Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.


Nick: harding
Oggetto: Il vino sugli scogli
Data: 29/5/2004 14.59.27
Visite: 62

Ogni tanto ci diamo appuntamento al solito posto.
Il solito posto è uno scoglio a pelo d'acqua, è uno di una lunga teoria di scogli che puntano dritti dritti verso Castel dell'Ovo.
Nei giorni di foschia o smog intenso il castello non lo vedi o ne vedi solo le mura ed allora immagini che le fondamenta siano fumo e potresti anche concludere che i napoletani abbiano sempre costruito le loro cose più solide e durature sull'inconsistente.
L'ora dell'appuntamento è sempre abbastanza vaga.
"Dopo il lavoro". Che vuol dire un arco di tempo che va dalle 18 fino, in teoria, alle 7 del giorno dopo.
Comunque, non so bene perchè, ci troviamo sempre.
Quando arrivo dopo di lui e lo avvisto mi sembra ogni volta un po' più solido di me, un po' meglio definito sullo sfondo, un elemento funzionale a quello che lo e ci circonda. La differenza con ciò che sento io per me stesso è quasi dolorosa ma ha poca importanza.
Se arrivo e lui in un primo momento non si accorge di me scorgo un viso teso e denso di pensieri intensi. Non appena manifesto la mia presenza però lui si rianima e sfodera un sorriso da bambino che credo niente e nessuno gli potrà mai rubare.
Odio salutare gli amici maschi con il bacetto e lui lo sa, quindi ci stringiamo la mano nella maniera più calda possibile. Qualche volta ci si abbraccia velocemente.
Spesso questi incontri sono composti da considerazioni varie sulle nostre vite, sui sogni mancati, su passioni comuni, su proponimenti, su progetti impossibili.
Ci sediamo sempre molto vicini al mare. L'odore che sale non è da mare incontaminato, sa un po' di ignoranza e un po' di strafottenza ma riesce ad essere ugualmente bello.
Anche con lui ho qualche problema a sviscerare problemi esistenziali o così vicini al mio essere da confonderli con la mia vita stessa.
Però, se lo faccio, divento un fiume in piena e non ce n'è più per niente e nessuno.
Se il cervello si libera gli parlo di solitudine e di ricerca ma anche del fatto che i pini non sono endemici del golfo di Napoli ma portati dalle popolazioni antiche (probabilmente i romani) per creare un barriera naturale con la costa.
Quindi le cartoline con il pino ed il Vesuvio non sono poi così caratteristiche. Ed anche la solitudine non è un atto dovuto di esistenza.
Gli dico anche che si avverte una grande distonia nell'evoluzione umana. L'uomo non evolve a differenza della tecnologia da lui creata ed allora ci saranno modi sempre più nuovi e performanti di fare cose che, in realtà, si sono sempre fatte. Anche di uccidere.
Lui mi parla dell'agriturismo che dobbiamo aprire, del vino che dobbiamo fare, del ritorno alla terra che dovremmo compiere.
A me sembra una bella prospettiva quella di vivere con prodotti della terra ma, al tempo stesso, un'illusione radical-chic che non possiamo permetterci.
Un giorno, però, forse brinderò a tutte le considerazioni di un'intera vita dall'alto di un calice al cui interno rosseggerà qualcosa di mio. Chissà.
Forse lo farò proprio da uno scoglio della città dannata.



Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico


Il vino sugli scogli   29/5/2004 14.59.27 (61 visite)   harding

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 29/05/2004
Visualizza tutti i post del giorno 31/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 30/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 29/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 28/07/2025
vai in modalità avanzata