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Oggetto: 40 anni senza TOTO'
Data: 15/4/2007 15.25.54
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1898.
Antonio Vincenzo Stefano Clemente nacque il 15 febbraio, in via Santa Maria Antesecoula, nel rione Sanità, uno dei più poveri di Napoli da Anna Clemente e dal marchese Giuseppe de Curtis.


1909.
Conseguì la licenza elementare, ma pur essendo stato iscritto al Collegio Cimino nel palazzo del Principe di Santobuono si rifiutò di continuare gli studi, dichiarando da subito di voler fare l'attore.

1912.
Comincia a frequentare i teatri di Napoli e a imitare le "macchiette" dei più celebri comici del momento, ed in particolare quelle del 'fantasista eccentrico' Gustavo De Marco.

1916.
Si presenta volontario al Distretto militare di Napoli che lo destinò al 22° Reggimento di Fanteria di stanza a Pisa dove sopportò soprusi e umiliazioni a causa di un caporale dispotico. Fu poi trasferito al 182° Battaglione di Fanteria destinato in Francia, ma si trasferì ancora presso l'87° Reggimento di Fanteria e l'88° di stanza a Livorno. Inizia a lavorare con l'impresario Eduardo D'Acierno nei teatri periferici napoletani.

1919.
Ha un grande riscontro di pubblico alla Sala Napoli, in piazza Carità, con la parodia della canzone "Vipera", da lui trasformata in "Vicoli". Molto successo anche l'anno successivo con il repertorio delle sue macchiette al Trianon.

1922.
I genitori, che nel frattempo avevano regolarizzato col matrimonio la loro situazione familiare, si trasferiscono a Roma e sarà lì che Antonio de Curtis, in arte Totò, ottenne la prima scrittura presso il Salone Elena nella compagnia dell'impresario Umberto Capece. Viene scritturato come "straordinario", e cioè, un elemento da utilizzare solo sporadicamente e senza alcun compenso, in quanto la sua attività veniva considerata alla stregua di una scuola di recitazione, gentilmente concessa dal capocomico e non retribuita. Con la sua imitazione di Gustavo De Marco si presenta al Teatro Jovinelli, il popolare teatro di varietà romano. Scritturato da Beppe Jovinelli, ottiene successo pieno per le sue interpretazioni di: "Il bel Ciccillo", "Paraguay", "Se fossi ricco". Lavora per un breve periodo a Napoli, al Teatro Orfeo e al Salone Margherita. Poi è di nuovo a Roma, dove tramite il suo barbiere Pasqualino, riesce a farsi scritturare al Teatro Sala Umberto, in una delle più prestigiose sale di varietà dell'epoca.

1927.
Entra a far parte della Compagnia Maresca n. 2, di cui è soubrette Isa Bluette e partecipa alle riviste: "Madama follia", "Il Paradiso delle donne", "Girotondo", "Mille e una donna".


1928.
Passa poi alla Compagnia Maresca n. 1, con la bellissima soubrette Angela Ippaviz (dall'estate del '28 all'estate del '29). E' protagonista di un repertorio misto di riviste e di operette. ( "Peccati…e poi virtudi", "La stella del Charleston", "Si…Susette", "Monna Eva", "La giostra dell'amore", "Margery", " Clo Clo"). Nello stesso anno viene legalmente riconosciuto da suo padre Giuseppe de Curtis.

1929.
Ha una relazione con la celebre e corteggiatissima "sciantosa" Liliana Castagnola, poco più che trentenne, nota per il suo fascino e per le sue passioni travolgenti.

1930.
Totò accetta di andare in tournée con la compagnia della soubrette Cabiria, e di lasciare Napoli. La Castagnola, sentendosi abbandonata, si suicida ingerendo un tubetto di sonniferi la notte del 3 marzo. Totò rimasto sconvolto, decise di seppellire Liliana nella tomba della famiglia de Curtis, e stabilì, qualora avesse avuto una figlia, invece di battezzarla col nome della nonna paterna, secondo l'uso napoletano, l'avrebbe chiamata Liliana

1931.
Scritturato nuovamente dall'impresari Maresca dà il nome alla compagnia con cui va in tournèe. Il 28 agosto, a Firenze, conosce Diana Bandini Lucchesini Rogliani, che solo in seguito diventerà sua moglie.

1933.
Il 10 maggio mentre Totò è impegnato nella rivista "Al Pappagallo" al Teatro Eliseo di Roma, all'Hotel Ginevra nasce la figlia Liliana. Nello stesso anno il marchese Francesco Maria Gagliardi Focas lo adotta trasmettendogli i suoi titoli nobiliari.


1935.
Il 6 marzo sposa Diana nella chiesa romana di San Lorenzo in Lucina, alla presenza di pochi intimi e della figlia Liliana, vestita di trine in braccio alla governante.

1937.
Debutta nel cinema in "Fermo con le mani" di Gero Zambuto, a cui segue nel 1939 "Animali pazzi" da un soggetto di Carlo Ludovico Bragaglia con la regia di Amleto Palermi.

1938.
Tournée in Etiopia con "Cinquanta milioni c'è da impazzire" e altre riviste.

1939.
Ottiene in Ungheria l'annullamento del matrimonio con Diana, ma rimarrà insieme a lei fino al 1950.

1940.
Mentre in cinema è impegnato in "San Giovanni decollato" tratto da una commedia di Nino Martoglio, in teatro comincia la collaborazione con Michele Galdieri, autore di quasi tutte le riviste interpretate da Totò fino al 1949.

1944.
Ricercato dai tedeschi per le provocazioni che aveva lanciato nella rivista "Che si son messi in testa?", successivamente modificato dalla censura in "Che ti sei messo in testa?", per evitare l'ordine d'arresto si rifugia a casa di un amico.

1945.
Suo padre Giuseppe muore nella casa del figlio. Il 18 luglio il Tribunale di Napoli gli riconosce il diritto di fregiarsi dei nomi e dei titoli di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo, Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, Altezza Imperiale, Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo.

1946.
Tournèe in Spagna, a Barcellona con la rivista "Entra dos luce".

1947.
Nel cinema "I due orfanelli" ottiene un successo di pubblico, da allora fino al '56/'57 ogni anno un film di Totò è sempre nell'elenco dei primi dieci più visti.

1948.
Muore la madre Anna Clemente de Curtis.

1949.
Sempre più coinvolto nel cinema, ottiene con la rivista "Bada che ti mangio" il suo ultimo significativo successo teatrale.



1951.
Riceve il Nastro d'Argento dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici come miglior attore protagonista dell'anno per "Guardie e ladri" di Steno e Monicelli. Nello stesso anno scrive musiche e testi di numerose canzoni, tra cui la celebre "Malafemmina".

1952.
Conosce Franca Faldini, allora ventunenne, che sarà sua compagnia fino alla morte. Partecipa al IV Festival di San Remo con la canzone "Con te", interpretata da Katina Ranieri e Achille Togliani.

1954.
Il 12 ottobre ha un figlio da Franca Faldini, chiamato Massenzio, che muore poche ore dopo la nascita.

1956.
E' di nuovo in teatro nella rivista "A prescindere", ma nello stesso anno è costretto ad interrompere la tournèe per una malattia agli occhi che lo farà rimanere cieco per più di un anno.

1958.
Riceve il Microfono d'Argento

1959.
Nel novembre riceve dall'Anica una targa d'oro in riconoscimento della sua lunga carriera artistica e del suo contributo al cinema italiano.

1964.
Pubblica con l'editore Fausto Fiorentino di Napoli una raccolta di poesie napoletane scritte negli ultimi decenni, intitolato "A livella".

1966.
Incontra Pier Paolo Pasolini per cui interpreta "Uccellacci e uccellini" e i due cortometraggi "La terra vista dalla luna" e "Che cosa sono le nuvole?". Per l'interpretazione di "Uccellacci e uccellini" gli vengono assegnati il Nastro d'Argento, e il Globo d'oro.

1967.
Muore a Roma, nella sua casa, il 15 aprile per una crisi cardiaca. Dopo la cerimonia funebre svolta a Roma, la salma viene trasportata a Napoli, dove una moltitudine di persone presenti, dall'uscita dell'autostrada fino alla Basilica del Carmine Maggiore, danno l'estremo saluto a Totò, prima della sepoltura nella Cappella de Curtis al Cimitero del Pianto.



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40 anni senza TOTO'   15/4/2007 15.25.54 (163 visite)   Full.
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