Nick: keaton Oggetto: Rutelli:No all'eredità del PCI Data: 2/4/2007 11.35.35 Visite: 147
POLITICA InviaStampaDuello a distanza tra la Quercia e la Margherita impegnate nei congressi Veltroni frena il segretario: "Non è fondamentale dove staremo in Europa" Pd, Fassino: "L'approdo è il Pse" Rutelli: "No all'eredità del Pci" Mussi: "Non ci sto, mi sento ancora un uomo di sinistra" E a Roma rutelliani ed ex popolari trovano un compromesso Piero Fassino ROMA - Un dibattito esterno e interno. Concentrato sul presente e proiettato sul futuro. Sul Partito democratico: quello che sarà, chi ci sarà. E chi no. Ds e Margherita, alla vigilia dei congressi, continuano a dar vita ad un confronto acceso. Sia al loro interno ma anche su temi importanti come la collocazione europea della nuova formazione. Con il segretario della Quercia, Piero Fassino, si dice sicuro che il Pd aderirà al Pse: "Questo è riconosciuto anche dalla Margherita perché nelle intese della Margherita c'è scritto che insieme al Pse il Pd deve lavorare per costruire una più larga unità delle forze riformiste in Europa. Benissimo, se è così discutiamo che cosa significa concretamente questo 'insieme al Pse' che anche gli amici della Margherita condividono". Ma dai Dl arriva subito l'altolà, per bocca del ministro Giuseppe Fioroni: "Dobbiamo abbandonare le ossessioni sulle nostre origini, dobbiamo rescindere il cordone ombelicale e i Ds devono rescindere il cordone con il Partito socialista europeo". Due posizioni diametralmente opposte che il sindaco di Roma, il diessino walter Veltroni prova ad avvicinare. Spostando più avanti la questione dell'approdo europeo: "Dove arriverà il partito democratico a livello internazionale non è un problema fondamentale, non è una ragione discriminante". C'è ancora molta strada da fare, ragiona Veltroni, che ai delegati del congresso romano della Quercia spiega di voler spostare in avanti la discussione sulla collocazione internazionale del Pd. La questione, comunque, è aperta. Non a caso Francesco Rutelli vede, tra i possibili rischi della costituenda formazione politica quello che la Margherita possa "entrare nei seguiti della storia Pci-Pds-Ds". Ed è a questo punto che Veltroni torna a far sentire la sua voce. "Il problema che noi abbiamo - dice il sindaco di Roma - è di trasformare il più grande soggetto della sinistra europea internazionale in una casa grande che metta dentro non solo le culture più moderate. Lula e Clinton possono e devono stare nella stessa famiglia e vorrei che questa famiglia fosse l'Internazionale dei socialisti e dei democratici". Scontro nella Margherita. "Ci attendono sfide toste. Fare il Partito democratico non sarà affatto facile, ma noi come Margherita dovremo affrontare uniti queste sfide perchè soltanto se siamo uniti può nascere il Partito democratico". Francesco Rutelli lancia un appello all'unità del partito alla platea del congresso della Margherita del Lazio. Parole che cercando di chiudere un lungo periodo di tensione interna per la presenza di due candidati (la soluzione che si prospetta è la nomina del rutelliano Mario Di Carlo a coordinatore e di Francesco Scalia a presidente). "Siamo riusciti a comporre una frattura troppo a lungo andata avanti ed io vedo in questo lavoro - dice Rutelli- il coronamento del cammino fatto sin qui ed insieme la consapevolezza che da ora in poi vanno allacciate le cinture perchè si balla". Parole che rispondo all'invito che Beppe Fioroni aveva appena lanciato dal palco. Chiedendo al vicepremier "di essere il capo di tutti" e di non "farsi capo di una parte o di una fazione". Un esplicito riferimento al duro scontro interno che da giorni divide gli ex popolari della Margherita dai rutelliani. Una sfida che ha avuto il suo momento più duro sulla questione delle tessere. Una pagina che adesso Rutelli definisce "un atto sbagliato", chiedendo di "voltare pagina". I Ds divisi, Mussi non ci sta. "Il Partito democratico, così come sta uscendo dalle mani dei costruttori, non va oltre, va fuori e indietro". Fabio Mussi, al quarto congresso romano della Quercia, ribadisce il suo no all'ingresso nel Pd. Il leader della seconda mozione Ds, insiste a criticare la scelta della maggioranza della Quercia e non risparmia stoccate alla nuova forza nascente: "E' un'apoteosi di partiti diventati sempre di più macchine di potere. Il Pd nasce al buio, senza chiarimenti nei congressi tra Ds e Dl". Rivendica il suo essere "uomo di sinistra" Mussi e dice di non voler rassegnarsi al veder cancellati i simboli della sinistra italiana". Mettendo in discussione la stessa prospettiva politica che vede avvicinarsi: "Non è vero che l'unica sinistra che serve è quella che si sposta al centro". Parole che riconfermano la scelta fatta da Mussi. E a poco sembra servire l'appello all'unità lanciato da Fassino: "Per costruire il Pd c'è bisogno anche del concorso di chi aveva dei dubbi o delle contrarietà. Non c'è nessuna ragione per cui chi, nel nostro dibattito interno ha sostenuto posizioni contrarie o critiche nei confronti del Partito democratico, debba necessariamente andarsene". O quelle del ministro Pierluigi Bersani che dice di vedere "ancora spazio per tutti". Ed ecco tornare di nuovo il tentativo riconciliatorio di Veltroni che tocca il tasto della comune militanza con Mussi: "L'idea di mettere in contrapposizione riformismo e radicalità è sbagliata. Siamo figli della stessa storia, della stessa cultura". (31 marzo 2007) www.repubblica.it Quando morirò seppellitemi sotto un vigneto,così che io possa ridare alla terra tutto ciò che ho bevuto in vita |