Nick: Medy Oggetto: Uno di voi Data: 27/5/2004 14.53.49 Visite: 94
Giampaolo Pansa - Il sangue dei vinti - Sperling & Kupfer - pag.380 - € 17.00 Giampaolo Pansa affronta un argomento "caldo" come le violenze nell'ultimo dopoguerra in Italia fra fascisti e antifascisti. Dopo essere entrato in possesso di numerosi documenti, grazie all'aiuto di una biliotecaria della Biblioteca Nazionale di Firenze, Pansa parla senza preconcetti di un periodo nel quale anche la parte vincitrice, partigiani e antifascisti, si è macchiata di violenze e persecuzioni contro la parte vinta. Sarebbe stato auspicabile che, nella sua ricognizione, Pansa avesse cercato di raccogliere più informazioni sulle persone uccise dai partigiani, non perché gli eventuali comportamenti precedenti, anche criminosi, giustifichino la giustizia sommaria, ma semplicemente per capirne di più. Per rispondere, non soltanto alle domande: chi, dove, quando, come, ma anche alla domanda cruciale: perché? Questo è, in effetti, l'obiettivo centrale, fondamentale, decisivo, di un "completismo" di successo. Uccisioni e assassini potrebbero, infine, ed è questa l'ipotesi più sconvolgente, essere stati la conseguenza voluta di una strategia consapevole, ovviamente decisa dall'alto, dei partigiani, in particolare di quelli comunisti: eliminare uno a uno, ovunque possibile, quei rappresentanti delle classi medie e alte che, per il loro prestigio personale, per le loro capacità, per la loro collocazione, fossero in grado di svolgere un ruolo dirigente nella fase successiva alla Liberazione. Coloro che avrebbero potuto impedire l'imposizione dell'egemonia comunista, della classe lavoratrice; che avrebbero reso impossibile il passaggio dalla guerra patriottica, di liberazione, alla guerra di classe, rivoluzionaria.
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