Nick: mir Oggetto: skuba dive Data: 30/8/2007 21.16.16 Visite: 126
premessa: il titolo è quello di un vecchio videogioco Lui era un bell'uomo, alto, elegante, abbronzato e completamente canuto. Aveva tutte le rughe della sua età che lo rendevano fascinoso come un divo di Hollywood a fine carriera. Solo che, invece di essere sul set di un film, era in piedi sulla soglia del suo ristorante in mezzo al niente di Creta. La mia ragazza lo guardava interessata mentre ci portava al nostro tavolo. Una piccola stretta di gelosia conviveva con la segreta speranza che in vecchiaia potessi somigliargli. Il ristorante era deserto. Non impensabile per un posto così fuori mano e lontano da qualsiasi località famosa di Creta. Ma forse lo avevamo scelto proprio per questo. Il divo mise una tovaglia a scacchi bianchi e rossi su un tavolo di legno. Il tavolo era su una piccola pedana sospesa su una vallata che l'oscurità della notte rendeva ancora più grande e misteriosa. Lunghissimi ed eleganti gatti si misero in fila ad attendere le nostre ordinazioni o ciò che ne sarebbe rimasto. Lei sembrava distratta dalla stanchezza del viaggio e dai suoi pensieri ed io la lasciavo stare. Anche se sentivo già come una fitta nel petto la sua mancanza. Perchè è così agli inizi di un amore. Si vuole tutto e sempre. Tutto e sempre finchè un giorno non ti svegli e sei sazio. Tutto e sempre finchè non vedi negli occhi di chi ti sta di fronte che sei solo parte del paesaggio. Ma allora non era ancora così. Alla fine della cena, il divo si fermò a chiacchierare con noi bevendo Ouzo, parlando di quando, da giovane, vide i soldati italiani occupare l'isola (una faccia, una razza) e poi arrivare i tedeschi (cattivi e spietati). Quel divo affascinava anche me. Non c'è che dire. All'ennesimo bicchiere di Ouzo però lei si alzò e mi prese per mano. Andammo nella stanza che il divo aveva allestito sopra al ristorante e che dava sulla vallata dove aveva iniziato a tirare un vento (il meltemi, ricordi?) che faceva ululare gli alberi. Lì, col balcone aperto, ci si scambiò amore per tutta la notte e si dissero cose che dovrebbero valere come i desideri sulle stelle cadenti. La mattina dopo, nel mediterraneo, l'amore continuò. Da esibizionisti, da disonesti, da impudici, da innamorati, da innamorati, da innamorati, da innamorati, da innamorati, da innamorati, da innamorati, da innamorati. "ti amerò per sempre" "preferisco oggi" [..in quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore...] |