Nick: Viola* Oggetto: un pacchero a musso Data: 7/8/2007 14.4.35 Visite: 480
dicesi "pacchero a musso" un ceffone dato sulla bocca, possibilmente "a mano smerza", cioè col dorso della mano, un manrovescio. prima ho avuto l'irresistibile tentazione di darne uno a una ragazzina. location: strada isolata nel ventre di Napoli, dalle parti di via anticaglia. due ragazzine camminano davanti a me con la tipica andatura sfrantummata delle janare in erba. sguallariate, sfasteriate, coi musi imbronciati e dipinti (nonostante dimostrino circa 12-13 anni). una delle due ha una lattina in mano. esattamente alla sua destra ci sono tre cassonetti vuoti (incredibile, ma è così). lei invece butta la lattina con forza, ostentatamente, in mezzo alla strada. poi ride. là ho avuto la tentazione di chiavarle un "pacchero a musso". niente discorsi, niente: "scusa, ma non hai visto il cassonetto?... scusa, ma non si fa così..." etc. è inutile, sarebbe una forma di linguaggio sbagliata, e lo dico con dispiacere. quelle strade sono "casa sua" più che mia, quando ci cammini hai sempre la sensazione di essere un'ospite, una che invade degli spazi privati. eppure a "casa sua" lei fa così. e io volevo dare un pacchero a una ragazzina. la violenza che si respira nell'aria di questa città ti prende, e te ne accorgi sempre a tradimento. "Se incontri un angelo non avrai pace, ma febbre" - Stefano Benni |