Nick: Bardamu Oggetto: gli inglesi stanno peggiodinoi Data: 3/8/2007 18.51.23 Visite: 237
Il Times elogia la sanità italiana "Un esempio per la Gran Bretagna"       
LONDRA - La sanità italiana rappresenta tutto quello che quella inglese dovrebbe essere ma purtroppo non è. A pensarla così non è il ministro Turco, né un dirigente dei nostri ospedali né i sempre più insoddisfatti pazienti del sistema sanitario nazionale. Ma una giornalista del Times, Rosemary Rughter, che afferma senza mezzi termini, di aver ricevuto una lezione di stile dalla sanità italiana.
In un lungo articolo pubblicato oggi sul quotidiano inglese, la cronista racconta il ricovero nell'ospedale di Todi del fratello, colto da un malore mentre si trovava in vacanza in Umbria. La racconta in un articolo-testimonianza che elogia a più non posso la sanità italiana e distrugge il mito dell'impeccabilità dei servizi pubblici inglesi.
Anche la giornalista del Times partiva da un'iniziale diffidenza. "Dentro di me - racconta - speravo piuttosto stupidamente che lo dimettessero subito. Poi per fortuna, la prudenza ha prevalso sull'istinto. Provvidenzialmente perché l'ospedale di Todi si è dimostrato tutto quello che il servizio nazionale inglese dovrebbe essere e non è". Una premessa surreale.
"Dieci secondi dopo aver bussato al Pronto soccorso, mio fratello era sottoposto a un elettrocardiogramma da due medici veloci, entrambi gentili mentre un terzo compilava la storia clinica di mio fratello". Una scena che contrasta con i racconti di molti pazienti costretti a sopportare lunghe attese fuori dai pronto soccorso di tutta Italia. E ancora: "Entro poco più di un'ora era stato sottoposto a raggi X, ultrasuoni, controlli del sangue. Era stato visto da un radiologo che aveva richiesto il consulto di un cardiologo. Gli era stata diagnosticata un'infiammazione acuta pericardiale e lo avevano sistemato in un stanza fresca e immacolata, con sue letti di cui uno vuoto, e con una splendida vista sulla città".
E infatti dopo un colloquio un medico a cui racconta che "negli ospedali di Londra non si trovava questa velocità di squadra, questa efficienza, questa accuratezza e questo buon umore", la giornalista resta meravigliata. "Gli italiani - dice - pensano automaticamente che i loro servizi pubblici sono peggiori di qualunque altro, senza parlare della sanità. L'ospedale di Todi, poi, è a costante rischio di chiusura". E dopo le note vicende del Policlinico di Roma chi crederebbe al seguito della storia: "Non c'è neanche un grammo di sporcizia nelle stanze, nei corridoi o nei bagni. L'igiene è presa così seriamente che quando viene distribuito il cibo nessuno paziente o visitatore è ammesso nel corridoio". Una dovizia e una accuratezza negli esami ("la sua cartella clinica era spessa un pollice") che fanno concludere alla giornalista del Times: "L'uomo che ho riavuto non era soltanto sopravvissuto alla sua infezione, ma era stato rassicurato sul suo stato". Soltanto un caso fortunato oppure i tanti pregiudizi sulla sanità pubblica sono un abbaglio collettivo? Se ne discuterà. Intanto gli ospedali italiani tirano un piccolo sospiro di sollievo. Oltremanica c'è chi sta peggio.
(3 agosto 2007) |