Nick: giGGinocon2G Oggetto: FLUSSO DI COSCIENZA Data: 3/9/2007 1.51.8 Visite: 190
stasera virginia wolf e james joyce mi fanno una pippa, perchè il mio flusso di coscienza va e nessuno può fermarlo. e allora me ne frego di punteggiature e versi accapo, e penso a tutto quel che mi frulla per la mente. e penso alla ricetta del negroni, che non imparerò fintanto che peppe non me la scriverà, penso a password pensate male e sgamabili, a viaggi a terzigno senza preservativo, tanto una soluzione sempre si trova, penso a m. che ho odiato senza che lei ancora lo sappia, penso al mio modo di piangere così buffo da farmi assomigliare ad un cartone animato, al contenuto di quella lettera ed ad un dipinto che mi spetta, alla difficoltà nel battere le lettere giuste, ai messaggi in cui mi si consiglia di fare il bravo. domani risorgerò, stanotte non lo so. ad anto commuove l'idea di vedermi suo parente, ma per me sarebbe uno sballo, sebbene l'altra anto pianga con me al telefono, salvo poi intrattenersi in futili discussioni su fissi con membri di irch con l'acca tamarra. mi duole il ginocchio, ma tutto ciò non conta, perchè la sola cosa importante è la sveglia di domani mattina e la liscia pelle che lei aveva quando l'altro giorno l'ho salutata. e allora ti arrivano messaggi di persone che ti vogliono bene, o almeno fingono che sia così, e tu ti rendi conto di quante poche siano quelle facce di cui ti potresti fidare ciecamente. un giorno qualcuno mi disse "ora che anche tu hai una matricola, devo darti il benvenuto nel mondo dei numeri", ma a me sta storia mi è sempre stata sulle palle, perchè, oltre ai numeri, ci sono sentimenti, anima, passione, visceralità, dolori e gioie, passioni e rancori, flussi di coscienza e fasi di serenità. già, la serenità, tanta cura per trovarla, come dicevano i posse, poi basta un attimo e tutto va via, come un soffio di vento, come il profilo di una duna che cambia espressione. con la bocca impastata non si pronunciano le consonanti, ma si somiglia ad un andaluso che sessea (questa è davvero per pochi). e allora ti senti ancor più vicino al pocho lavezzi, al suo idioma, alle sue giocate, e ti illudi di avere anche tu la capacità di danzare sul mondo e regalare gioie. poi ti fermi un attimo. vedi il tuo short marroncino e pensi che forse quelle capacità non ne hai e che, altrettanto forse, questo tuo sfogo era meglio tenerselo per se. però che sfogo sarebbe se fosse rimasto dentro? spero voi tutti mi perdonerete.... Il popolo non dovrebbe temere il proprio governo, sono i governi che dovrebbero temere il popolo. [V] |