Nick: {D|4BoLiK Oggetto: Adriano Sofri Data: 16/4/2004 11.11.51 Visite: 73
Voglio dire qualcosa circa la delicata situazione in cui si trovano Adriano Sofri e Ovidio Bompressi. Non voglio entrare nel merito della lunga vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna di Bompressi, Pietrostefani e Sofri. Una sentenza ormai definitiva, che va rispettata da chiunque si riconosca in uno Stato di diritto e abbia fiducia nel lavoro della magistratura, rende lontano il tempo delle divisioni tra sostenitori della loro innocenza o della loro colpevolezza. Rimangono sempre validi e attuali, invece, i principi della Costituzione e del nostro ordinamento giuridico, là dove si afferma che lo scopo di una condanna non può essere la mera punizione, che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. In questa vicenda, si avverte quante cose siano cambiate nel nostro Paese rispetto a trent'anni fa. L'Italia di oggi non è più quella di allora. E non sono le stesse di allora le persone di oggi, per le quali non c'è opera di rieducazione che la pena e la detenzione debbano compiere. In particolare, Adriano Sofri è un uomo che ha dato e continua dare ampie prove di uno spessore intellettuale e di una coscienza civile che rendono contraddittoria una detenzione che rischia di essere una condanna definitiva. Nel rispetto per il dolore della famiglia Calabresi che, ancora una volta, ha dato dimostrazione di grande umanità non opponendosi a un'eventuale atto di clemenza, per tutto questo ritengo ci siano le condizioni, oggi, per un passo sereno come quello della grazia, per un passo significativo lungo la via dell'unità civile e morale del Paese. CREDO CHE LA VOCE DEBBA ESSERE UNANIME: GRAZIA PER ADRIANO SOFRI
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