Nick: Bardamu Oggetto: Caro-benzina, la Procura indag Data: 11/2/2007 10.48.7 Visite: 107
Chi aumenta il prezzo della benzina? E perchè è così poco sensibile a diminuire mentre è molto più automatico a seguire verso l'alto il caro-petrolio? C'è stato una turbativa di mercato o dei rialzi speculativi in occasione delle recenti serrate dei benzinai? Sono alcune delle risposte che ora proverà a dare la magistratura. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla base di esposti presentati da alcune associazioni di consumatori sugli aumenti dei prezzi della benzina, la chiusura dei self service in concomitanza con le proteste dei benzinai e la possibilità che i petrolieri abbiano creato un "cartello" per mantenere i prezzi alti. Prezzi alla pompa e prezzi fatti dei grandi rivenditori: su entrambi si ipotizzano delle speculazioni. E l’affaire non riguarda solo le proteste contro le liberalizzazioni del decreto Bersani, ma è molto più esteso e riguarda più in generale la libera concorrenza nel settore idrocarburi. Il fascicolo aperto dal procuratore Giovanni Ferrara ed affidato al pool di magistrati esperti in materia economica è, per il momento, privo di ipotesi di reato e contro ignoti. Al vaglio degli inquirenti, in particolare c'è l'esposto dell' Adusbef che, prendendo spunto dalla decisione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato di avviare un accertamento su nove compagnie petrolifere italiane, chiede di indagare sull' ipotesi di «cartello» sui prezzi del carburante. L'associazione Adusbef, presieduta da Elio Lannutti, ha analizzato le variazioni dei prezzi negli ultimi due anni e sottolinea come a fronte di un tasso di cambio euro-dollaro sostanzialmente invariato e il conseguente ribasso di un barile di Brent, «il prezzo della benzina ha avuto un irrilevante ribasso dell' 1,70%». Stesso calo «irrilevante» avrebbe subito il prezzo del gasolio da autotrazione. Rialzo fraudolento di prezzi, manovre speculative su merci, serrata per fini non contrattuali, coazione alla pubblica autorità mediante serrata, boicottaggio, turbata libertà dell'industria o del commercio, illecita concorrenza con minaccia o violenza: sono i reati ipotizzati dall'Adusbef. L'indagine dell'Authority riguarda Eni, Esso Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Shell Italia, Tamoil Italia, Total Italia, Erg Petroli, Ip e Api.Allo stesso tempo gli inquirenti ora vogliono verificare se dietro il recente sciopero di due giorni attuato dai benzinai per protestare contro i decreti governativi sulla cosiddetta «liberalizzazione», si siano verificate forme di interruzione di pubblico servizio, come la chiusura dei self service, che possano essere inquadrate sotto il profilo giudiziario. Perchè i benzinai sono esercenti privati ma forniscono comunque un servizio pubblico e quindi hanno il dovere di rispettare degli standard di prestazione minima anche durante una chiusura per "sciopero". Ma la questione è complicata dal fatto che - proprio perché molto spesso non si tratta di dipendenti ma di esercenti – la protesta non può essere definita uno sciopero e anzi, secondo le associazioni di consumatori, trattandosi di serrata, non sarebbe neanche consentita. Il ministro Pierluigi Bersani ha comunque convocato i rappresentanti dei benzinai - come la Faib-Aisa, Fegica e Figisc-Anisa che hanno annunciato altri quattro giorni di serrata dei benzinai al 27 febbraio al 2 marzo - e i sindacati per mercoledì prossimo al ministero per avviare un tavolo di confronto sugli effetti del decreto sulle liberalizzazioni nel settore. http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=63500
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