Nick: Copia&Inc Oggetto: Storia dell'eros-3 puntata Data: 20/4/2004 15.24.20 Visite: 37
STORIA DELL'EROS-3 puntata IL TRECENTO Ma la stagione in cui si canta la bellezza, l'armonia e l'eleganza dell'amore non dura molto. A metà del Trecento, infatti, Giovanni Boccaccio scrive il "Decameron", una serie di novelle dove trionfa l'amore, inteso soprattutto come sensualità e piacere, e dove il corteggiamento è visto come schermaglia intrigante che prelude al rapporto sessuale, consumato per passione e per desiderio. La moda si adegua: le donne portano cinture alte in vita ed evidenziano il seno con ampie scollature. Gli uomini, sopra alla calzamaglia, indossano la "braghetta", una specie di tasca che viene a ricadere tra le gambe (destinata, però, ad avere vita breve proprio per la sua volgarità). I vestiti si fanno sfarzosi e colorati, tanto che in alcuni posti si rendono necessarie nuove leggi per frenare lo sperpero dei ricchi. Persino la punta delle scarpe diventa - per i nobili - talmente lunga, da dover essere fissata al collo del piede con un filo metallico. IL QUATTROCENTO In quegli anni, si affermava un ideale di donna dalla fronte estremamente spaziosa, al punto che le meno dotate baravano epilandosi i capelli - come testimoniano numerosi quadri del periodo. Le sopracciglia erano sottilissime, tanto da sembrare disegnate con la punta di un pennello, e gli occhi si preferivano neri e sporgenti. Anche la bocca doveva essere sottile, mentre il naso aquilino non dispiaceva affatto. Ma la particolarità che attirava di più riguardava il mento, preferito tondeggiante e diviso al centro da una fossetta. Da un diritto dei signori feudali a percepire un tributo in denaro allorché uno dei propri vassalli o servi contraeva matrimonio, fu in questo secolo che scaturì una fantasiosa credenza, sorta proprio quando tale diritto non era quasi più percepito, almeno in Italia. Si ritenne, cioè, che il signore avesse il diritto di trascorrere con ogni sposa la prima notte di nozze ("Ius primae noctis", espressione latina significante "diritto della prima notte"). In realtà, di ciò non v'è nessuna prova; gli esempi sbandierati costituiscono singoli episodi di violenza (il contrario dello "ius", quindi) e nei pochissimi casi nei quali è noto il tentativo da parte di signori feudali di esigere l'integrale prestazione del diritto, tale tentativo provocò rivolte, per cui - in linea generale - non potè essere attuato. IL SETTECENTO Soprattutto in Francia, questo fu il secolo libertino per eccellenza: epoca di grandi piaceri e di illustri seduttori, vide il fiorire di una letteratura galante e licenziosa, che codificò i princìpi della cortesia sessuale ed eccelse nell'arte raffinata e sottile di togliere ogni velo all'amore (senza tuttavia lasciarlo nudo), alimentando, con artifici letterari e non, i piaceri del corpo e dell'intelletto. Giacomo Casanova, nelle sue memorie, ci ha lasciato minuziose descrizioni di banchetti a preludio di incontri amorosi: presso i nobili, infatti, era usanza fare uno speciale spuntino a base di ostriche, salmone e caviale, alimenti a cui si attribuiva valore afrodisiaco e quindi prologo indispensabile ai giochi d'amore. Dame e gentiluomini del periodo, raffinati cultori dei piaceri della vita, dedicavano parecchio tempo e pensieri al gioco, alla conversazione galante e all'arte della seduzione, tanto che si dice che fu proprio una "maìtresse" parigina vissuta fra il 1725 e il 1783, Marguerite Gourdan, ad apportare ai falli artificiali l'innovazione di uno scroto, che veniva riempito di liquido caldo (ad esempio latte) e che, compresso al momento dell'orgasmo della donna, simulava l'eiaculazione. In questi viavai amorosi, si stagliava la figura del "cicisbeo", quasi un calco al maschile della dama, della quale, molto probabilmente, non si limitava a custodirne i segreti... continua..... http://digilander.libero.it/PassionParadise/ |