Nick: _luca27_ Oggetto: IL RECORD DEL MISTER Data: 5/3/2007 20.55.4 Visite: 161
41 VITTORIE IN 74 PARTITE, NESSUNO COME REJA
Quando vuole staccare la spina prende la sacca con le mazze da golf, sale sulla macchinina elettrica e se ne va per le diciotto buche dell’Holiday Inn. Ma Reja non si sposta da Castelvolturno, resta lì dove ci sono anche i campi di allenamento e la sede sociale. Pensa e lavora per il Napoli ventiquattro ore al giorno. Una full immersion senza precedenti. Quando non è sul campo va in sede dove gli hanno destinato un ufficio tutto per lui. E quando non è sul campo o in sede, si rintana nella sua camera d’albergo, sempre a Castelvolturno. Basta prendere l’ascensore. Visiona i filmati sui prossimi avversari che un’azienda specializzata del Nord gli fa pervenire ogni lunedì. Riguarda la partita precedente. Rivede certi giudizi sui giocatori magari accantonati. Non si distrae mai da quella che ritiene la missione più importante della sua carriera, forse l’ultima: riportare il Napoli nel giro che conta, compiere il salto triplo (dalla C1 alla A) e poi rivolgersi alla città con la schiettezza che lo contraddistingue: "Mò, che ’ amma fà?", adesso che dobbiamo fare? NUMERI DALLA SUA - Stregato dall’ esperienza all’ombra del Vesuvio, Reja ha imparato anche il dialetto napoletano. Sfoglia in continuazione quel vocabolario italiano-napoletano e viceversa. Memorizza le espressioni più colorite: "Guagliù, scetateve", ragazzi svegliatevi. Di buon mattino, sfoglia, invece, i giornali. "Ancora con il gioco? Ora basta!". Li richiude. Di sera, poi non guarda più le tv private che parlano del Napoli. Prima si arrabbiava, ora non più. "Ma questi signori hanno mai visto le mie squadre giocare a calcio? Sanno che con certi giocatori non si possono disegnare arcobaleni? E sanno cosa significa equilibrio tattico?", commentava qualche mese fa. Alludeva al Brescia, al Vicenza, al Cagliari. E forse anche al Cosenza o al Torino che perse la serie A sul filo di lana. Gol a grappoli. Ora non più, snocciola solo i numeri: da quando allena il Napoli (gennaio 2005) ha collezionato 74 partite (play off esclusi). Ebbene ne ha vinte 41, più della metà. Ed in due anni e mezzo ha incassato solo 7 sconfitte: 1 al primo campionato di C1, 4 al secondo, 2 adesso in B dopo 25 gare. Uno score impressionante. Promozione sfiorata al primo colpo (il Napoli di Reja fece più punti di Rimini ed Avellino che poi salirono di categoria), centrata al secondo, e adesso rivale più accreditata della Juve. "Ditemi quale allenatore in due anni e mezzo ha navigato sempre nelle primissime posizioni di classifica: primo o secondo; più primo che secondo. Lasciamo lavorare Reja in pace, per favore", replica Marino a chi arriccia il naso anche dopo la seconda vittoria di fila per tre a uno. Anche lui non s’arrabbia più adesso. Ora che la squadra va in gol in tutte le maniere: da gennaio in poi il Napoli ha sempre bucato la porta avversaria, una, due, tre volte. Dodici gol in sette gare, dopo lo zero a zero di Modena. Sedici risultati utili di fila. TURBO-DIESEL - Il Napoli ha deciso di accendere il turbo quando si è accorto che le altre pretendenti alla promozione perdevano colpi. Quando si è misurato con il Genoa (stava per batterlo) e dopo aver piegato il Piacenza. E soprattutto dopo aver rigenerato Bucchi, tirato a lucido De Zerbi e tenuto sulla corda Calaiò e Sosa. Ora più che guardare alla Juve, il Napoli si guarda alle spalle e comincia a sognare il vuoto. Mentre Reja si arma delle mazze da golf e pensa già alla prossima buca, anche questa in riva al mare, a Rimini. Intanto s’informa anche di Pià: dovrà stare fermo almeno un mese per uno stiramento all’adduttore sinistro. Ma le bocche di fuoco non gli mancano, non va in ansia. E più il Napoli corre e meno a Reja viene voglia di smettere. Anzi, la domanda in caso di promozione è pronta: "Mò che ’amma fà?". Detto da un friulano è il massimo. La nostra unica FEDE... si chiama NAPOLI!!!!!
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