Nick: Buendia Oggetto: com'è dannatamente difficile Data: 15/6/2007 11.59.13 Visite: 163
svegliarsi la mattina presto, dove per presto intendo le 6.30-7.00 prepararsi il caffé e pulire se cade, come sempre cade, il macinato nel momento di riempire la moka tornare in camera, spalancare le imposte per fare entrare l'aria e il sole nuovo nelle stanza e sulle lenzuola ancora tiepide di sonno vincere la voglia di rimettersi a dormire mentre scorrono in testa tutte le cose da fare nelle prossime 24 ore infilarsi sotto una doccia che puntualmente è sempre troppo calda-troppo fredda scegliere qualcosa di decente da mettersi addosso per non sembrare un sacco di patate
scendere di casa senza scordare nulla d'importante quei documenti per cui ci aspetta una fila, il cellulare per gl'imprevisti, l'ombrello se piove, fazzoletti se ti caca addosso un piccione, i soldi!... gli stramaledetti soldi, 10 euro nel portafogli da sacrificare ad un eventuale rapinatore, e il resto, se c'è un resto, nel reggisenno come ai tempi di mae west; infine le chiavi, non vorrai restare fuori casa quando fuori il mondo è troppa roba da poterla sopportare?
arrivare in strada e prendere un mezzo pubblico mi viene angoscia solo a pensarci, saltiamo questo passaggio giusto m'appunto che è difficile riuscire a timbrare il biglietto in un autobus che trabocca di mani, braccia e piedi dappertutto perché si è tutti ad aspettarlo da mezz'ora e tu sei in bilico sul predellino con qualcosa di appuntito che ti scava in una costola e la porta automatica che ad ogni fermata ti schiaccia nel sudore della carovana in lamentazioni... è difficile arrivarci all'obliteratrice, è difficile decidere d'infilarci il tuo biglietto stropicciato dentro, è difficile non farlo... a voi la scelta, ma si scende dalle porte centrali, e si sale davanti e dietro, dannazione, è una regola che capirebbe anche un bambino, come in un gioco, non pensate sempre ai cazzi vostri, per risparmiare un metro e se ve lo faccio notare mentre cerco di scendere e voi mi ributtate dentro a furia di salire sappiate che non sono pazza, sono solo sfortunata perché vivo nella nazione sbagliata, e poco coraggiosa o troppo ostinata per andare via
e poi e poi qualsiasi sia l'impegno che ci è richiesto nella nostra vita, com'è dannatamente difficile essere puntuali, rispettare gli orari, restare calmi davanti all'arroganza, vincere la tentazione di fare i furbi dio, com'è difficile credere che sia nato cristo, non è che duemila anni sono troppi perchè si possa ancora crederci, non è che magari ci vorrebbe un miracolo terribile, tipo far resuscitare i morti e vederli tutti insieme, milioni di loro, ridere, ridere dei nostri affanni, dei nostri peccati che ci tirano sottoterra per i piedi, centinaia di milioni di voci che tacciono e ci fanno sentire tutto il peso della nostra cosciente follia?
com'è difficile e pesante da respirare quest'aria inquinata, sentire la polvere che ci copre come vecchi comò in una casa in cui non entra più nessuno, com'è difficile accettare che possiamo morire senza avere mai vissuto
com'è difficile spegnere la luce e riconoscere che siamo debitori anche quando diciamo di non avere niente, spegnere la luce e trovare la pace che non scende in piazza con una bandiera colorata, non urla, non picchia, non provoca.
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