Anche se un po’ in ritardo, qualche appunto sparso di letteratura. Non si sa mai che vi possa fare comodo.
Vediamo, cominciamo da…
GIOVANNI PASCOLI
Pascoli era un personaggio piuttosto malinconico. Apatico. Di quelli che non tengono mai genio di fare niente. Infatti ogni volta che gli amici lo chiamavano, lui non scendeva mai inventandosi ogni volta qualche scusa. La sua passione lo portava ad utilizzare spesso termini scientifici del campo zoologico e botanico, il che portava inevitabilmente al fatto che di alcune sue poesie si capiva poco o niente.
La capata più grande, la prendeva contro le forze della natura e le ingiustizie e le sofferenze della vita: ammorbava così tanto gli amici con le sue teorie che ben presto questi ultimi si azzelliarono di andarlo a chiamare e cominciarono ad uscire da soli. A questo si deve il vacillare pericoloso della mente di pascoli, che pian piano sprofonda in un delirio ‘e strunzaggine.
Produzione poetica.
Dieci agosto, san Lorenzo io lo so perché tanto ecc ecc. ve la ricordate tutti. È una delle poesie che pascoli dedica al padre morto. Aberrante il paragone con la rondine che viene presa a pallettoni . lo stesso tema viene ripreso nella “cavallina storna”, segno che pascoli ormai aveva perzo ‘a capa tanto da parlare con un cavallo.
Discorso a parte merita la teoria del fanciullino. Sebbene rassegnato all’idea di essere assoggettato alle pene dell’esistenza, pascoli decide di avotare il punto di vista e si inventa questo fanciullino.
Lo immagina come un bambino che si meraviglia di tutto, tentando di riportare su carta le espressioni sue di meraviglia.
I risultati sono orripilanti. Più che sorpreso davanti alle bellezze del creato, il fanciullino, la cui meraviglia resta palesemente forzata ed esagerata fino a sfociare nel ridicolo, sembra più un bimbo con gravi problemi mentali perennemente in stato stuporoso.
La famiglia
Dopo la morte del padre, pascoli comincia a rompere le palle con le sue teorie del nido. Un po’ maldestramente, si fa sgamare mentre cerca di fare un menage a trois con le due sorelle. Il tentativo non gli riesce, anche se lui dirà sempre che si trattava del nido familiare. Si, o cazz.
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