è la negazione dei funerali nei casi di suicidio. Cosa ignobile, ma chi si suicida si presuppone che non abbia rispettato la volontà del signore non rispettando la sua vita: dono + grande. Leggete se vi interessa ZAGHOUAN (Tunisia) — Lo strazio di Carlo Castagna finisce che sono quasi le due e mezzo del pomeriggio, quando le bare di sua figlia Raffaella e del nipotino Youssef, due delle vittime della strage di Erba, vengono calate nella terra del cimitero musulmano di Zaghouan. A Carlo, e agli altri parenti e amici venuti fin qui per l'ultimo capitolo di questa storia allucinante, è toccata una sofferenza in più: rimanere fuori dalla moschea durante la cerimonia funebre, perché non di fede musulmana. E poi l'affronto di una sepoltura «irrispettosa»: la fossa preparata per Raffaella si è rivelata troppo piccola e Carlo in persona ha dovuto intervenire per indicare altri lavori di scavo e perché sua figlia potesse avere finalmente un po' di pace. Una giornata che probabilmente i parenti delle vittime avrebbero preferito vivere in maniera diversa. «Non vogliamo che questo funerale diventi un reality show» aveva implorato lunedì Pietro Castagna, figlio di Carlo e fratello di Raffaella. È finita con telecamere e fotografi che, dopo aver impietosamente seguito in ogni istante la famiglia, hanno insistito per un abbraccio tra Carlo e Azouz Marzouk, il marito tunisino di Raffaella. La fiction a quel punto ha potuto dirsi conclusa. Si era partiti lunedì sera con la veglia funebre nella casa dei genitori di Azouz, alla quale i Castagna, il sindaco di Erba Enrico Ghioni e altri arrivati dalla Brianza avevano preso parte fino a mezzanotte. Poco dopo le dodici di ieri le due bare, coperte da un drappo verde, il colore dell'Islam, sono state trasferite nella moschea per la cerimonia. Esclusi, appunto, Carlo, Pietro e Giuseppe Castagna (altro fratello di Raffaella), perché non musulmani. Tutti fuori dal muro di cinta. «Ma sapevano che sarebbe andata così, nessuna sorpresa» riferisce un amico di famiglia, interpretando la volontà dei Castagna di non alimentare polemiche tra religioni. A sorpresa, però, nemmeno Azouz è entrato nella moschea: «Non sono musulmano praticante — si è giustificato lui — dunque non sono ammesso alle celebrazioni». Poi il corteo funebre ha raggiunto il piccolo cimitero sul fianco di una collina, alle porte di Zaghouan. Ma qui ecco l'altro fuori programma: nella fossa di Raffaella e Youssef ci entra solo la bara del bambino. I necrofori cominciano ad armeggiare col feretro di Raffaella, fanno qualche operazione maldestra al punto che Carlo Castagna si sente in dovere di intervenire: «No, non così», e comincia a dare istruzioni agli operai tunisini, facendosi aiutare da Azouz nella traduzione: «Scava con questa pala...ancora 20 centimetri...da quella parte...». Mezz'ora. Poi è tempo di tornare a Erba, salutare ancora una volta Azouz che in Tunisia è diventato un personaggio simbolo. C'è chi non l'ha mai conosciuto ma si è fatto ieri 100 chilometri pur di stringergli la mano. È il caso di Abbas Tawfik, che ha vissuto in Italia dall'87 al 2003: «Dopo l'attentato delle Torri Gemelle — racconta — per noi arabi in Italia la vita era diventata impossibile, ci prendevano sempre per terroristi o delinquenti. Quello che è capitato ad Azouz può succedere a chiunque di noi». Non a caso lunedì il giornale tunisino «Les Temps» ospitava un'intervista a Marzouk che sostiene: «Mi hanno accusato solo perché sono arabo». IL DRAPPO ISLAMICO L'ingresso del corteo funebre nella moschea di Zaghouan, dove sono stati celebrati i funerali di Raffaella e del piccolo Youssef con il rito islamico. Le bare delle due vittime della strage di Erba sono avvolte ciascuna in un drappo verde, il colore dell'Islam, e su quel drappo sono incisi alcuni versetti del Corano. Nell'immagine in alto l'abbraccio che ha segnato il saluto finale fra Carlo Castagna e Azouz Marzouk.
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