Nick: Cattivo Oggetto: Notizia Ansa. Data: 18/5/2004 23.40.55 Visite: 108
Mia premessa: Grazie governo Berlusconi. Non aggiungo altro. Leggete il tutto con cura.. buon divertimento ! ROMA, 18 MAG - Disparita' regionali, sistema economico in crisi, competitivita' in caduta libera, impennata della spesa sanitaria delle famiglie, poverta', rischio inflazione sempre dietro l'angolo. La fotografia scattata dall'Istat sull'Italia 2003 e' quella di un Paese con la marcia in folle. Un Paese attanagliato da mille problemi, dove un segnale positivo e' la crescita dell'occupazione, in particolare femminile, anche se le donne fanno sempre piu' fatica a conciliare famiglia e lavoro. E dove continua a crescere la voglia di impegnarsi per i piu' deboli, con un ulteriore aumento di coloro che si dedicano al volontariato. Ecco, capitolo per capitolo, tutte le novita': - SISTEMA ECONOMICO IN CRISI E COMPETITIVITA' IN CADUTA LIBERA: L'Istat parla di una caduta verticale in termini di competitivita', che coinvolge tutti i settori, ma soprattutto quello industriale. In questa situazione, l' economia perde colpi, ed a partire dal 2002 ha registrato un forte rallentamento rispetto al tasso medio di sviluppo del precedente quinquennio, 1997-2001. Il rapporto conferma anche il 'nanismo' della struttura imprenditoriale italiana, caratterizzata da una preponderante presenza di microimprese con meno di dieci addetti, che da sole assorbono oltre il 48% dell' occupazione complessiva. L' Istat fa presente che mentre il 2003 e' stato caratterizzato a livello mondiale da ''un significativo rafforzamento dello sviluppo'', l'Ue, ma ancora di piu' l'Italia, ''hanno visto proseguire lo scorso anno una fase di crescita quasi nulla, che dura dalla seconda meta' del 2001''. - INFLAZIONE SEMPRE DIETRO L'ANGOLO: L'impennata del prezzo del petrolio ha bloccato la tendenza al ribasso partita a gennaio e ''e potrebbe mettere a rischio anche nei prossimi mesi la prosecuzione della tendenza al ribasso del carovita''. Nel 2003 al Sud il 33% dei capoluoghi ha avuto un' inflazione superiore alla media nazionale. - FORTI DISPARITA' REGIONALI: L' Italia e' il Paese dell' Unione Europea in cui sono piu' consistenti le differenze in termini di reddito regionale per abitante, superiori fra l' altro a quelle esistenti in Germania, Spagna, Belgio ed Irlanda. In Italia poco meno di un terzo della popolazione (30,4%, cioe' circa 17,5 milioni di persone), vive in regioni in cui il pil pro capite e' inferiore al 75% della media nazionale. La graduatoria regionale della ricchezza, con riferimento all' andamento del reddito medio per abitante, vede al primo posto Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige, mentre fanalini di coda sono Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. - CRESCE LA SPESA PUBBLICA: L'incidenza in rapporto al prodotto interno lordo e' cresciuta dell'1,2% nel 2003 rispetto all' anno precedente, passando dal 47,6% al 48,8%. - RADDOPPIA LA SPESA SANITARIA DELLE FAMIGLIE: L'Istat conferma un andamento gia' evidenziato. La spesa delle famiglie continua a crescere, molto di piu' di quanto cresce la spesa pubblica che in dieci anni (dal 1991 al 2001) e' passata da 47 a 74 miliardi di euro. Le famiglie italiane invece hanno pagato di tasca propria 10 miliardi di euro nel 1991, 22 nel 2001. La spesa privata piu' alta si riscontra fra le regioni del Nord. Allo stesso tempo, diminuiscono i posti letto negli ospedali (da 320mila del 1997 a 246 mila nel 2002) e aumenta l'attivita' di day hospital. Sono infine aumentate le Asl che si sono dotate di servizi di assistenza domiciliare integrata (ora sono l'86,8%). - LE FAMIGLIE 'QUASI POVERE' SFIORANO IL MILIONE: Circa 467 mila famiglie si discostano dalla soglia di poverta' per una differenza comprensiva tra 50 e 100 euro e altre 452 mila di non oltre 50 euro. In pratica per oltre 900 mila persone la distanza dalla soglia di poverta' (sotto la quale sono gia' l' 11% degli italiani) si puo' misurare con il costo di una visita specialistica. Basilicata, Campania, Sicilia e Molise sono le regioni dove e' piu' elevata la percentuale di famiglie non povere, circa il 5%, con valori di spesa molto prossimi alla linea di poverta' (superiore, cioe', di non oltre 50 euro). Tale percentuale scende a meno dell'1% nel caso della Lombardia e si mantiene sempre inferiore al 2% per tutte le regioni del Centro-Nord. D'altra parte l'Istat ha quantificato che ad una famiglia povera su tre basterebbero 100 euro in piu' al mese per uscire dallo stato di poverta'. - LE DONNE LAVORANO DI PIU', MA A CHE PREZZO: Tra il 1995 e il 2003 l'occupazione femminile e' cresciuta del 19%. Ma per le donne conciliare famiglia e lavoro rimane un'impresa: l' occupazione femminile e' infatti dell'87% fra le donne sole e senza figli e del 50% per le donne in coppia e con figli. E una donna su tre, il 35,7% delle madri che lavora, ha difficolta' nel conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Inoltre, il 6% di tutte le donne che lavora in gravidanza dichiara di essere stata licenziata. E ben il 14% di chi lavorava in gravidanza ha scelto di lasciare il lavoro, dopo la nascita del figlio, per via degli orari inconciliabili. La lavoratrice piu' soddisfatta, infatti, e' l'insegnante, perche' riesce a conciliare lavoro e famiglia. In generale, comunque, dal mondo del lavoro arriva un segnale confortante: nel 2003 si e' registrato un aumento dell'1% in media annua, per l' ottavo anno di fila, anche se e' verificata una battuta d' arresto e dal gennaio 2004 vi e' ''un nuovo, debole aumento congiunturale''. - VOLONTARIATO IN CRESCITA, MA A COMANDARE SOLO UOMINI: Gli italiani che si dedicano al volontariato (''componente strutturale del panorama sociale del paese'') sono l'8% della popolazione con piu' 14 anni, ossia quattro milioni. Nel 1997 era il 7,3% della popolazione. In oltre il 50% dei casi, l'attivita' di volontariato e' di matrice laica. Ma anche in questo campo gli uomini prevalgono sulle donne nei compiti di responsabilita'. tratto da Ansa.it
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