Nick: Nieth Oggetto: HO VOGLIA DI CIUCIA Data: 11/3/2007 20.12.32 Visite: 209
Sono trascorsi circa due anni dagli eventi narrati nel precedente episodio (tre mesi senza chiavare) ed il lettore assiste al ritorno in libertà del protagonista Pepp, il quale ha trascorso questo periodo a Poggioreale, tra i violenti e senza vasellina, arrestato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacenti e molestie sessuali verso tale Gaetano ‘o llucc, l’uomo che, abitando nello stesso palazzo di Titina, credeva che quel “voglio chiavare” urlato in piena notte fosse diretto a lui. Per prima cosa Pepp torna a Posillipo, nella speranza di trovare l’amata Titina e fiducioso nel fatto che la ragazza in questi due anni avesse trovato un sistema per scardinare la cintura di castità. Intanto la faida è finita, e Pepp non deve più temere gli agguati del clan rivale. Ad aprire nuove prospettive per l’amareggiato Pepp “culetto d’oro” (nomignolo appioppatogli in carcare da Pepp ‘a Sacchetta, il campione mondiale di lancio della sacchetta arrestato per aver utilizzato le scorte dell’Asia, di cui era dipendente, per allenarsi), è l’incontro con Gin (soprannome di Iolanda, la ragazza che scopa solo in Panda e che è capace di scendersi mezza bottiglia di superalcolici a sera: unico difetto, Iolanda ‘a matina se chiamma Pascale). Gin è una ragazza bella e decisa, con uno spiccato accento napoletano vasciaiolo, ascolta Raffaello e Alessio a tutto volume nella Panda modello vecchio, è praticamente l’opposto di Titina; inizia così, da un banale incontro presso un benzinaio, un’appassionata storia tra i due. (citazione obbligatoria: “neh bella, vuo’ ca ta mett je sta cinque euro?”). Tuttavia quando, andando a trovare Gerò nella vecchia piazza di spaccio (ormai lasciata la gestione all’amico), si ritrova faccia a faccia con l’intrigante Titina, tutta la situazione sembra nuovamente in bilico. Tentando di riprendersi dalla sorpresa, Pepp si ubriaca facendo razzia di tutti i zuchi di frutta del cocktail (il ragazzo è sempre stato astemio) e torna a pensare a tutti i momenti passati con lei, con la ragazza dolce e innocente; al viaggio a roma, alla latitanza, a quei “tre mesi senza chiavare”. Tuttavia molte cose sono cambiate durante il tempo trascorso, tra cui lo stesso approccio di Titina, che dopo un anno con la cintura di castità s’era data da fare per rifarsi del tempo perduto. Titina afferra Pepp, ubriaco perso, per un braccio e se lo porta nei pressi di una spiaggia. Lì, sotto la pioggia, Titina prende na fetente ‘e caruta che la fa finire col mazzo a terra. (citazione obbligatoria: “marò, tutta ‘a sabbia dint’a ciucia!”). A quel punto Pepp, ingrifato nonostante l’ubriachezza, capisce che la cintura di castità è ormai solo un ricordo. Con entusiasmo inizia ad alliccarsi Titina da tutte le parti; subito dopo, però, pensando a Iolanda (Gin), vorrebbe tirarsi indietro. Troppo tardi. La scena si chiude con Pepp che corre via urlando, dopo essersi conto di averlo appena infilato in quella che, colpa della sabbia, era diventata una specie di grattugia. Titina gli corre dietro, urlandogli “Anna se sposa, già tene ‘a casa”. Pepp allora, non senza difficoltà, capisce che il suo amore di sempre sta per prendere marito e si rende conto che i cambiamenti di Titina sono ormai troppo radicali per poter riprendere il loro rapporto. A questo punto Pepp, sentendosi colpevole, decide di confessare il suo tradimento a Iolanda, implorandone il perdono, mandandole addirittura un mazzo di rose rosse con al centro una rosa bianca: quando la raggiunge a casa, trova ad aprirgli la porta il ragionier Pasquale Esposito. Non riconoscendo la vera identità della sua ragazza, scappa via temendo un paliatone. Nel frattempo il giovane viene a conoscenza di importanti retroscena sul loro primo incontro dal benzinaio: Iolanda usava, di notte, stazionare presso quella pompa di benzina per adescare i clienti. Avrebbe dovuto capirlo quando lei gli aveva chiesto 50 euro per le sigarette. Ad esasperare la situazione contribuisce il lutto per la morte della madre di Pepp la quale, nel periodo di carcerazione del figlio, aveva stretto contatti con Gerò ed ora si faceva dieci cannoni al giorno ognuno dei quali grossi come un braccio. All’incontro durante il funerale Pepp rivede l’amico Gerò, col quale parla dei vecchi tempi. Gerò gli propone di tornare in affari nella storica piazza di spaccio. Il libro termina con l’immagine del giovane che, prendendo da parte Gerò, gli dice: “Sai una cosa, fratè? Ho voglia di ciucia!” ue' gianlù dimmi la verità, ma in quella foto.. il mio blog: http://www.bananaamotore.splinder.com / |