e questa è una delle mie due soddisfazioni di oggi. l'altra è la notizia sulla riconferma dei manager, che abbiamo portato solo noi e repubblica

In questo periodo non sono solo i cittadini a trovarsi alle strette col problema degli sfratti. Anche una grande istituzione come l’Asl, secondo alcune indiscrezioni, si troverebbe a dover affrontare una problematica simile. Se i napoletani chiedono proroghe per evitare lo sfratto, pare che l’Asl, di proroghe, ne abbia avute già troppe: fino a rendere la situazione insostenibile. Come è noto sono diversi gli uffici istituzionali che si trovano in edifici non di proprietà ma in locazione. Non sfugge alla norma anche il palazzo Esedra, centro direzionale isola F9, sede dell’Asl Napoli 1. La più indebitata di Italia. Quella stessa Asl che risultava avere, secondo i dati relativi al terzo trimestre dell’anno trascorso,  quasi 37 milioni di euro di sforamento ( una spesa maggiore del 3.1% in rispetto agli obiettivi prefissati). Quella stessa Asl che, da circa un anno, sta ristrutturando il primo piano di un palazzo di proprietà situato in via Tasso per ricavarne un appartamento di rappresentanza. In verità esistono alcuni stabili di proprietà della Regione, da potersi destinare alla Asl, ma anche questa è purtroppo prassi comune: invece di provvedere alle ristrutturazioni, sempre più spesso si preferisce acquistare o affittare nuovi edifici. Con buona pace dei bilanci, sempre più in deficit. Tra i creditori dell’Asl Napoli 1 ci sarebbero anche i proprietari di palazzo Esedra che, esasperati dall’inadempienza della Regione, avrebbero (e il condizionale è d’obbligo) proceduto per vie legali per ottenere quanto di diritto. Dopo deroghe su deroghe, la sentenza conclusiva sarebbe di quelle che non lasciano scampo: sfratto esecutivo per morosità. Due anni di arretrati che l’Asl non avrebbe versato, contando sulla possibilità di rinvii continui, per ritrovarsi invece a dover “sloggiare” a breve. Entro la prima metà di marzo tutti gli uffici dovranno essere sgombrati e trasferiti altrove, a meno che non intervenga un deus ex machina a sedare la situazione ed a sistemare, sfruttando qualche cavillo burocratico di quelli che tanto piacciono agli avvocati, ad ottenere la revoca dello sfratto esecutivo. Di soli pochi giorni fa la notizia che la So.re.sa, altro ente in lizza per l’infelice podio tra gli indebitati, starebbe provvedendo al pagamento di una prima trance dei debiti, con una finanza-ponte che coprirebbe 248 milioni di debito verso i fornitori. Se non saranno onorati anche quelli con i proprietari di palazzo Esedra, sarà obbligatorio correre ai ripari. Tra le sedi possibili per la nuova sistemazione, alcuni edifici già di proprietà dell’Asl (nei pressi della zona ospedaliera), bisognosi di ristrutturazioni. Ma, sempre secondo fonti attendibili, pare che questo non sia l’unico caso in cui le Asl sono costrette a fare i conti con la giustizia, dopo aver per troppo tempo ignorato di onorare i debiti. Una situazione analoga si starebbe verificando negli uffici dell’ospedale Cto. Pare che la direzione amministrativa, dopo diverse ingiunzioni di pagamento, si sia ritrovata con un pignoramento persino sul mobilio: gli incartamenti e i dati dei pazienti sono fruibili, certo, ma gli armadi in cui sono contenuti sono pignorati.