Nick: Bardamu Oggetto: sangue sul 1 maggio Data: 1/5/2007 14.25.21 Visite: 117
Un'altra tragedia sul lavoro. Proprio il Primo Maggio, festa dei lavoratori dedicata quest'anno alle morti bianche. La sciagura è accaduta a Sorrento, dove il braccio e la pedana di una gru sono crollati. Nel crollo sono rimaste schiacciate due donne, suocera e nuora, Claudia Morelli, 86 anni e Teresa Reale, cinquant'anni. Feriti tre operai sulla pedana. Due, Massimo ed Eduardo Donnarumma, figli del titolare della ditta, sono in rianimazione: erano nel "cesto" del braccio meccanico dell'elevatore che si allunga di diversi metri e si è spezzato proprio nel centro. Ferito anche un altro passante, un uomo, in condizioni non gravi. L'incidente è accaduto nella piazza del municipio, in piazza Sant'Antonio, dove gli operai stavano allestendo il palco per la festa patronale di Sant'Antonino. Sul posto si è subtio radunata una grande folla. Sono intervenuti polizia, carabinieri, vigili del fuoco e vigili urbani. In piazza anche il sindaco di Sorrento Marco Fiorentino. I due cadaveri sono rimasti a lungo sul posto coperti da un lenzuolo bianco. Il magistrato ha immediatamente disposto accertamenti per verificare se la zona era stata messa in sicurezza in vista dei lavori di montaggio della festa. I tre operai rimasti feriti, infatti, stavano montando le luminarie per la festa patronale. I tre si trovavano all'interno di un "cesto" posto all'estremità di un braccio elevatore montato su un camion. Il braccio si è spezzato e ha schiacciato le due passanti. Le due vittime tornavano dalla messa e passavano dalla piazza centrale proprio per dare un'occhiata ai preparativi per la festa del paese. In genere, le due donne andavano a messa in cattedrale. In questo caso, però, erano in ritardo e hanno "ripiegato" sulla chiesa di Sant'Antonino, più vicina a casa. poche ore prima ROMA - "E' assurdo che si debba morire sul lavoro. E aggiungo io, per salari bassi, talvolta indecenti". Il presidente della Repubblica cita le parole del figlio di una vittima sul lavoro nel corso di una cerimonia al Quirinale, in cui ha consegnato speciali onorieficenze ai figli dei caduti. "Non limitiamoci alla denuncia" ha detto, dobbiamo sentire "il dovere istituzionale di reagire, di indignarsi, di gettare l'allarme, di sollecitare risposte". "Diciamolo forte - ha continuato il presidente - dobbiamo volere condizioni di lavoro più umane, più civili, più rispettose dei bisogni e della dignità di tutti. Dobbiamo volere un'Italia migliore". |