Nick: Boules Oggetto: Informazione Data: 10/6/2007 12.27.56 Visite: 186
Che i media, principalmente la televisione, tendono spesso piú che ad informare a deformare la notizia data, non é una novitá. In base all´orientamento politico di chi espone i fatti, la stessa notizia puó assumere una valenza diversa in base al messaggio che si vuole veicolare. A questo proposito, incuriosita da quanto accennato in un programma televisivo mi sono documentata ed ho scoperto quanto segue. Pensateci bene prima di sintonizzarvi sul tg quattro di Emilio Fede, perché se poi vi intervistano per un sondaggio azzeccate le figurelle e rivelate di essere cialtroni e ignoranti. Io vi ho avvisati......:D Firme - Paul Kennedy Se scegli di guardare Fox News o di leggere il New York Post, dichiari il tuo livello culturale Un’équipe di esperti in sondaggi dell’università del Maryland studia da anni l’atteggiamento degli statunitensi verso la politica estera, e analizza il loro modo di vedere la situazione internazionale. Da sempre questi rilevamenti sono molto interessanti. E più che mai lo è il recentissimo studio intitolato Pipa-Program on International Policy Attitudes. Perché? Perché gli studiosi hanno analizzato molti sondaggi per stabilire una correlazione fra l’atteggiamento dell’opinione pubblica verso la guerra in Iraq e le fonti d’informazione. Il rapporto su questi sondaggi ci dà quindi un quadro esatto dei nostri media (stampa, radio e tv), e al tempo stesso dell’atteggiamento degli americani. I risultati sono sorprendenti e inquietanti per chiunque voglia che l’America sia una democrazia forte e informata. Per cominciare, il sondaggio si concentra su tre dei principali errori ancora diffusi tra gli americani (le inchieste sono state effettuate tra giugno e settembre). Le tre convinzioni errate sono: 1) Che siano state trovate prove dei rapporti fra l’Iraq e al Qaeda; 2) Che in Iraq siano state scoperte armi di distruzione di massa; 3) Che l’opinione pubblica mondiale abbia approvato l’invasione statunitense. Tutte e tre le tesi sono infondate fino al grottesco, eppure ancora il mese scorso il 48 per cento dei cittadini americani interpellati credeva alla prima, il 22 per cento alla seconda e il 25 per cento alla terza. Com’è possibile? Be’, dicono quelli del Pipa, la spiegazione più probabile di questi errori grossolani sta nelle fonti d’informazione usate dagli intervistati. E allora, che cos’hanno fatto i nostri geniali statistici? Hanno estratto dal campione le persone che avevano fatto più errori e quelle che ne avevano fatti meno, e hanno chiesto loro di indicare le fonti da cui prendono le informazioni: per esempio le grandi reti televisive, la National public radio (Npr) o il Public broadcasting service (Pbs), e i giornali. E qui è il caso di dire: "Beata ignoranza". Tra gli americani ben informati, che sapevano che tutte e tre le affermazioni erano false (o almeno non dimostrate), solo il 23 per cento era favorevole alla guerra. Fra quanti condividevano uno dei tre errori, era per la guerra il 53 per cento. Fra quanti credevano a due dei tre "errori", i favorevoli all’intervento armato erano il 78 per cento. Infine, fra coloro che credevano a tutte e tre le false affermazioni, i favorevoli alla guerra raggiungevano un sorprendente 86 per cento. Ma è davvero stupefacente? Be’, se uno è convinto che l’Iraq e al Qaeda siano alleati, che si siano trovate le armi di distruzione di massa, e che l’opinione pubblica mondiale sia con gli Usa, perché non dovrebbe aderire alla chiamata alle armi del presidente? Ma l’aspetto più inquietante degli esiti del sondaggio è la correlazione con le fonti di notizie. Gli americani che prendono le notizie dalla carta stampata o dalla Npr o dalla Pbs sono di gran lunga i meno inclini ad abboccare alle mistificazioni. Secondi in classifica, ma con un certo distacco, gli spettatori della Nbc e della Cnn. Fra gli spettatori dell’Abc e della Cbs, quelli che sbagliano sono molto più numerosi degli altri. Ma il primato spetta a Fox News. Secondo i sondaggi, addirittura l’80 per cento di quelli che si erano informati sulla guerra guardando la Fox credevano ad almeno una, e in molti casi a più d’una, di quelle tesi errate. Su questo punto il rapporto del Pipa si esprime con molta cautela, ma la sintesi è chiara: "Coloro che attingono le informazioni prevalentemente da Fox News sono notevolmente più inclini ad avere concezioni errate; molto meno chi ascolta soprattutto la Npr o guarda la Pbs... Per giunta i sostenitori del presidente Bush e i repubblicani sono più soggetti a errori di comprensione". Tutto ciò non è difficile da interpretare: gli americani che ascoltano la Npr o guardano la Pbs sono più istruiti e meno provinciali di quelli che guardano Fox News. Ma si potrebbe andare anche oltre. Durante le settimane di guerra, molti americani, diffidenti per il nazionalismo spaccone dei telegiornali, hanno cambiato canale sintonizzandosi sul World Service della Bbc, o visitando i siti del Financial Times, del Guardian o di Le Monde. Solo i quotidiani nazionali statunitensi hanno continuato a fare un buon lavoro. Insomma, la lezione è: se leggi o guardi certi mezzi di informazione, ecco cosa ti succede. Se scegli di guardare Fox News o di leggere il New York Post, dichiari il tuo livello culturale, cioè dici che sei diverso da chi ascolta la Npr o legge l’Economist. Ma il rapporto del Pipa va oltre: chi s’informa da queste fonti dice qualcosa, consapevolmente o no, anche sulle sue posizioni ideologiche. Di solito è conservatore. Di solito è un nazionalista acritico. E ha idee infondate su ciò che succede nel mondo. Cioè ha più probabilità di sbagliarsi. È questo il retaggio che i mass media conservatori degli Stati Uniti vogliono lasciare al popolo americano e al mondo, all’inizio di questo secolo travagliato? Forse il detto: "Dove l’ignoranza è gioia, è una follia essere saggi" deve essere corretto. È un’ignoranza che ci è già costata molto, e in futuro ci costerà ancora di più. |