Nick: Buendia Oggetto: ancora una volta in america Data: 30/8/2007 18.58.43 Visite: 144
Texas, stanotte esecuzione capitale per Foster. Aveva solo assistito a un omicidio Kenneth Foster, condannato alla pena di morte in Texas anche se non ha ucciso nessuno, verrà giustiziato, ma stavolta l'America assiste con occhi perplessi all'ennesima esecuzione. Foster verrà ucciso, tramite iniezione letale, per aver guidato l'auto sulla quale è salito un suo amico e complice - in una serie di rapine commesse a San Antonio in un pomeriggio dell'estate del 1996, quando aveva 19 anni - dopo aver ammazzato a 30 metri di distanza una delle vittime, 'colpevole' di non avergli consegnato portafogli e chiavi della macchina. La condanna è stata possibile in virtù di una particolare norma che in quello Stato mette a morte, non solo chi fisicamente commette il reato, ma anche chi, pur non avendolo nemmeno visto, appartiene alla stessa 'band' o 'gang' dell'omicida. Non c'è solo il rappresentante di Amnesty a puntare il dito, parlando di "una perversione scioccante della legge" e accusando: "Il Texas ha toccato un nuovo fondo". A Foster è dedicata una mezza pagina del New York Times sotto il titolo 'Non ha ucciso ma ha un appuntamento con il boia', mentre il Los Angeles Times ha un richiamo sulla prima pagina sulla 'esecuzione del mcomplice'. Anche l'Italia si mobilita per Foster In queste ore Foster è al centro di una mobilitazione internazionale, alla quale anche l'Italia prende parte con l'appello del presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, che ha fatto esporre la giantografia del ragazzo sulla facciata di Palazzo Medici Riccardi, sede dell'Ente, mentre a Roma il sindaco Walter Veltroni ha annunciato l'illuminazione del Colosseo. L'ex presidente americano Jimmy Carter e l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, entrambi premio Nobel per la pace, hanno firmato una petizione. Perfino i quattro principali quotidiani dello stato - a Austin, Dallas, Forth Worth e Galverston - sono usciti allo scoperto contro l' esecuzione. A Washington è stata picchettata la Corte Suprema. È scattata anche una campagna di video pro-Foster sul sito online YouTube: il tutto per indurre oggi il Board of Pardons and Paroles e poi il governatore Rick Perry, davanti alla cui chiesa i militanti abolizionisti domenica hanno fatto un sit-in, a pronunciarsi per una volta a favore di una vita. Sembra uno sforzo tutto in salita: difficilmente il governatore Perry si farà convincere. La scorsa settimana, all'Unione Europea che gli aveva rivolto un appello per la moratoria, aveva risposto con sprezzo e una sfida: "Duecentotrenta anni fa i nostri antenati hanno fatto una guerra per liberarsi dal giogo di un monarca europeo e guadagnare la liberta' di auto-determinazione. Rispettiamo gli amici dell'Europa, accogliamo i loro investimenti e apprezziamo il loro interesse per le nostre leggi, ma i texani sanno governare il Texas bene da soli". Solo la scorsa settimana è stato superato i traguardo delle 400 iniezioni letali da quando il Texas ha ripristinato nel 1982 la pena capitale, quella di Foster sarebbe la 403esima. E non sarà l'ultima.
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