Nick: mir Oggetto: gli '80, Sorrenti e un circo Data: 27/7/2007 23.37.54 Visite: 15642
Nei primi anni '80... anzi nel primo anno degli '80 i miei decisero che era ora di trascorrere un'estate nella lontana Basilicata. Una ridente località affacciata sullo Ionio era stata appena vandalizzata dagli speculatori edilizi e tante villette a pochi passi dalla spiaggia erano in attesa di chi le occupasse. Mi ricordo quel posto quando eravamo andati a vederlo la primavera antecedente. Un deserto di cespugli, rocce e polvere, delimitato da bassi edifici di cemento armato color del cemento armato. NOn riuscivo a immaginare di passare un'estate divertente in quel posto ma a 8 anni ogni pensiero gode di quel sublime relativismo che si perde irreparabilmente a contatto col mondo triste e finto dei grandi. Quella estate, infatti, fu molto divertente. La famiglia del mio migliore amico prese la villetta, altrettanto brutta, bassa e grigia, di fronte alla nostra ed io godetti di una libertà pressocchè assoluta. Un bel giorno (in realtà fu un giorno uguale a tutti gli altri di quella estate) arrivò il circo. Piantò le tende ad un centinaio di metri dalle brutte villette di cui sopra. Ora, quando uno pensa ad un circo pensa a Moira Orfei o a Togni. Ossia decine di animali, clown, acrobati, maghi e quant'altro. Bè quel circo era costituito da 7 persone, un leone vecchio e magro, un cavallo che doveva essere scampato per miracolo a qualche macello ed una scimmia che rideva sempre. Ma noi non potevamo saperlo e la sera andammo allo spettacolo. Appena ci fummo seduti la scimmia fece finta di scappare dal suo 'domatore' e corse tra il pubblico (ridendo) suscitando le urla di qualche bambino e di qualche signora. Poi rubò un gelato ad uno dei sette circensi che fingeva di essere uno del pubblico e si rimise in braccio al 'domatore' a mangiarlo. Applausi. La serata fu floscia, poi, tra il cavallo che correva in tondo nell'arena davanti agli spalti e il leone che non faceva paura ma che suscitava tenerezza e compassione per la sua fine ingloriosa. Venne poi il momento della soubrette. Le luci calarono e una ragazza su una palla sbrilluccicosa iniziò a camminare. Anche l'abito sbrilluccicava nel buio e anche la sua pelle. Da lontano era la donna più bella che avessi mai visto. Poi girando girando arrivò davanti al posto dove sedevo. E la ragazza non era una ragazza ma una signora intorno ai 50 che portava delle calze a rete con qualche buchetto. Ricordo le unghie dei piedi laccate di rosso ed il vestito di scena che la doveva avere accolta quando il tempo non le si era ancora posato sui fianchi. Ricordo il suo viso truccato pesante imperlato dalle gocce di sudore e quel sorriso sullo sforzo dell'esercizio. La scimmia ridente doveva saltarle addosso ad un preciso momento ma forse lo fece prima del previsto. La sbilanciò e la soubrette cadde pesantemente all'interno dell'arena. Il domatore entrò subito, rialzandola da terra e accertandosi delle condizioni. Entrambi ridendo uscirono dalla scena e facendo spazio ai clown che tolsero l'imbarazzo anche a noi del pubblico. Lo spettacolo finì e la gente andò via. Le luci del tendone, però, potevo continuare a vederle anche dal letto della mia stanza attraverso la finestra. Mi addormentai tardi sognando di clown, scimmie e gente che cadeva. Il giorno dopo andai in spiaggia. Passando per il circo lessi il cartello che lo spettacolo quella sera non ci sarebbe stato per motivi tecnici. Al bar sulla spiaggia qualcuno al juke box aveva messo Alan Sorrenti "tu sei l'unica donna per me". Una coppia sulla cinquantina ballava stretta stretta e lentamente, quasi ferma. Lei portava una fasciatura ad una caviglia. [..in quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore...] |