Nick: hightecno Oggetto: Da vedere.... Data: 11/5/2004 23.39.36 Visite: 74
okkio Rosa'... ----------------------------------------------- Esce nel weekend "The Football Factory" di Nick Love Film-documentario sugli scontri e le violenze fra tifoserie rivali GB, ecco il film sugli hooligans Paura per gli effetti sugli Europei Il Daily Express: "Scelta strumentale, può avere ripercussioni" Attesi in Portogallo 50 mila inglesi, allerta per la sicurezza ROMA - Sull'asfalto c'è un ragazzo con la testa fracassata a sprangate e imbrattata di sangue. Ed è solo l'inizio. La scelta è precisa, mirare al cuore del problema. Ci vuole il sangue, per raccontare una storia di hooligans. E così ha fatto il regista Nick Love con il suo The Football Factory, in uscita in Gran Bretagna il prossimo weekend, tratto dal bestseller omonimo di John King. Film atteso, già criticato ma soprattutto temuto, a poco più di un mese dall'inizio dei Campionati Europei di calcio. Perché non giudica né condanna ma solo racconta (e forse un po' enfatizza), in forma di docu-fiction, la vita di un gruppo di hooligans del Chelsea e la preparazione a uno scontro con i rivali del Millwall. E soprattutto presenta l'"hooliganismo" come una scelta di vita, l'unica in grado di restituire dignità e virilità a una certa tipologia di maschio inglese: disilluso, impotente, annoiato. Interpretato anche da veri tifosi e da alcuni veri hooligans, The Football Factory arriva sugli schermi a una settimana dall'arresto di un insospettabile professore inglese rivelatosi un "cervello" degli hooligans in Gran Bretagna e all'estero; a cinque giorni dagli scontri fra hooligans e studenti a Lodz, in Polonia, finiti in tragedia con la morte di due universitari; a dodici giorni dagli scontri fra hooligans, skinheads e autonomi durante una manifestazione del primo maggio a Zurigo. Pevedibili le preoccupazioni di alcuni osservatori, legittimo il sospetto che il film si traduca in propaganda. "The Football Factory è una scossa di adrenalina, alimentata dalla droga, in una storia d'amicizia, violenza e vendetta", recita il sito ufficiale del film. Ma il regista, che parla di una "questione squisitamente politica", dice di aver affrontato due aspetti, "la violenza brutale e il volto seducente della cultura hooligan". "Non c'è niente - dice Love, che ammette un debito di riconoscenza nei confronti di Trainspotting - che riesca a riscaldare gli animi in eguale misura come quel senso della community che spinge ad abbracciare l'hooligan-pensiero. E a legare ad esso la vita e la morte". Protagonista della storia è Tommy, 20 anni, annoiato e depresso che vive in attesa del weekend e di ciò che questo porta con sé: sesso occasionale, birra, droga. E quando capita, spiega,"spaccare il c... a qualcuno". Quattro le generazioni di tifosi ritratte nel film: Tommy e il suo amico Rod, ventenni; il quarantenne Billy; il nonno settantenne di Tommy, eroe della seconda guerra mondiale; l'adolescente spacciatore Zeberdee. "Quali che siano le intenzioni del regista, questo film esalta la violenza come esperienza necessaria nella vita di un tifoso", ha dichiarato Mark Perryman, "accademico del calcio" e membro della London England Fans. Il Daily Telegraph loda il realismo della pellicola: "E' una rappresentazione accurata e senza false ipocrisie". Ma il Daily Express condanna il film come "una strumentalizzazione del fantasma dell'hooliganismo alla vigilia degli Europei". In Portogallo sono attesi circa 50 mila tifosi inglesi, con grande preoccupazione degli organizzatori. Si lavora per contenere i rischi e scongiurare che si ripeta quel che accadde durante gli ultimi Europei, nel 2000. Ma il regista insiste: "Si tratta di uno studio, legittimo, sulla working class, sulla violenza nel calcio e sulla cultura maschile. Se qualche hooligan ha deciso di andare agli Europei, credo che lo farà egualmente, che abbia o non abbia visto il film. Avrei un ego smisurato, se pensassi che The Football Factory sia così efficace da incitare alla violenza". Intanto il film è stato molto apprezzato dagli hooligans che hanno potuto vederlo grazie ad alcune anteprime in Inghilterra, Scozia e Galles. "Le loro reazioni sono state sorprendenti - ha raccontato il regista - hanno detto che si tratta di un film bello, e soprattutto vero, nel quale si sono finalmente riconosciuti".
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