Nick: Cyrano622 Oggetto: Una notte chiena di note Data: 9/8/2007 19.55.45 Visite: 94
Una notte "Chiena" di note Siamo arrivati in una Campagna tirata a lucido per l'occasione, che cosi addobbata e arroccata sulla collina faceva invidia a Sann Gimignano. La piazza, un pentagono oblungo e asimmetrico, era più simile ad un chiostro interno di una certosa che ad una piazza di rappresentanza. L'anfiteatro che essa formava ed il contorno di antichi palazzi signorili contribuivano a darle un aspetto, per quanto possibile, ancora più raccolto. Mario Biondi è salito sul piccolo palco allestito per l'occasione, più consono ad una rappresentazione scolastica che ad un concerto di piazza, ed è subito iniziato uno spettacolo musicale d'altri tempi; fatto di strumenti e voce. Egli, secco come solo la Sicilia sa metterli al mondo e come solo la penna di Cervantes ha saputo descriverli, si è dimostrato da subito istrionico e coinvolgente, alla stregua dei cantastorie della tradizione della terra che gli scorre nel sangue. La sua sicilianità la esprimeva nei gesti, nella ricercatezza, negli ammiccamenti e negli occhi. Alto e magro, allampanato come un contrbbasso senza la cassa armonica, ha sfoderato una voce sincera e possente che viaggiva dal basso verso l'alto facendo vibrare l'intera piazza, attonita e incredula su come una figura cosi strimizita potesse liberare una voce, quella voce. A fargli da supporto, e scusate se è poco, cinque Sancho Panza di tutto rispetto i "Haigh Five Quintet". Tanto fedeli quanto folli da avventurarsi in assoli che toglievano il fiato, che legavano lo spettatore al musicista in uno stato di trance misto a suspance fino alla chiusura dell'assolo, che facevano soffrire chi ascoltava per la tensione di chi suonava fino alla soddisfazione liberatoria e al successivo compiacimento. Un osmosi di emozioni. La voce di Biondi sembrava sgorgare dal fondo della piazza, percorre il pavimento su su fino al tetto delle case e vibrando le tegole liberarsi nella tridimesionalità. Le note degli High Five Quintet si riversavano dal palco come un fiume in piena, o meglio in "chiena", sparate dagli strumenti a ritmi assurdi. Ci sono stati momenti davvero superbi come gli omaggi a Barry White ed a Burt Bacharach, nonchè gli intermezzi jazz degli Haigh Five Quintet in cui le note sembravano piovere dal cielo. "Tutti desiderano il vostro bene, non fatevelo rubare" S.J. Lec
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