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Nella prima parte si scatena, facendo impazzire il pubblico, su sesso, donne, mondo del porno, alieni, pesciolini rossi, Bibbia e Dio, mentre nella seconda, dedicata a politica e attualità, si ride meno, ma lascia spazio ad ampie riflessioni. Riportando fatti vissuti, nomi e cognomi, il comico parla di censure e ipocrisie, assumendosi in prima persona colpe e responsabilità. Chiede Luttazzi a gran voce l’abolizione delle “leggi vergogna di Berlusconi e della su banda”, i provvedimenti ad personam in campo giudiziario, la legge 30, senza dimenticare il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan e dall’Iraq. Tutto questo non tralasciando gli ultimi avvenimenti politici mondiali e lanciando divertenti stoccate a Prodi e D’Alema.
Il pubblico approva e applaude e lui lo premia con notizie improbabili, e i “Forse non tutti sanno che”, mentre stupisce quando dichiara, serio, di approvare la finanziaria di Padoa-Schioppa. One man show privo di artifici, Barracuda 2007 coglie la migliore lezione di Mel Brooks, portando la satira all’eccesso, ma quando ci si alza dalla poltrona oltre alle due ore e mezza di risate rimane un gusto amaro perché virtù, e soprattutto vizi, di “un Paese da barzelletta” vengono tutti alla luce. La tv, dalla quale Daniele è stato espulso, non viene risparmiata per il mondo vacuo e buonista di cui è portavoce e dei suoi falsi idoli che “vanno vantandosi ogni giorno del loro qualunquismo”. “Possono togliermi di mezzo – ride Luttazzi – ma c’è già 007 a prendere il mio posto.” Sembra proprio un’indagine sociale e politica questo spettacolo da non perdere su un’Italia in cui ormai sono i comici a permettersi il lusso di dire la verità. “Mi chiedono: andrai a pisciare sulla tomba di Berlusconi quando sarà morto? No grazie, non voglio fare la fila” Chiude così con la sua “vittima” preferita, tra micro racconti e maligni sgambetti, il Luttazzi versione Barracuda.
Erika Saggiorato
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