Nick: Haran Oggetto: TUTTA UNA SCENEGGIATA? Data: 1/4/2007 23.52.2 Visite: 235
La chiave è tutta lì, nelle parole pronunciate da Edy Reja a fine partita: «Lasciatemi andare, mi dimetto», dice alla dirigenza. Una resa, più che una minaccia. Una risposta alle urla di Aurelio De Laurentiis, che hanno squarciato l'aria tesissima degli spogliatoi: «Non parlo più fino all'anno prossimo», il primo annuncio presidenziale. E poi: «Con questa squadra non andiamo da nessuna parte. Devi cambiare l'allenatore», il messaggio al d.g. Marino. Una conseguenza del rapporto con la squadra: logoro. L'ultima conferma arriva dal litigio con Giubilato, fino a venerdì rassicurato di un posto nella formazione titolare, e poi spedito in tribuna senza una spiegazione. Il giorno buio del presidente è cominciato dopo i primi 45 minuti della partita: abbandona il suo posto abituale in tribuna d'onore e si accomoda in perfetta solitudine nell'ultima fila della tribuna riservata agli ospiti. Lontano da Marino e dai suoi soliti compagni di stadio. Al gol di Bogliacino, poi, la conferma della rabbia che ribolle come lava: De Laurentiis non muove neanche un muscolo. Impassibile. Al fischio finale, però, abbandona la tribuna e comincia ad inveire contro tutti: squadra, dirigenza, allenatore. Parole vietate ai minori. Il primo incontro-scontro è con Calaiò: il giocatore incassa a testa bassa. Le urla rimbombano, ma il presidente non entra nello spogliatoio. Rimane sulla porta, scappa via e non risponde più al telefono. Neanche a Marino. Che, poi, corre a strigliare l'attaccante. L'uomo simbolo ridotto a simbolo della crisi. Reja è a cena con la moglie Livia a Castelvolturno. Con un chiodo fisso nella mente. L'allarme-dimissioni è sempre vivo.
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