Nick: Bardamu Oggetto: La chiesa dimentica Don Diana Data: 20/3/2007 10.14.41 Visite: 70
Don Diana: ucciso dalla camorra, dimenticato dalla Chiesa Raffaele Sardo Il presidente della commissione antimafia, Francesco Forgione, arriva puntuale alle 9,20 alla casa paterna di don Giuseppe Diana, attraversando le strade interne del paese, che tagliano in due gli sterminati campi di broccoli, tutti spigati, con i loro bellissimi fiori gialli. La campagna sembra un quadro di Van Gogh. Sullo sfondo, si perdono alla vista dell'occhio i campi di pesco con i loro fiori rosa. In fondo annunciano che la primavera è qui. Il paesaggio ha lo stesso aspetto di 13 anni fa, quando alle 7,20 del mattino un killer della camorra uccideva nella sua parrocchia con quattro colpi di pistola, don Giuseppe Diana, un prete che aveva lanciato una sfida alla camorra, con un documento dal titolo eloquente: «Per amore del mio popolo non tacerò». «Il mio Peppe - racconta la mamma Iolanda - me l'hanno portato via proprio nel giorno del suo onomastico. Sono passati tredici e anni e non riesco a rassegnarmi». Forgione assicura l'impegno della Commissione Antimafia a seguire ancora con più assiduità questi territori. Ma anche a lui viene spiegato che il clima che si respira, tra gli stessi sacerdoti della Foranìa di Casal di Principe, non è quello che vide nascere una resistenza civile allo strapotere della camorra. «È un anniversario amaro - dice il fratello di don Diana, Emilio - Ma si può dire che ci siamo abituati all'indifferenza del mondo della chiesa». Il riferimento non è casuale. Infatti le iniziative che il comitato «Don Peppe Diana» ha promosso per l'intera settimana, sono state di fatto boicottate dalla diocesi di Aversa, a capo della quale c'è il vescovo Mario Milano. Il pomo della discordia è un libro scritto da un sacerdote siciliano, Rosario Giuè, «Il costo della memoria», e pubblicato dalle edizioni Paoline. La curia aversana ha messo all'indice il libro, ritenendolo critico nei confronti della chiesa, tanto che la presentazione prevista nella parrocchia di San Nicola di Bari, che fu di don Diana, è saltata, ed è stata fatta presso la sala consiliare del Comune. La Curia ha di fatto boicottato anche la manifestazione «Io C'ero», del 17 marzo scorso, al Santuario della madonna di Briano, dove era prevista, tra gli altri, la presenza del vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, amico di don Diana, ma che il vescovo di Aversa, Mario Milano, non ha voluto più invitare. Alla fine non si è presentato nemmeno monsignor Milano, nonostante avesse già aderito alla manifestazione. «Si può essere non d'accordo sui libri - dice Valerio Taglione - referente provinciale di Libera e portavoce del Comitato don Peppe Diana - ma la chiesa locale, nella sua interezza, rinunciando ad una iniziativa così importante, non ha giustificazioni di sorta, e si allontana dalla strada tracciata da don Diana». La mamma Iolanda Di Tella, è severa nei confronti dei sacerdoti locali e del vescovo di Aversa: «Hanno sempre avuto un atteggiamento distante dalla vicenda di mio figlio che è continuato nel tempo». E di «incomprensibile boicottaggio nei confronti delle iniziative per ricordare don Diana» hanno parlato apertamente don Luigi Ciotti, presidente di Libera e il magistrato Donato Ceglie, durante la manifestazione del 17 marzo. Ma il più duro è proprio il fratello di don Diana, Emilio: «La chiesa si scandalizza di un libro, ma non si scandalizza quando nella parrocchia di San Cipriano d'Aversa si intitola un centro diocesano giovanile ad una persona coinvolta in un processo di camorra». |