Nick: keaton Oggetto: Ritornano i laureati al lavoro Data: 20/7/2007 12.34.9 Visite: 105
Il ritorno dei laureati al lavoro le imprese li vogliono di nuovo A fine 2007 quasi un nuovo assunto su dieci sarà uscito dall’università. Una percentuale mai raggiunta dal 2003. Dalle imprese posti per 75 mila. Nel pubblico 43 mila. La richiesta soprattutto nei servizi avanzati. Ma è ancora forte lo squilibrio tra le scelte dei giovani e i titoli richiesti dal Sistema Italia. I risultati di un'indagine di Unioncamere. di FEDERICO PACE Torna a tirare una leggerissima brezza nelle vele dei laureati alla ricerca di un impiego. Perduti da un bel po’ di tempo, come le navi delle storie di Conrad, nel bel mezzo di una bonaccia, i giovani usciti dalle università sembrano infine poter ritrovare un poco di spinta per provare a muovere i primi passi nel mercato del lavoro. Sì perché da quest’anno, dopo un tempo che è parso infinito, le cose stanno tornando a girare per il verso giusto. Veniamo ai numeri. Nel 2007 i laureati che troveranno un impiego, secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere, saranno 187 mila e cinquecento. Di questi poco più di 75 mila entreranno in un’impresa privata e 43 mila andranno a rinfoltire le file della pubblica amministrazione. Per il resto circa 68 mila troveranno la strada come lavoratori autonomi. Numeri che se non fanno sorridere a tutti denti, di certo fanno smettere la maschera di pessimismo che siamo stati costretti a indossare in questi anni. Quel che desta più sorpresa è che proprio le imprese, che fino all’anno scorso, quelle che dei laureati proprio sembrava non ne volessero sentire parlare, proprio loro sono tornate a cercarli. Tanto che a fine 2007 quasi un nuovo assunto su dieci arriverà da una facoltà. Una percentuale mai toccata dal 2003 a oggi. Ma quali sono le ragioni di questa tanto attesa inversione di tendenza? "Il settore manifatturiero – ci ha detto Claudio Gagliardi, direttore del centro studi di Unioncamere - sembra avere ora la necessità di procedere a un recupero dell’efficienza della macchina organizzativa, fatto che si traduce nell’acquisizione di figure professionali di livello elevato da impiegare nella gestione, ovvero che possano rafforzare le aree dedicate al marketing commerciale." A incidere è anche il crescente peso del settore dei servizi all’interno del Sistema Italia che tende a favorire una maggiore richiesta di figure con una formazione più elevata. "L’aumento progressivo dell’incidenza del settore terziario – prosegue Gagliardi - spiega il fatto che proprio da questo segmento provenga il nuovo slancio della domanda di dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici. Ma anche l’evoluzione "sociale e culturale" che anche il nostro Paese sta avendo si traduce in una maggiore domanda delle imprese di tre "filiere" professionali: quella legata al mondo della scuola e dell’istruzione; quella socio-sanitaria (infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc.); quella espressa da molte professioni legate alle arti, allo spettacolo e ai media". Le grandi imprese. A dargli un’opportunità saranno soprattutto le imprese di grandi dimensioni. Quelle con più di 250 addetti. Nel loro caso il 17 per cento dei nuovi assunti saranno proprio laureati. Sempre molto difficile invece la strada verso le piccolissime imprese (quelle con meno di dieci dipendenti) dove solo il 3,8 per cento dei nuovi assunti verrà da una facoltà universitaria. Un problema questo che sarà bene non prendere sotto gamba visto il peso sulla dinamica occupazionale di queste imprese (quattro assunzioni su dieci in Italia vengono da qui). Da un punto di vista territoriale è il Nord Ovest a offrire maggiori opportunità seguito dal Centro. Meno dinamico invece il Nord Est. Ai minimi ancora la proporzione di laureati ricercati dalle imprese del Mezzogiorno (solo 5 su cento). Milano capitale dei laureati. Quasi un quinto di loro troverà un impiego a Milano dove verranno assunti entro la fine del 2007 più di 14 mila laureati, ovvero il 20,3 per cento dei nuovi assunti nella metropoli lombarda(vedi tabella). Subito dietro c’è Roma con un numero di assunzioni che supererà le 10 mila unità. Le cose andranno bene anche a Parma, dove il 16,5 per cento delle nuove assunzioni riguarderà i laureati, Torino (il 14,9 per cento) e Pescara (10,9). Nella parte alta della classifica si trovano anche altre città del Sud come Catania, Palermo, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria. Tuttavia però la gran parte delle città meridionali occupa le posizioni di retrovia. La maglia nera spetta a Isernia con nuove assunzioni per laureati che interesseranno solo l’1,4 per cento delle assunzioni. Subito dopo Grosseto (1,9 per cento), Pistoia (2,1 per cento), Teramo e Oristano. Soprattutto economia. In termini assoluti i più ricercati saranno quelli che hanno un titolo conseguito nell’indirizzo economico, seguiti dagli ingegneri, i sanitari e paramedici e i chimici-farmaceutici. Credito e servizi finanziari. I settori che si dimostreranno più interessati a loro sono quelli del credito, assicurazioni e servizi finanziari dove il 44,8 per cento delle nuove assunzioni del 2007 coinvolgeranno figure in possesso di una laurea. Buone le opportunità anche nei servizi avanzati alle imprese (il 29,6 per cento) e nelle telecomunicazioni (il 33,2 per cento). Ma non ci sono solo notizie positive. Continua infatti a esserci un marcato squilibrio tra le scelte dei giovani nei percorsi universitari e le richieste del "Sistema Italia". Troppi pochi laureati in economia. Troppi invece quelli che scelgono studi nell'area politico-sociale e in quella giuridica. Un mancato allineamento tra domanda e offerta che nel 2006 interessava quasi 88 mila laureati. Inoltre i direttori del personale, secondo i dati del rapporto di Unioncamere, fanno sempre più difficoltà a fare entrare un giovane in azienda. Tanto che nel 2007 si assiste a un ulteriore peggioramento della quota di "under 30" che entreranno in impresa. A fine anno saranno solo il 37,7 per cento dei nuovi assunti, insomma un ulteriore scivolone rispetto all’anno scorso quando erano il 39,5 per cento e sempre più lontani dal 43,3 per cento del 2004. In un recente sondaggio somministrato da Eurobarometro a 19 mila giovani europei con un’età compresa tra 15 e 29 anni, molti di loro hanno confermato ancora una volta, di fronte all’impossibilità di trovare un lavoro remunerato, di essere pronti a seguire un corso di formazione o ad accettare uno stage pure non remunerato. Insomma la disponibilità a sacrificarsi, almeno per un po’, ce l’hanno. Resta che questo tipo di situazione non può essere condotta a lungo tempo a meno di penalizzare tutte le prospettive di vita. Basti pensare che un terzo di loro ha detto che la fonte di principale reddito gli arriva ancora dai genitori. E in Italia questa percentuale raggiunge l’impressionante quota del 49,8 per cento. La più alta di tutti e 27 i paesi dell’Unione europea. Date un lavoro a questi giovani e fateli uscire di casa. Fate in modo che anche loro abbiano un futuro. IL RITORNO DEI LAUREATI: GLI INDIRIZZI PIU’ RICHIESTI Graduatoria degli indirizzi di studio più richiesti dalle imprese nel 2007 Indirizzo Assunzioni laureati Valori assoluti Economico 24.240 Ingegneria elettronica e dell’informazione 9.000 Sanitario e paramedico 6.880 Ingegneria industriale 6.450 Chimico-farmaceutico 4.960 Insegnamento e formazione 3.040 Altri indirizzi ingegneria 2.370 Scientifico, matematica, fisico 2.170 Letterario, filosofico, storico e artistico 1.950 Linguistico, traduttori e interpreti 1.770 Politico-sociale 1.760 Ingegneria civile e ambientale 1.510 Giuridico 1.310 Geo-biologico e biotecnologie 1.210 Architettura e urbanistico 1.000 Psicologico 630 Statistico 530 Medico e odontoiatrico 460 Agrario, agroalimentare e zootecnico 220 Scienze motorie 200 Non specificato 3.710 TOTALE 75.330 FONTE: RAPPORTO EXCELSIOR, Unioncamere e Minlavoro, 2007 ..Eppure fa piacere a sera andarsene per strade ed osterie, vino e malinconie, e due canzoni fatte alla leggera in cui gridando celi il desiderio che sian presi sul serio il fatto che sei triste o che t'annoi e tutti i dubbi tuoi... Ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori: è bello ritornar "normalità", è facile tornare con le tante stanche pecore bianche! Scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera! |