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Sul Wimax ci sono due petizioni una Rodriguez (supportata da Grillo) che ha raggiunto 100.000 firme e una scritta e diffusa da me, da questo sito, da amici. Siccome sta per accadere una tipica abnormità italiana e le due petizioni, sia pure con posizioni diverse, vogliono evitarla, sottopongo ai più volenterosi questa mia (parziale ovviamente) valutazione delle due petizioni. Buona lettura a chi ha la forza e ditemi la vostra! Io ritengo che la petizione Rodriguez appoggiata da Grillo sia un'iniziativa lodevole perché ha posto la questione, del tutto trascurata dai media, ed ha raccolto numerosissimi consensi, svolgendo quindi anche una funzione informativa, oltre che di controllo sull'operato politico. Da avvocato, interessato di questioni economiche e di nuove tecnologie, rilevo però che tale iniziativa è carente dal punto di vista della proposta, che non elimina i grandi problemi connessi alla delibera Agcom del 9/5/2007. In estrema sintesi la decisione Agcom si può riassumere così: -le aste di assegnazione delle frequenze saranno fatte col massimo rilancio; -le concessioni avranno durata di 15 anni rinnovabili -l'asta sarà su base macroregionale (possibile accorpare fino a quattro regioni); -le varie telecom con poche limitazioni potranno concorrere; -gli aggiudicatari potranno sfruttare a scopo di lucro le frequenze. Questa prospettiva è del tutto antieconomica, sia accettando un punto di vista social democratico, sia accedendo ad una visione liberista: -Le telecom e le imprese con scopo di lucro sono in palese conflitto d'interesse (basti pensare che il wimax associato al VOIP permetterebbe di parlare via cellulare gratis con chi ha il medesimo programma) e che la nuova tecnologia sarebbe concorrenziale rispetto alle attuali offerte adsl; -mettere all'asta le licenze significa introdurre una tassa implicita ed occulta, perché gli aggiudicatari, si rivarranno interamente sugli utilizzatori; -lo scopo di lucro si traduce in una rendita di posizione medioevale (o posizione di "superprofitto", ossia, imporre un pedaggio per il semplice accesso ad un'infrastruttura e non un profitto per la vendita di un servizio prodotto. La pur apprezzabile petizione Rodriguez, cercando di rimanere molto realistica non affronta, né risolve i gravissimi problemi economici di fondo, che vanno molto al di là della semplice fruizione del servizio wimax. Si sta creando un nuovo oligopolio sulle infrastrutture (che saranno costruite a debito dagli aggiudicatari, occupando le frequenze pubbliche, salvo rivalsa sugli utenti). L'errore è dello stesso genere di quando la rete fissa telefonica (già costruita) fu ceduta alla telecom creando gli effetti distorsivi di cui tutti oggi si lamentano. Le aste sulle frequenze sono vere tasse occulte, perché seppur anticipate dagli aggiudicatari, saranno scaricate anch'esse (come i superprofitti, gli interessi bancari ed i costi di impianto e gestione) sugli utenti. Una volta che le compagnie avranno pagato i corrispettivi delle aste ed avranno esercitato la concessione per il periodo stabilito (sia esso 15 anni, 30 anni o come ora si propone solo di 5 anni), si opporranno strenuamente alla dichiarazione di scadenza della concessione, che diventerà molto probabilmente perpetua e "giustificata" dagli "investimenti" (in Italia nulla è più definitivo del temporaneo, come insegna la vicenda Rete4). La proposta di una limitata banda di libero uso, oltre a non affrontare il problema delle aste e dello scopo di lucro, non è così realistica, come nelle buone intenzioni dei suoi autori. In sostanza (siccome non è possibile costruire più reti negli stessi ambiti regionali) si chiede che gli aggiudicatari riservino parte della banda su cui hanno sostenuto costi all'uso gratuito. E'facile comprendere che se tale banda di libero uso fosse sufficiente alla fruizione da parte di tutti i cittadini, gli "investimenti" degli aggiudicatari sarebbero una perdita secca e nessuno utilizzerebbe i servizi a pagamento. Ma questo scenario è irrealizzabile. In realtà la banda di libero uso, -se mai dovesse essere accettata- diverrebbe congestionata ed assolutamente inutilizzabile. Essa poi sarebbe facilmente boicottabile (un po'come le spiagge libere o la battigia marina, da sempre indebitamente occupate dai concessionari dei lidi). L'idea alternativa supportata dalla petizione http://www.petitiononline.com/WimaxIt/petition.html (molto meno diffusa di quella Rodriguez) è questa, la futura rete wimax (o altra tecnologia analoga) dovrebbe essere ispirata a pochi punti irrinunciabili: 1) Coprire con la banda larga la massima parte della popolazione (eliminando così il divario digitale che affligge ancora molte parti d'Italia); 2) evitare conflitti d'interesse e la creazione di rendite di posizione (cosa che accadrebbe se si consentisse alle varie telecom o a soggetti aventi scopo di lucro di aggiudicarsi le frequenze); 3) evitare assolutamente lo scopo di lucro sulla gestione della costituenda infrastruttura (che dovrebbe essere pubblica o anche privata ma sottoposta a controllo pubblico mediante Authority); 4) evitare i costi di assegnazione delle frequenze (che si avrebbero se si innescasse il meccanismo delle aste e che sarebbero scaricati sui cittadini, come tasse implicite, in aggiunta alle rendite di posizione ed ai costi di impianto e gestione). A ben vedere la petizione http://www.petitiononline.com/WimaxIt/petition.html promossa da me chiede il riconoscimento del WiMax come servizio pubblico (da affidare o a privati o allo stato) con regole e costi certi secondo principi economici moderni e condivisi. E'una proposta che, lungi dall'essere radicale o irrealizzabile, già è attuata nel nostro Paese per le emittenti televisive pubbliche e che non ostacola, ma anzi favorisce il commercio, lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro. Credo che la tecnologia deve essere governata non solo combattendo le pretese feudali di pochi, ma anche cercando di formulare le soluzioni economicamente più corrette. Sarei davvero felice se si iniziasse a discutere nel merito, evitando contrapposizioni che nuociono alla causa, ma evitando anche di fare il gioco del nemico, che vi assicuro è fortissimo e soprattutto assai ben fornito di avvocati ed economisti. |
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