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Nick: SunBeaM^
Oggetto: Ingiustizie nostrane
Data: 7/3/2007 13.35.0
Visite: 150

Un anno fa venne pregato di assumersi il difficile incarico di dirigere lo scalo
Si è messo al lavoro con ottimi risultati. Subito hanno provato a mandarlo via

Lamezia, giudice manager all'aeroporto
Grandi profitti, ma lo vogliono cacciare


Adesso è stato reintegrato: "Resisto. E molti cominciano a capire..."



LA DISPERAZIONE, quando è certa e nera, obbliga ad essere creativi. Far divenire un giudice amministratore delegato dell'aeroporto era un azzardo di sicuro. Ma vi era altra scelta? Al sindaco di Lamezia Terme, la città calabrese dove le cosche della 'ndrangheta sono più cattive e più padrone, dove la classe politica troppe volte è tenuta a bada dai ricatti e qualche altra dalle bombe, bombe vere non petardi, e il primo cittadino - se vuol continuare a campare - deve vivere sotto scorta, parve necessario anche se un po' disperante interpellare il dottor Giuseppe Vitale, presidente vicario della Corte d'Appello di Catanzaro. Fu poco più di un anno fa che gli chiese: "Se la sentirebbe?". Vitale, alle soglie della pensione, capì che era venuto il momento di divorziare dalla prudenza e dalla ragione. "Accetto", rispose.

Settant'anni, abituato per una vita unicamente a tenere il conto delle estorsioni e delle truffe, dei morti ammazzati e delle rapine, Vitale si insediò nel consiglio di amministrazione della Sacal, società aeroportuale calabrese. Una SpA che gestisce l'aeroporto di Lamezia Terme. Un'unica pista al centro della piana che segna in due la Calabria. La SpA, come quasi tutte le imprese in Calabria, è a prevalente capitale pubblico. Il comune di Lamezia Terme è l'azionista di maggioranza, alcuni privati (Aeroporti di Roma e Banca Carime) hanno però quote significative.

Nel novembre del 2005 il giudice è nominato presidente e amministratore delegato della società. 2800 euro netti mensili, un affare per le casse pubbliche: "Sa com'è, godo già della pensione. Non bisogna mai strafare". Vitale inizia la sua nuova vita. Legge e legge. "Mi misi a studiare come un pazzo, volevo capire ogni cosa del sistema gestorio degli aeroporti, impossessarmi delle conoscenze sulla rete, e poi le altre esperienze, i successi d'impresa... Ero preoccupato, capirà".

Già dai primissimi momenti liberi della lettura fa capire, per esempio, che non è necessario nè prudente premere per aggirare i vincoli e i criteri delle gare d'appalto. "Quando ho avuto sentore di qualche irregolarità, ho annullato la gara. Ecco tutto. Abbiamo rifatto e riscritto e alla fine l'offerta migliore ha vinto. Qui non si fa l'appaltuccio, l'aeroporto è un ente di diritto pubblico, abbiamo regole che impongono la trasparenza. Chi perde e si sente danneggiato ha il diritto di ricorrere".

E' una rivoluzione per la Calabria. "Invece no, l'aereoporto non era gestito male, sarebbe una bugia dire il contrario. Però qualche correzione ci voleva, e soprattutto far capire alla gente che bussare all'amico sarebbe divenuta una perdita di tempo". Il giudice infatti non fa passare invano il tempo. "Anzitutto è stato ultimato l'ammodernamento della pista". Qualche milione di euro è costata: i soldi sono stati spesi e, incredibile per la Calabria, i lavori sono stati anche realizzati. I voli intanto aumentano: "Abbiamo aperto ai low cost, con Rayan Air abbiamo un volo per Londra, il primo collegamento internazionale. Eurofly invece ci permetterà di andare a New York. E sarà il primo intercontinentale". Dodici vettori in più, maggiori tratte, più servizi. E dunque più passeggeri, più soldi, più profitti. I movimenti di traffico, durante l'anno in cui a guidare l'aeroporto è stato chiamato il giudice, sono aumentati del 16,75 per cento rispetto a un meno 11,3 fissato nel consuntivo redatto dal manager dell'anno precedente. Diciotto milioni di euro di fatturato, sei, forse otto volte in più l'utile di esercizio (i conti ancora provvisori saranno ultimati in questo mese) rispetto al precedente. Da Lamezia si va a Roma (cinque volte al giorno), a Milano, Torino, Bologna, Venezia, Verona. A Zurigo, oltre che a Londra e prossimamente a New York. "Dobbiamo fare di più, ci sono i margini per aumentare rotte e volumi industriali. Intanto, se ce la facciamo, diamo il via ai lavori per ammodernare l'aerreostazione e ampliarla". Più passeggeri (un milione 357mila) più metri quadrati per le sale e l'imbarco (da 15 a 21mila).

Contenti? Certo che sì. Anzi no. In Calabria se le ciambelle riescono col buco è certo che qualcuno ha taroccato lievito e farina.

A metà novembre dello scorso anno infatti si presenta dal giudice un consigliere di amministrazione e a nome di una nutrita compagnia di colleghi (la maggioranza del consiglio) gli chiede di fare le valigie. "Viene da me e mi dice: "guarda che non puoi gestire la società come un'aula di tribunale. Ti devi dimettere". Gli rispondo che non solo non ci penso proprio. Aggiungo: e poi chi l'ha detto che il tribunale è un luogo di perdizione?".

Gli oppositori, una cordata in cui si salda la Confindustria regionale e i rappresentanti della provincia e del comune di Catanzaro, anch'essi soci dello scalo, revocano con un blitz il mandato al giudice. Lo dimettono il 5 dicembre scorso notificando l'intendimento durante un consiglio di amministrazione. Vitale ricorre al tribunale. "Quella revoca era palesemente illegittima. Lo scrivo e lo documento. E infatti ho soddisfazione. Il giudice mi reintegra e l'11 dicembre l'ufficiale giudiziario mi riaccompagna al mio posto".

Il giudice si risiede sulla poltrona e, ad oggi, è ancora là. "Resisto. Non so per quanto, questo non dipende da me. Ma farò il possibile per lasciare un buon ricordo". E la malavità? E le cosche? "Non mettono becco, non c'è odore di infiltrazione qui da noi. Sarà strano ma è vero. E' vero anche che, piano piano, si sta capendo che la legalità porta anche convenienze economiche. Non è orribile essere onesti. Se la gente lo capisce poi, pian piano, ci crede. Basta farci l'abitudine".


(6 marzo 2007)
 


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