Nick: Zanardi Oggetto: Landing: Tempo fa Data: 1/10/2007 15.18.54 Visite: 291
Sono le diciannove e finalmente esco da quest’ufficio. Sono stanco stasera e voglia di cucinarmi qualcosa pari a zero. Però ho fame poichè non ho pranzato. Vado a cena da zia Maria anche perché è necessario che io la saluti. Domani riparte per Brescia e per me è ormai come una mamma. Tornerà per le vacanze di Pasqua, credo. Mia zia ha sessantanove anni ed è strana molto. Ogni volta che viene in ferie qua al paese, da Brescia mi regala un pacco di profilattici perché "..sei un incosciente e possono servire. Si muore, si muore!". Sono morto da tempo, zia: sono uno zombie come Bub. Sono munito solo di cervello ancora funzionante. Qualcuno lo chiama istinto di sopravvivenza. O di conservazione. Mia zia è ancora convinta che non debba accettare caramelle dagli sconosciuti perché "…possono contenere droga e poi puoi diventare tossicodipendente e morire". Di nuovo, zia? Sono morto da tempo, zia: sono uno zombie come Bub. Sono munito solo di cervello ancora funzionante. Qualcuno lo chiama istinto di sopravvivenza. O di conservazione. E poi, zia, ho più di trent’anni, fumo maria e qualche volta sniffo. La coca la taglia Sergio. Con una lametta, su un contenitore di plastica per Compact Disc. Come la taglia lui, nessuno. Bravo Sergio. E povera zia, se sapesse. Ma tranquilla zia, non diverrò mai un "dipendente", se non per questioni lavorative. Non sopporto i cocainomani. Mi fanno schifo i drogati in genere. Drogati di sesso, di sostanze, di amore, di lavoro, di ballo, di politica, di amicizia. Non sopporto i dipendenti. Non sopporto l’abuso. Non sopporto neppure chi ha bisogno di me, figurati. In auto, nel tragitto per arrivare a casa di zia accendo l’autoradio. Ci vorrebbe uno spino e arriverei da zia in un secondo. Niente spino. Accendo una Philip Morris e succhio una caramella al mentolo. Un orgasmo. Ti si aprono i polmoni. Divento triste all’improvviso. Non so perché. O forse sì. E’ colpa dei telefoni. Dei cellulari. Vedere certe persone che usano il cellulare mi fa disturba. Arrivo da zia che mi saluta e mi mette fretta. Devo sedermi a tavola che mio zio, che è una specie di patriarca somigliante a Lino Banfi, ha fame. A tavola coniglio alla cacciatora. Sembra un gatto, ma mi tocca mangiarlo, anche perchè ho fame. "Zia ‘sto coniglio è solo ossa. Ho dato un paio di morsi a questo pezzo e ho trovato solo ossa e pochissima carne" "Eh..meglio non ti dica quale parte del coniglio hai mangiato.." "Cioè? Quale parte?" "Sicuro di volerlo sapere?". "Sì". "Parte della testa". "Ah…" Cazzo, ho morso e mangiato le guance del coniglio. Mi viene da vomitare ma trattengo. Mangio un pezzo di pane e poi nulla. A tavola c’è un silenzio strano. Che tristezza. Ma che succede? Ecco, in questo momento vorrei diventare un Velociraptor e correre via, poichè so dove si andrà a parare. Ci pensa mia zia. Ciack! Si rigira. "Ma quando te la trovi una ragazza?" "Zia, fissa? Una ragazza fissa? Se fissa è una parola..". "Tu la devi finire! Non sei più un ragazzino. Trova una brava ragazza di trent’anni e sposati. Quando me lo darai un nipote? Mi vuoi far prima morire?". Che due coglioni, penso. Ci penso io, sorridendo. "Zia, sono una specie di pedofilo. Ho un debole per le ventenni…" "Ma lascia stare le ventenni, non sono per te!" "Ho in mente una ventenne che ha un nome da pornostar, che ne pensi?" "Che fai schifo! Mò pure le pornostar!" Si ferma due secondi. "Vabbè, che fa che ha un nome da pornostar. Fa niente. Tanto ha solo il nome da pornostar, no?" Vuole essere rassicurata al riguardo. "Anche il cognome, zia…" "Ah..anche il cognome? Vabbè…" Vuole essere rassicurata. Ancora. "E’ una brava ragazza almeno?". "Sto scherzando…" "E scherza sempre tu! Vuoi trovarti una ragazza da sposare che stai diventando vecchio? Cosa pensi? Che tu sia sempre giovane?" E’ leggermente alterata, triste, apprensiva e leggermente alterata. Vado via. Zia mi abbraccia per salutarmi e piange come al solito. "Zia…dai". "No, è che mi dispiace che tu rimanga solo e mò dovrà arrivare Pasqua per rivederci..Sei troppo giovane per passare tutto questo tempo da solo" "Zia, ma non avevi detto ero vecchio, ormai?". "Vabbè ma che c’entra…" "Ma zia, abito da solo, a fasi alterne, da quando avevo diciott’anni" "Sì ma tu non sai fare un sacco di cose e io mi preoccupo". Ha ragione. Zia ha ragione. Potenzialmente so fare un sacco di cose ma praticamente sono una frana. So cucinare ma chissà perché le mie uova al tegamino diventano sempre solo ed unicamente uova strapazzate. Uso il Pc da anni ma fare un copia&incolla è il massimo, per me. Mi drogo da quasi vent’anni ma non so chiudere una canna come si deve.o. Ho voglia di andare via ma zia piange ancora. "Zia….dai…" "Vabbè…". Vado via finalmente. In auto accendo l’autoradio e cambio Cd. Inserisco The Raven e Lou Reed canta Perfect Day. Just a perfect day, drink Sangria in the park. Domani sarà un giorno perfetto? Lo spero. Ho le palle piene di questo periodo "Vado sotto casa della mia ragazza che nel frattempo è diventata la mia ex ragazza". Questa la spiego a me stesso. Io non ho una ragazza e non ho una ex ragazza, da tempo. Però il periodo "Vado sotto casa della mia ragazza che nel frattempo è diventata la mia ex ragazza" è un concetto universale ed identificativo si una situazione che ammorba, indipendentemente se poi ce l'hai avuta o meno, nella "immediatezza" una ragazza. Per lo più. Quando una ragazza ti molla, all’inizio non cedi, non ci credi e la martelli con telefonate, sms, richieste patetiche eccetera. Lei semmai, nel frattempo, ha già qualcuno da scoparsi, ma tu niente, non demordi. La martelli con telefonate, sms, richieste patetiche eccetera. Poi, per una serie di circostanze smetti di martellare con telefonate, sms, richieste patetiche eccetera. C’est finì. E quando c’est finì e lei ti viene in mente non ti resta altro da fare che recarti irrazionalmente sotto casa sua, semmai, anzi sempre, in orari notturni. Guardare la finestra della sua camera per due minuti e andare via. In casi particolari, al massimo, scendi e avvicini la faccia al citofono, vicino ai tasti. Cerchi si sentire l’odore delle sue dita. Ovviamente non senti un cazzo e ti risiedi in auto, ancora col motore acceso. E riparti, con gli occhi gonfi e un amico che ti guarda non sai se con comprensioneo pietà. Landing. Cambio il Cd. Metto su i Clash London calling to the faraway towns Quest’autoradio è la mia salvezza. Penso al cielo grigio di Londra ed allla Manica che è proprio larga e ti impedisce d’arrivare. Chissà che ora sarà a Londra. E in Galles? Chissà che ora sarà in Galles. E in Scozia? Chissà che ora sarà in Scozia. Ma m’interessa l’ora di Londra. Chissà che ora sarà a Londra. E chissà se il cielo è ancora grigio. Il cielo è sempre più blu. Tranne a Londra, per i più. Per i più che vedono solo grigio. Ma il cielo è sempre più blu, anche a Londra. London is drowning-and I live by the river Si balla.Tanto che si balla che non riesco manco a cantare. Neppure a pensare. Un sms: "Mi aspetti?". No, mi scoccia aspettare, e poi si balla. Sembra di fare l’amore in una stanza dalle pareti color carne. su un letto col materasso ad acqua. Si balla. Tanto che si balla non m’accorgo neppure che il mio cazzo t’è entrato dentro. Landing. Brutta cosa aspettare. Aspettare è come non permettere ad una cosa vicina di essere quello che è: una cosa vicina. Le cose vicine sono sempre le più belle, c’è poco da fare. Tutti abbiamo una parte femminile, è vero. La mia è lesbica. |