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Nick: Copia&Inc
Oggetto: Storia dell'eros-4 puntata
Data: 23/4/2004 12.48.42
Visite: 21

STORIA DELL'EROS-4 puntata(ultima)



L'OTTOCENTO


All'epoca della regina inglese Vittoria, che regnò dal 1837 al 1901, ci fu un ritorno al moralismo, che si fece esasperato proprio in Inghilterra.

Persino la gambe dei tavoli venivano coperte con metri di stoffa per non lasciarle "indecentemente" scoperte; nelle biblioteche, i libri scritti dalle donne erano tenuti ben separati da quelli scritti dagli uomini; infine, una signora perbene non avrebbe dormito volentieri in una stanza che avesse avuto un ritratto maschile appeso alla parete...

E fu in questo periodo che al corteggiamento amoroso vennero date regole abbastanza rigide.

Alle donne in età da marito si insegnava musica, poesia, pittura, francese e ricamo; poi si diceva loro di scegliere un uomo serio, di buoni princìpi morali, paziente, sensibile e più vecchio di almeno 10 anni.

Le occasioni per incontrare il futuro sposo erano i balli, i ricevimenti, il teatro, i picnic estivi, le partite di caccia, le escursioni in battello; in queste circostanze, un gentiluomo non poteva rivolgersi direttamente ad una giovane, ma doveva esserle presentato.

Solo a questo punto gli era concesso di accompagnarla a casa.



Dopodiché, se tra i due nasceva un sentimento, ci si poteva scrivere, inviare disegni, ritratti, poesie ed altri piccoli doni.

Quando gli innamorati erano in mezzo alla gente, lei non doveva accavallare le gambe, ridere in modo esagerato, battere il ritmo della musica, sfiorare la persona con la quale stava conversando o guardare qualcuno in modo insistente.


Superata questa fase, i due potevano fidanzarsi, senza dimenticare che, in caso di rottura, la persona abbandonata poteva citare l'altro in tribunale, per danni.

Alla moglie perfetta si contrapponeva la donna fatale, considerata pericolosa come il demonio per quel suo colpire al cuore senza mai concedersi.

Verso la fine di questo secolo, oggetti simili alle cinture di castità medioevali furono nuovamente proposti, questa volta come impedimento per la masturbazione da parte delle adolescenti, pratica che era considerata una gravissima minaccia per la salute fisica e psichica.


LA CINA

Da secoli la Cina è considerata patria delle forme più raffinate di erotismo.
Nella Cina Taoista del VII secolo, l'atto sessuale veniva tenuto in grande considerazione, in quanto "fare nuvola e pioggia" avrebbe permesso l'indispensabile interazione delle forze cosmiche dello yang, principio attivo (l'uomo), con lo yin, principio passivo (la donna). L'essenza dello yang sarebbe lo sperma, mentre quella dello yin la lubrificazione vaginale. Per tale motivo i maestri cinesi davano tanta importanza all'atto sessuale, asserendo:"Se l'uomo può cavalcare dieci donne in una notte, tutto ciò è molto positivo, poiché se si accoppia sempre con la stessa, l'essenza vitale si indebolisce…e non è più in grado di dargli nulla di utile."

Fin dalla pubertà, le giovinette venivano preparate al ruolo, studiando libri erotici illustrati, veri oggetti di culto in ogni casa. Nella biblioteca della dinastia Sui (VII secolo) figuravano testi tipo "L'arte della camera da letto" ed altri tredici classici, riguardanti posizioni e ricette per tutte le evenienze, illustrati con disegni molto espliciti.

Affinché lo yang, l'essenza maschile, si nutra più a lungo possibile dello ying, l'essenza femminile, è assolutamente necessario procurare alla propria partner il maggior numero di orgasmi e per raggiungere questo scopo all'uomo vengono consigliate pratiche, alle volte anche un po' dolorose, per trattenere l'eiaculazione. E per preparare la donna a ricevere il principio attivo, si raccomandava all'uomo di trascurare la stimolazione di tutte le zone erogene, perché solo se portata al massimo livello di piacere, l'essenza dello yin può essere utile allo yang.




I consigli al riguardo sono poetici, ma anche molto precisi: "Quando il fiore rosso (il sesso femminile) mostra la propria bellezza ed emana il proprio stordente profumo, al vostro fianco durante la notte e con il quale voi giocate facendo vostro il piacere e gli mostrate le immagini che imitate…"

I cinesi sono molto pudichi, tanto è vero che non si baciano mai in pubblico; ma, raccontano gli antichi testi, nella camera di Giada "la donna accarezza lo Stelo di Giada sin quando si umetta la propria Fessura d'Oro. Il Dardo Positivo deve allora sfiorare le Nervature di Giada (le labbra) e giocare con la Terrazza del Gioiello (il clitoride) fin quando la Fenditura di Cinabro non venga inondata ed egli non possa affondarvi il Dardo Vigoroso."

La sodomia, la fellatio e la masturbazione venivano consigliate, a patto però che non si avesse eiaculazione. Erano anche molto usati i falli artificiali, chiamati "olisbo": i più rudimentali erano di legno, ma i ricchi ne usavano di preziosi, in avorio o giada finemente cesellati, di tutte le misure e per tutti gli orifizi. Oggi questi oggetti sono ricercati dai collezionisti e alcuni valgono una fortuna.

Per mantenere a lungo l'erezione, gli uomini circondavano il pene con anelli di giada o di avorio e, per aumentare il piacere della partner, si facevano scivolare sotto i testicoli delle campanule birmane, palline che, sfiorando la Terrazza di Gemme (le labbra), rendevano più completa l'eccitazione.

L'omosessualità era poi incoraggiata perché i maestri del X secolo pensavano che le forze yang o yin aumentassero grazie a questo tipo di contatti della stessa natura, ma questa non poteva essere una scelta definitiva: serviva solo a preparare l'uomo o la donna a relazioni eterosessuali. Soprattutto gli uomini, infatti, non potevano sprecare la loro preziosa essenza yang con un altro uomo. Le donne, fra di loro, usavano un olisbo doppio, proprio come quelli che si vendono oggi nei sex shop. Oppure "la spiga di Canton", una pianta a forma fallica che si gonfiava a contatto con l'acqua.




Per raggiungere il massimo grado di erotismo, e quindi la perfetta fusione cosmica, i corpi dovevano essere preparati da precisi esercizi e da una dieta controllata. Si sviluppò anche una complessa farmacopea che prevedeva, ovviamente, diversi elisir afrodisiaci.

I testi antichi consigliavano polvere di gallina calva, tre volte al giorno per due mesi, che permetteva all'uomo di soddisfare quaranta donne; polvere di corna di cervo, che scongiura l'impotenza; quella di bischiniaka glabra, che potenzia le capacità dell'uomo, tanto quanto la bile di scimmia nera.

Sempre dagli antichi testi si sa che i cinesi non erano soddisfatti delle misure del loro pene e a riprova di ciò c'è una ricetta per aumentarne le dimensioni: "Riducete in polvere qualche bischiniana glabrae un po' di zostera (un'alga simile alla salicornia), passatela al setaccio e mescolate con estratto di fegato di cane bianco (!!!), sacrificato alla prima luna. Applicate per tre volte quest'unguento sulla verga e sciacquatela con acqua di pozzo tirata su all'alba.
Il pene si allungherà di dieci centimetri." Il manuale, però, non specifica in quanto tempo…

I poveri, non potendosi permettere queste cure raffinate e costose, rimediavano legando uno straccio intorno al membro per mantenerlo più a lungo in erezione.








http://digilander.libero.it/PassionParadise/




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