Nick: hightecno Oggetto: eros & pathos (cap XIII) Data: 17/5/2004 12.21.23 Visite: 23
Il sentimento amoroso è un oggetto poliedrico, le cui tante facce si mostrano con ritmi alterni, seguendo il flusso delle nostre emozioni. Quando ci innamoriamo, in realtà, siamo preda dell’azione simultanea di più fattori, che agiscono sulla nostra psiche in maniera impercettibile ma molto efficace. Gli amanti, di conseguenza, vengono a trovarsi in una situazione che altro non è che il diretto risultato di più variabili fra loro interagenti. In particolare, è importante osservare che l’amore scaturisce da differenti moti pulsionali, tesi ora alla tenerezza, ora alla sensualità e molto spesso al proprio appagamento narcisistico. L’enigma, il mistero dell’amore, trova certamente senso nella poliedrica varietà di cui questo sentimento si compone. La costellazione dinamica di sensazioni e affetti, sia coscienti che inconsci, attraverso la quale l’amore trova espressione, non può in alcun modo essere ridotta a un elemento statico e monocellulare. Già soltanto per le sue caratteristiche esteriori, la condizione dell’innamoramento si configura come un esteso mosaico, costituito da una vastità di tasselli tutti ugualmente preziosi e indispensabili. L’impatto visivo con una simile immagine costituisce per la nostra anima un vero e proprio bombardamento sensoriale, così rapido e fulmineo da non potere opporgli alcuna resistenza. Gli amanti esperiscono una fusione totalizzante che inevitabilmente procura loro un senso di grande felicità e sentendo la propria anima così vicina a quella dell’altra persona l’uno sente di potere abbandonarsi tranquillamente nel caldo abbraccio dell’altro. Nei momenti più significativi dell’amore, come ad esempio può essere la fase dell’innamoramento, è sempre molto difficile, pressoché impossibile, riuscire a immaginare se stessi come individui, ossia come esseri unici, autonomi, differenziati. L’amore comporta una totale dedizione dell’Io alla persona amata e questo provoca una alterata percezione di ciò che siamo e del significato profondo della nostra vita. Non sempre ci innamoriamo di una persona per le sue tante qualità fisiche e spirituali: più spesso di quanto potremmo pensare, infatti, ci innamoriamo nel tentativo di assecondare i moti della nostra anima. Per questa ragione è possibile affermare che tra il processo idealizzante dell’amore e il sano ma egoistico bisogno di appagare le richieste del nostro mondo interno esiste una correlazione particolarmente intensa. Anche nelle sue manifestazioni più radiose ed eclatanti, ove si realizza un vero e proprio idillio, il sentimento amoroso continua a nutrirsi di bisogni assolutamente individuali, di ciò che potremmo considerare come vero e proprio egoismo. Per fortuna, però, gli innamorati sono del tutto inconsapevoli delle tante dinamiche psicologiche che prendono vita nelle loro anime. È questo genere di inconsapevolezza, infatti, che permette loro di vivere il proprio sentimento come la massima espressione dell’amore, convinti che mai nessuno potrà godere di un privilegio tanto elevato, beneficiare di uno stato di grazia così appagante. Pervasi da quell’aurea magica e vivificante che solo la condizione estatica dell’innamoramento riesce a produrre, gli amanti sostano nelle loro illusioni, ignari di tutto ma, forse proprio per questo, felici e appagati. Assorbito e fagocitato dall’intensa attività di investimento affettivo in cui si trova impegnato, l’Io non è in grado di concepire il sentimento amoroso come una dimensione frammentata, multisfaccettata. Ma se agli amanti tutto si perdona, al punto di giustificare le loro tante follie e la loro ottenebrata capacità di giudizio, altrettanto permissivismo non può essere concesso a chi intenda comprendere il mistero di questo sentimento. Per chi osserva gli innamorati dall’esterno, il loro coinvolgimento e le illusioni in cui amano cullarsi possono apparire sconcertanti. A chi vive queste emozioni come reali non rimane che augurare che l’incantesimo possa durare il più a lungo possibile. |