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Dal Banco al Presidio
Siamo andati lì tutti eccitati, felici ed increduli. Un concerto del Banco, in zona, roba da non credere. Siamo arrivati lì nonostante la pioggia ed una serie infinita di curve. Siamo arrivati lì ed il Banco non l’abbiamo trovato. Non c’era “l’odore degli zingari” che “è come il mare” ma un accampamento con tanto di roulotte c’era. Era il presidio. Non un presidio ospedaliero, nulla a che vedere con gli ospedali militari da campo. C’erano le facce tese ma cordiali ed ospitali dei contadini del luogo, c’erano gli occhi pieni di sogni, ideali e speranze della giovane studentessa in giurisprudenza che ci vendeva birra e panini in cambio di un offerta per la “causa”. Ma non quella che un giorno il futuro avvocato sosterrà di fronte ai banchi del tribunale, lei che da due mesi dormiva lì pensava ad un altro grande fine, perseguiva un altro ideale.
Il grande prato verde sul quale un tempo crescevano speranze, dove ora sorge il presidio e dove è forte un sentimento, un sentire comune, una volontà indignata di fronte ad una scelta indignante, in un futuro mai tanto prossimo sarà ricoperto dalla spazzatura. No, non è un eufemismo e la realtà. Quell’immensa distesa verde, che solo vederla ti faceva venir voglia di correre e far l’amore, è stata scelta come sito per una discarica regionale. Si qualcuno dirà, la discarica da qualche parte si dovrà pur fare… peccato però che a poco meno di due chilometri di distanza in linea d’aria da lì ci sia un’oasi naturale, la più antica della Campania, presidio WWF, abitat della lontra. Peccato che a dieci chilometri di curve (mi verrebbe di dire dalla vita) ci sia il parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano (che poi gli Alburni ne siano il polmone verde è un'altra storia di mala politica e questo è paio di maniche).
Ma questa storia, ma queste storie di tutti quanti stavano lì, non assurge agli onori della cronaca, sarà perché interessa a pochi o, al contrario, sarà perché in molti hanno i loro interessi, perché in Campania anche sulla “munnezza” ci si mangia.
Siamo andati li a cerca il Banco ma abbiamo trovato il Presidio.
Siamo andati lì ed abbiamo trovato un tempo irreale, misto di vento gelido che soffiava feroce come la bora e pioggerellina sottile che sembrava di essere a Londra.
Siamo andati lì ed abbiamo trovato un gruppo sparuto di ragazzetti da centro sociale, perché il tam tam, unica risorsa in tempi di oscurantismo mediatico, ha funzionato male.
Siamo andati lì ed abbiamo trovato la gradita sorpresa degli E Zezi, di Luca Zulù e dei Bisca.
Siamo andati via di lì ed abbiamo lasciato la determinazione e l’orgoglio di quegli agricoltori cosi legati alla loro terra.
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