Nick: asad Oggetto: STEFANO BIONDI Data: 14/5/2004 2.23.24 Visite: 50
Stefano Biondi: poliziotto ed eroe senza TV di Rita Guma (Presidente dell'Osservatorio sulla Legalità - Onlus) Credo meriti una riflessione la vicenda di Stefano Biondi, l'agente della Polstrada morto vicino Reggio Emilia sull'Autostrada travolto dall'auto in fuga di due delinquenti. Non e' la prima volta che agenti di polizia, carabinieri e di altri corpi dello Stato muoiono colpiti nell'adempimento del proprio dovere o addirittura, come accaduto a San Giuliano di Puglia, si gettano consapevolmente nel pericolo per salvare altre vite umane. Tuttavia l'assassinio di questo giovane poliziotto avviene durante le polemiche e le grandi manifestazioni mediatiche sui tre ostaggi italiani in Iraq e sull'assassinio di uno di essi, ed e' doveroso sottolineare quale differenza vi sia stata fra la reazione suscitata dai due episodi. In primo luogo, dissipando i dubbi della prima ora, che attribuivano a due extracomunitari l'omicidio di Stefano Biondi, sembra che gli autori del delitto siano due pregiudicati italiani che trasportavano droga e che gia' sono stati individuati dagli inquirenti. In secondo luogo, lungi da me voler fare confronti fra le due vittime, Quattrocchi e Biondi, molta differenza hanno invece fatto telecamere e commentatori. A parte chi ha criticato l'italiano assassinato in Iraq etichettandolo come mercenario quasi a giustificarne la fine, c'e' stato chi per contro lo ha celebrato come eroe per il coraggio e la fierezza mostrati al momento della morte e gira persino una petizione per chiedere al Presidente della Repubblica di conferirgli la medaglia al valor militare. Il povero Biondi invece fa parte della massa indistinta dei servitori dello Stato, in particolare nella categoria che molti qualificano ormai piu' solo come "sbirri", a causa di alcune mele marce che in diverse occasioni, e con diversa intensita', hanno abusato delle proprie prerogative per sfogare istinti o passioni che con la democrazia e la difesa dell'ordine pubblico hanno poco a che vedere. Dalle ultime ricostruzioni, il poliziotto ucciso in Emilia aveva gia' terminato il turno, ma avendo sentito le chiamate via radio, si era rimesso in servizio con un collega, per dare man forte alle altre pattuglie. Quando ha intercettato l'auto dei banditi - una Porsche - la vettura della Stradale in cui era Biondi si e' fermata per farsi tamponare al fine di bloccare l'autovettura incriminata. Quando Biondi e' uscito dall'auto con la pistola in pugno, l'auto dei banditi e' ripartita ad alta velocita', travolgendo in pieno l'agente, che ha fatto un volo di alcune decine di metri. Dall'arma del poliziotto sarebbe anche partito un colpo, sulla traiettoria del quale si sta indagando. Se i fatti stanno come sembra, comunque, si potra' attribuire all'agente Biondi la motivazione per la medaglia al valore: "con alto sprezzo del pericolo". Anche se questo non ridara' la serenita' alla famiglia colpita dal dolore, credo che potrebbe essere un modo di rendere onore ad un giovane che ha interpretato il suo impegno per la difesa dello Stato dalla criminalita' come un valore molto piu' alto di quanto non facciano o dicano tanti altri che vi sono preposti a livelli anche superiori. E dovrebbe rendere onore a tutti quei suoi colleghi che operano con altrettanta abnegazione. Stefano Biondi. Una morte che non fa audience I funerali di Stato di Stefano Biondi sono stati celebrati ieri alle ore 16, nel Duomo di Modena, ma gli organi d'informazione non se ne sono accorti. In fondo, cosa mai sarà la morte di un ragazzo di 28 anni, un poliziotto come tanti. Il comportamento dei principali TG della tv di stato e di quelle private hanno semplicemente snobbato l'evento Per contro, non ci hanno fatto mancare in tutta la giornata, fino a notte inoltrata, la solita overdose di servizi e congetture sulla sorte dei nostri concittadini prigionieri in Iraq. Dovrebbero vergognarsi persino quei comitati di redazione sempre pronti a far diventare una questione di stato le più piccole e insignificanti beghe interne e a lanciare allarmi sul pluralismo e sulla democrazia nell'informazione, a rivendicare il diritto di cronaca del quale non di rado fanno un pessimo uso. Non c'è tg o programma "contenitore" che in questi giorni non ci abbia riproposto in tutte le salse e con tutti i collegamenti possibili e immaginabili la vicenda dei tre uomini sequestrati in Iraq, con tanto di interviste clonate replicate all'infinito, tanto da provocare persino la legittima reazione degli uomini del Sismi dei quali rischiano di vanificare il difficile e rischioso lavoro. E la chiamano informazione ! ma in fondo questo è il Paese dove diventano Commendatori della Repubblica quelli che la guerra la raccontano, mentre ai poliziotti e ai soldati che la guerra al crimine e al terrorismo la combattono in prima linea una medaglia è concessa solo se crepano, e possibilmente senza disturbare. Povero Stefano, morto per tutti noi, anche per chi di te se n'è subito dimenticato. Che vuoi farci, questione di audience, le nominations e le eliminazioni al "Grande Fratello" incombono. Riposa in pace e perdonali, anche se il tuo sacrificio proprio non lo meritavano. Lo spettacolo, per quanto squallido, deve continuare. (Salvatore BAIOCCHI) Stefano Biondi: promozione per merito straordinario alla memoria La Commissione Centrale per le ricompense al personale della Polizia di Stato, eccezionalmente presieduta dal Capo della Polizia prefetto Gianni De Gennaro, ha proposto la ricompensa al Valor Civile e deciso la promozione per merito straordinario alla memoria all’agente scelto Stefano Biondi il quale "evidenziando elevatissime capacità professionali ed operative, eroico coraggio e non comune senso del dovere, non esitava a sacrificare la propria giovane vita per assicurare alla giustizia due pericolosi rapinatori". Insieme a Stefano Biondi, travolto ed ucciso dall’auto di due rapinatori, poi assicurati alla giustizia, nei pressi del casello di Reggio Emilia dell’autostrada A/1, è stato promosso per meriti straordinari un altro poliziotti e ad altri ancora, che hanno preso parte a vario titolo all'operazione, è stato attribuito l'encomio solenne. Agente ucciso sull'Autosole Droga sull'auto degli assassini Uno dei banditi era stato coinvolto in una sanguinosa rapina REGGIO EMILIA - Spunta la droga nella tragedia dell'Autosole. Sulla Porsche che ieri sera, durante un inseguimento nei pressi del casello autostradale di Reggio Emilia, ha travolto e ucciso l'agente della Polstrada Stefano Biondi, sono stati trovati circa due chili, di cocaina. La notizia spiega la fuga e il drammatico inseguimento che si è concluso con la morte di Biondi. Michele D'Ambrosio, ferito da colpi di arma da fuoco, è ricoverato in ospedale. Alla fine degli anni '80 fu coinvolto in una sanguinosa rapina in Austria, in cui morì un gioielliere. Insieme a lui c'erano due italiani che sono ancora in carcere. Il suo complice è un pregiudicato di 28 anni, Fabio Montagnano, residente a Bologna e con precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. A differenza di quanto si era detto ieri, si apprende che la Porsche non risulterebbe rubata, ma sarebbe intestata a una ditta bolognese e nella disponibilità di una terza persona, non coinvolta direttamente nell'inseguimento. Sembra ormai chiara, infine, la dinamica dei fatti. Il poliziotto ucciso aveva già concluso il suo turno, ma avendo sentito via radio le note di ricerca della vettura si era rimesso in servizio con un collega, per dare una mano alle altre pattuglie. Ha intercettato la Porsche: la sua auto è riuscita, facendosi tamponare, a farla fermare. Biondi è uscito pistola in pugno, ma la Porsche dei banditi è ripartita ad alta velocità e lo ha travolto. Poi la macchina, danneggiata, si è fermata un centinaio di metri dopo, e i due hanno tentato la fuga a piedi, scavalcando la rete di recinzione dell' autostrada e finendo nel parcheggio di una cooperativa di autotrasporti. Una fuga durata pochissimo, perché le molte pattuglie impegnate nelle ricerche sono riusciti a bloccarli subito.
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