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http://viaggi.repubblica.it/dettaglio/Il-cuore-verde-del-mondo/133621
non vedo l'ora!!!!!! mi devo fare di amazzonia di flora e fauna unici!!! e pensare che qui c'è chi uccide animali per sport!!!!!
"In Italia avete il Colosseo. Ad Atene c'è il Partenone, in Egitto le mummie di quattromila anni fa. Da queste parti è un po' diverso: le nostre, di mummie, sono ancora in vita. E così i monumenti. Sono gli indigeni quechua, sono i grandi alberi kapok. Sono i rumori e i silenzi della selva. I maestosi uccelli preistorici, il sangue di drago che sgorga dalle cortecce, la medicina tradizionale indigena". Lenin Moreno, vice-presidente dell'Ecuador, propone un'alternativa alle Galapagos. "Visitate la nostra Amazzonia. È un altro modo per conoscere la storia dell'uomo, del mondo. E collaborando ad un turismo intelligente, ci aiuterete a "sfrattare" le multinazionali del petrolio".
Portavoce del Paese latino-americano, che da qualche mese ha serenamente preso le distanze dagli Usa alla ricerca di un'alternativa di sviluppo ed emancipazione che sia il meno consumistica possibile, Moreno ha un'idea ben precisa. Originario dell'Amazzonia ecuadoriana, sta cercando di trasformare quel milione di ettari di foreste ad oriente, al confine con il Brasile, in un grande centro di eco ed etno-turismo. Ridimensionando l'indotto petrolifero, per arrivare un giorno all'inaugurazione di una Università dell'Amazzonia e cioè della Madre Terra. "Perché questo è il polmone del mondo, ed è anche il vostro polmone. Venite a rendervene conto, prima che sia troppo tardi".
Accettare l'invito significa - inevitabilmente - partire dalla città di Coca, a solo mezz'ora di volo dalla capitale, Quito. È dal porto fluviale di questa cittadina che nel 1541 salpò lo spagnolo Francisco de Orellana, compagno di conquista di Pizarro: navigando il rio Napo finì nel Marana e sfociò nel più grande fiume che avesse mai visto. Rio delle Amazzoni, lo chiamò: intravedendo sulle rive alcuni aggressivi indigeni dai capelli lunghi, credeva di aver riconosciuto le guerriere della mitologia greca. Sulla rotta di Orellana, è sufficiente un'ora e mezzo di canoa a motore per penetrare nel cuore della selva amazzonica, ed è quasi come tornare indietro di cinquecento anni. I turisti possono scegliere se fermarsi in uno dei lodge allestiti negli ultimi anni lungo il fiume, o continuare a navigare a bordo di un suggestivo albergo flottante, in Manatee Explorer. Manatee è il nome di un mammifero timidissimo di reminescenza salgariana, il dugongo o lamantino, che da queste parti chiamano vaca marina. L'hotel viaggiante, a due piani, può ospitare al massimo ventisei persone, in piccole ma comode stanze con aria condizionata, ribattezzate con i nomi degli animali della regione: formica e anaconda, pappagallo e piranha, tucano e delfino, scimmia, giaguaro o salamandra.
Con la navigazione verso oriente comincia un altro viaggio straordinario, una scoperta continua che è anche un po' quella di cinque secoli prima, perché nulla sembra essere cambiato. L'albergo galleggiante cerca la terraferma e attracca, permettendo di muoversi più agilmente con le canoe ed esplorare gli affluenti del Napo o penetrare nella boscaglia. Le condizioni climatiche sono meno complicate del previsto: caldo e umidità si fanno sentire, ma le due escursioni giornaliere - più qualche passeggiata notturna a sorpresa - non sono mai troppo faticose. A seconda delle stagioni è possibile partecipare a programmi che durano da cinque a dieci giorni. Le guide e il personale di bordo parlano inglese e spagnolo, spesso francese, raramente italiano. Le comitive sono spesso composte da ecuadoriani o da nordamericani, più raramente da europei. Per i bambini - è consigliabile che abbiano almeno compiuto i sei anni - è naturalmente un'esperienza indimenticabile. Delfini rosa d'acqua dolce, scimmie-scoiattolo, caimani, circa seicento varietà di uccelli. Ma ci vuole rispetto e pazienza, non siamo allo zoo.
Il governo ha voluto che fossero gli indigeni delle varie etnie - huaorani, shuar, cofan, secoya, cayapa e altri - a gestire un patrimonio mondiale come la riserva biologica di Limoncocha (laguna verde) o il Parco nazionale Yasunì, o ancora il Panacocha, che in quechua significa lago dei piranha. Rispetto e pazienza sono dovuti anche alle popolazioni locali, gentili ma timide. Come il manatee. "Sono i padroni di casa da migliaia d'anni, bisogna avere fiducia in questa gente:
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