Nick: insize Oggetto: DJING & TURNABLISM Data: 31/5/2004 10.20.40 Visite: 48
Sul finire degli anni ’70 e inizi ’80 la tecnologia consente di sviluppare delle attrezzature sempre più evolute e rivolte ai DJ più esigenti: i piatti Lenco L-77 con il picht a leva, i mitici, inimitabili e intramontabili Technics SL-1200 MkII, quelli che "ti ci siedi sopra e continuano a girare" e la puntina Stanton 680 EL, sono diventate delle autentiche icone di questo mondo. Questi strumenti e la creatività consentono ai dj di iniziare un percorso che li porterà ad essere dei funamboli del giradischi, dal tocco vellutato sul vinile e sui cursori del mixer che alzano e abbassano con precisione micrometrica e sincronismo assoluto. Fino a quel momento i disc-jockey avevano un compito molto semplice da svolgere alla console: si limitavano a mixare un disco dopo l'altro, a far coincidere i tempi fra dischi diversi in modo da produrre un flusso musicale estremamente regolare e armonioso. Che, nel migliore dei casi, avrebbe modificato in continuazione l'atmosfera della pista senza creare spiacevoli "salti" fra una canzone e l'altra, e invece, nel peggiore, avrebbe trasformato la serata in una canzone sola, terribilmente noiosa, interminabile. Il pericolo incombeva dappresso, e l'intero filone della disco stava già trasformandosi in una stomachevole melassa di noia e ripetitività, con quegli insopportabili Bee Gees a fare da colonna sonora all'intero globo terracqueo, quando all'improvviso, imprevista e imprevedibile, cominciò a farsi largo quella che fu poi definita, un po' enfaticamente, "la rivoluzione del Bronx", l’Hip Hop.
L'Hip Hop nasce alla fine degli anni Settanta come espressione della cultura di strada del South Bronx, quartiere di New York caratterizzato da una dura quotidianità fatta di violenza, droga e criminalità. In un contesto di degradazione sociale e urbana bande di ragazzini pieni di immaginazione, ma a corto di soldi, iniziano a forgiare un nuovo stile che stravolgerà completamente il concetto d'arte riportandolo, per certi versi, alla sua più originale purezza. Dalla musica alla danza, dalla pittura alla vita vera e propria, l'arte viene concepita come creazione spontanea e dirompente ovunque e comunque, al di fuori dell'ambito commerciale. I creatori della nuova cultura si autodefiniscono "bboys" (termine tuttora utilizzato per i seguaci dell'hip hop), e cioè i ragazzi del Bronx, ma anche i "black boys", i "bad boys" e i "break-boy" o "boogie-boy" - coloro che ballano ai "block party" (evento di strada che coinvolge il vicinato), le ragazze vengono invece definite "fly-girl" o "b-girl", essi si uniscono in formazioni cosiddette "Crew". L’arte del "djing" o "turnablism" (da "turnable" giradischi) è una delle quattro forme di espressione fondamentali per la diffusione di questa cultura insieme al Mc ("Master of Ceremony") o Rapper, al Breaker (ballerino di Break-dance) e al Writer (disegnatore di graffiti).
A iniziare l’arte del djing hip-hop è Dj Kool Herc, nato a Kingston, in Jamaica, nelle West Indies, si trasferì a New York nel 1967. Kool Herc ha il diritto di avere l'encomio di "Primo DJ Hip Hop". Mostrando le connessioni tra reggae e rap, Herc portò il suo sound system ai block parties nel Bronx dal 1969 in poi. Nel 1975 iniziò a suonare le brevi sezioni ritmiche dei dischi, che sarebbero state denominate "breaks", in posti come "Hevalo". Da una intervista fatta a Kool Herc: "Hip Hop... l'intera sua alchimia provenne dalla Jamaica... Io sono nato in Jamaica e ascoltavo musica americana in Jamaica... Il mio artista preferito era James Brown. Fu lui a ispirarmi.. Un sacco di dischi che io suonavo erano di James Brown. Quando venni qui (in America, ndt) semplicemente lo misi in stile americano e diedi un significato per ballarci su. In Jamaica tutto ciò di cui avevi bisogno erano basso e batteria. Così ciò che feci qui fu di andare dritto al sodo. Io tagliavo tutte le introduzioni e suonavo i beats. Mi ero accorto che quanto si suonava il break di batteria sul disco la gente lo amava, così io lo prolungavo. Così io davo loro ciò che volevano e un beat bello grasso... perchè la mia musica è tutta su un basso grosso..." Adattando pezzi di Funk, Soul, Jazz e altre musiche in un'unica miscela, lui era abilissimo a continuare un party sfrecciando. Con il suo sound system l'Herculords, lui confezionava il suo set a seconda del pubblico, la maggior parte del quale conosceva di persona. Lui diceva roba simile sui set improvvisati: "As I scan the place,I see the very familiar face..of my mellow: Wallace Dee in the house! Wallace Dee! Freak for me!" Come uno dei Padri fondatori dell'Hip Hop, la reputazione e l'influenza di Kool Herc hanno superato i capricci della moda musicale. Una condizione senza dubbio accresciuta dal fatto che lui non ha cercato di costruire una falsa carriera dicografica sopra ciò. Ecco alcune parole di Herc: "Il primo posto in cui ho suonato fu il 1520 di Sedgewick Avenue - che è una sala giochi - realmente nel mio appartamento. Come nel pifferaio magico, i topi venivano fuori dai muri per ballare. Il ritorno economico delle mie feste allora erano 25 centesimi. Una volta si andava alla sala giochi, un'altra si faceva un block party e poi una volta il block party annuale. Insomma quando vedevi che si preparava un block party sapevi che Herc era pronto per suonare un pò di musica, e uh, io non potevo tornare al vecchio posto, dovetti andare in un posto chiamato Twilight Zone. E allora ero solito dare volantini per tutta Hevalo, e i miei ragazzi mi dicevano di andarmene. Io dissi "Un giorno io sarò qui". Così detti il mio primo block party alla Twilight Zone, stava piovendo, gli dei piovevano su di me. Un sacco di gente venne da Hevalo, domandandosi cosa stesse succedendo. Uno disse:"Herc sta suonando nel block", e un'altro:"Chi è Herc?", e quello: "Quel ragazzo con i volantini che hai cacciato via". E dalla Twilight Zone andai su all'Hevalo..." Da lì si spostò in un posto chiamato Executive Playhouse nella 173 street nel Bronx, e nel frattempo iniziò a suonare in molte high schools, centri pubblici, e parchi. Herc divenne importante nel West Bronx tra il 1974 e il 1975.
E’ lui che ha iniziato ad isolare il "break", per intenderci gli stacchi di batteria o di basso e percussioni, la parte "percussiva" di un brano, generalmente Funk e Hardfunk ma anche Jazz, R&B, Reggae e Soul, molto energica e quindi ideale per i break-dancers. Tra i break più usati, oltre a quelli presenti in molti brani di James Brown, possiamo ricordare gli inossidabili break di "It Just Begun" The Jimmy Castor Bunch (’72), di "Yellow Sunshine" dei Yellow Sunshine (’73), di "Apache" The Incredibile Bongo Band (’74). L’ influenza di DJ Kool Herc fu di enorme importanza, ma Grandmaster Flash con le sue innovazioni personalizzò il moderno approccio del DJ Hip Hop. Nato il primo gennaio 1958 nelle Barbados (West Indies) Joseph Saddler si trasferì quasi subito nel South Bronx di New York dove trascorse la sua giovinezza. La sua passione per la musica nacque e si sviluppò proprio in questa zona, il padre collezionista di dischi jazz, la sorella maggiore gli faceva sentire i dischi dei Jackson Five, James Brown, Eddie Parlmieri, ecc… Joseph amava l’elettronica, e durante il periodo scolastico passava il tempo libero frequentando dj parties organizzati da personaggi come Grandmaster DJ Flowers, MaBoya, Kool Herc e Pete DJ Jones. Fu proprio lo stretto contatto con quest’ultimo a far nascere in lui un’idea rivoluzionaria: combinare il tempismo di Jones ai piatti con i tipi di dischi che Herc suonava alle feste. Erano i primi anni ’70 quando Saddler scoprì la formula segreta per unire fluidamente porzioni di dischi differenti in modo che il beat non perdesse di continuità sottolineando e mettendo in loop il "break" del singolo pezzo. Alla base della sua intuizione c’era la volontà di applicare, adattandolo, l’approccio sonoro di Herc attraverso due giradischi che suonavano lo stesso "break". Per ottenere quel risultato era necessario bloccare il primo piatto, switchare il canale sul mixer e far partire il secondo piatto facendo in modo che il publico non si accorgesse dello scambio. Il risultato doveva essere quello di creare una nuova melodia partendo da due dischi precedenti. Ora non si trattava più di mixare della normale musica ma di crearne una completamente nuova.
Joseph si rinchiuse per quasi un anno nel suo appartamento sperimentando e affinando le sue nuove tecniche. Grazie alla sua abilità, l’allenamento e la velocità dei movimenti delle sue mani venne soprannominato Grandmaster Flash. A quel tempo ogni dj si distingueva dall’altro per la propria tecnica di approccio al disco: Flash e DJ Grand Theodore Wizard si sono contesi a lungo i merito di aver introdotto lo scratch nel dj style. Grandmaster Flash inventò il "back-spin", una rotazione del vinile al contrario che fondeva con il suono del disco posto sull’altro piatto, perfezionò il "quick-mix", in cui due dischi uguali continuavano a ripetere la stessa frase grazie a piccoli colpi prima su l’uno, poi sull’altro. Flash iniziò a organizzare block e park-parties illegali, gli impianti venivano collegati ai cavi della corrente e si suonava fino a che la polizia non fosse arrivata. Conobbe Ray Chandler che gli propose di organizzare spettacoli e diventare suo manager. L’idea di Chandler fu di organizzare dei parties a pagamento (fino a quel momento le feste Hip-Hop erano state gratis) Flash accettò convinto che non sarebbe venuto nessuno a sentirlo. Le conseguenze furono devastanti: in poco tempo lo spettacolo si arricchì di talenti diventando sempre più completo. Grandmaster Melle Mel (Melvin Glover), Kid Creole si unirono a Cowboy che già suonava con Flash, tale formazione fu conosciuta come Grandmaster Flash and the 3’Mcs. Melle Mel è conosciuto per il suo stile inconfondibile, introdusse frasi ormai standardizzate come: "Throw your hands in the air, and wawe’em like ya just don’t care!", "Clap your hands to the beat!", "Everybody say, oh!". Per asistere ai loro primi spettacoli al Back Door bastava appena un dollaro: a quei tempi gli shows andavano avanti dalle dieci di sera fino alle sette del mattino successivo. Di li a poco nacque un mito….. "The Adventures of Grandmaster Flash on the Wheels of Steel" è un esempio della sua bravura, ci sono tutte le tecniche inventate e usate da Flash. Leggete quello che dissero di lui: "Lui è capace di suonare i dischi con i gomiti, con il mento, con i piedi, ammanettato, bendato. Sa fare i "beat" anche con un giradischi solo. E' un genio del giradischi. E' capace di mettere il giradischi in terra e di "scratchare" con gli alluci... Ragazzi, può continuare a "scratchare" finché il disco non si buca!". La fama di Flash non è dovuta solo al fatto che sia stato un grande dj ma, soprattutto, per essere stato un artista fondamentale per l’Hip Hop. In formazione con la Grandmaster Flash and The Furius Five, scrive le più belle pagine della "hold school" con brani come "The Message" o "White Line". Un grande nome è Afrika Bambaataa, anche lui considerato uno dei fondatori dell’Hip-Hop, predicatore della Blacknees, fondatore della Zulu Nation, crea le basi ritmiche ai discorsi di Malcom X, è da tutti considerato, l'ambasciatore dell'hip hop nel mondo. Nel 1977 organizza Block Party nel Bronx, contest di breack dance e diventa un dj molto noto e conosciuto nel quartiere, pur soffrendo le personalità di Grandmaster Flash e Kool Herc. Nelle sue serate Bambataa rompeva il mood caldo e sudato che andava creando minuto dopo minuto suonando, ad un pubblico prima ostile, poi sempre più coinvolto, la lunga versione di AutoBahn dei teutonici Kraftwerk. Per Bambataa quello era un "dito in culo al commerciale (disco-music)" e una dichiarata ricerca di stile. E' nel 1982 che Afrika Bambaataa diventa uno dei maggiori esponenti dell'hip hop mondiale, iniziando ad influenzare anche altri generi musicali con l'uscita di "Planet Rock", una fusione esplosiva di hip hop e suoni techno e, a lui e Jhon Lydon (ex Sex Pistols), in coppia nella formazione Time Zone, è dovuto anche uno dei primi incontri tra Rap e Rock con "World destruction". Molti dj meriterebbero di essere elencati: sembra che al già citato DJ Grand Wizard Theodore sia stata riconosciuta la paternità dell’invenzione dello "schratch" e la tecnica del "neddle-dropping"; nell’82 il primo vero esempio di "turnablism" è di Grandmaster DST, nel brano Rockit, contenuto nell’album Future Shock di Herbie Hankock, usa i piatti come uno strumento, interagendo con il gruppo; Charlie Chase, compare insieme alle crew "The Could Crush Brothers" e "Rock Stedy Crew", nel film "Wild Style"(’83) un cult per gli amanti del genere; e poi Imperial J. Z., dj Little Quick, Rockin’Rob, Jazzi Jay e tanti altri….. Si iniziano a fare le "djing-battle" competizioni tra dj, tra le più famose e ancora esistenti: "The New Music Seminar in New York", "The Vestax championships" e il "DMC" (worldwide Disco Mix Club championships). Avvenendo al di fuori del circuito commerciale, spesso queste performance non vengono registrate professionalmente, ma su cassette in modo amatoriale. I duplicati di queste feste raggiungono ben presto tutto il Bronx, Brooklyn e Uptown Manhattan, diffondendo il nuovo stile musicale dei deejay e dei rappers. Ma l'attenzione dei media e delle grandi etichette arriva solo nel 1979, dopo l'enorme successo di Grandmaster Flash con "King Tim III" e dei Sugarhill Gang con "Rapper's Delight". Negli anni '80 la musica hip hop, che ha ormai conquistato anche la costa ovest degli Stati Uniti - soprattutto Los Angeles - dà vita a più stili, tra cui il "gangsta rap" dai testi apertamente violenti, come quelli dei Niggaz With Attitude, gruppo di Los Angeles formato, tra gli altri, da Ice Cube e Dr.Dre. In questi anni si sviluppa anche un rap apertamente politico, come quello dei Public Enemy (dj Terminator X è un mago dei piatti) e dei Boogie Down Production. Ma è attraverso il crossover, cioè una fusione di rap con altri generi musicali, che la musica hip hop viene pienamente accettata da parte del pubblico di massa. Nel 1986, infatti, i Beastie Boys - tre giovani ragazzi bianchi ed ebrei di Brooklyn che si cimentano in un rap dalle basi punk hardcore - ottengono un enorme successo col brano "Fight for Your Right (To Party!)". Accanto a questa, un'altra canzone rap entra nelle top ten nazionali dei dischi più venduti dell'anno: "Walk This Way", nata dalla collaborazione dei Run-DMC (gruppo hip hop proveniente da Queens, New York, il cui deejay è stato ucciso recentemente) con il gruppo rock degli Aerosmith. L’Hip-Hop si è esteso talmente tanto e continua ad estendersi in tutto il globo, che sarebbe un impresa citarne tutti i protagonisti e gli stili. Elenco solo una serie di modi di fare schratch per darvi un idea di come si è evoluto il djing: baby schratch, foward e backward schratch, tear schratch, transformer schratch, chirp schratch, flare schratch, orbit schratch, crab schratch, scribble schratch, ecc…. by DjSE |