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Nick: Bardamu
Oggetto: De Magistris:trasferiteci tutt
Data: 4/10/2007 11.26.12
Visite: 586

Appello per la giustizia e la legalità in Calabria.

http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?040407rc






Riporto alcune delle più importanti inchieste condotte da Luigi de Magistris, che il ministro Mastella (anche lui intercettato da De Magistris) vuole cacciare.



Toghe Lucane


Con la sua inchiesta “toghe lucane” ha rimandato al giudizio del plenum l’ex presidente del tribunale di Matera Iside Granese e l’ex sostituto procuratore antimafia Felicia Genovese. Quella di De Magistris è un’inchiesta scomoda. Fatta di intercettazioni e testimonianze che vanno ad inchiodare personaggi illustri e importanti pezzi delle istituzioni. L’inchiesta denuncia la presenza di un comitato d’affari che avrebbe utilizzato finanziamenti dell’Unione europea, milioni di euro convogliati nelle casse di istituti di credito e in conti correnti di aziende e società riportate a imprenditori e a politici.
Una sorta di intreccio fra mafia-politica-magistratura che avrebbe portato ad accordi su scorie radioattive e all’archiviazione di delitti e casi scottanti della Basilicata. Intercettazioni che tirano in ballo personaggi illustri e che spingono la procura di Catanzaro e De Magistris a indagare sulla procura di Matera. Fino a denunciare la presenza di una “talpa” nella commissione antimafia. Il nome non viene fatto, ma è chiaro di chi si tratta.
De Magistris riapre fascicoli impolverati e inquietanti. La morte dei due fidanzatini di Policoro, la scomparsa di Elisa Claps, il duplice omicidio dei coniugi Patrizia Santarsiero e Giuseppe Gianfredi, la morte del trasportatore De Mare. Delitti rimasti senza colpevoli, per garantirsi o restituire un favore. E sono i familiari di queste vittime a sostenere il giovane magistrato di Catanzaro, sono arrivati in corteo con centinaia di cittadini a manifestare contro la relazione degli ispettori e contro la decisione del ministro Mastella che lo vuole fuori da quel tribunale. E anche il ministro della giustizia compare nelle intercettazioni arrivate sulla scrivania di De Magistris.
“Tante le analogie col passato”, ricorda don Marcello Cozzi, coordinatore per la Basilicata dell’associazione Libera. “Nel 2006 sono arrivate le ultime assoluzioni di un’altra inchiesta, quella del processo Turris. Fra gli indagati c’erano magistrati e personaggi eccellenti che non hanno mai subito l’onta del dibattimento. Alcuni vecchi nomi tornano oggi. Le storie sono sempre le stesse”. Un’indagine avviata a metà degli anni ’90, sulla base di testimonianze rese da diversi pentiti. C’era anche una donna Maria Teresa Biasini. Fu lei a parlare di festini a luci rosse con notabili e giudici in una villa a Policoro Lido.
Quell’inchiesta, come ricorda don Marcello Cozzi, si concluse con un nulla di fatto. Impuniti rimasero i mandanti del tentato omicidio al senatore Decio Scardaccione, impuniti gli assassini di Luca e Marirosa…. . Loro, i fidanzatini di Policoro. Che probabilmente sapevano di quei festini. Luigi De Magistris quel duplice omicidio l’ha sfiorato. Fra i suoi indagati c’è anche chi decise di proteggere sotto una coltre di silenzio i responsabili della morte dei due fidanzati di Policoro. Di archiviare. Come negli altri casi, dalla scomparsa di Elisa Claps alla morte di De Mare, ai mandanti del duplice omicidio dei coniugi Patrizia Santarsiero e Giuseppe Gianfredi. Sono morti finite nell’intreccio dei potenti. Omicidi rimasti senza colpevoli.


I fidanzati di Policoro
La notte del 23 marzo 1988 a Policoro, un paese in provincia di Matera, Luca Orioli e Marirosa Andreotta, entrambi di 21 anni, vengono trovati morti e completamente nudi nel bagno della casa di lei, in via Puglia. I funerali si celebrano nel giro di 24 ore, nessuno chiede l’autopsia, nessuno fa indagini. Tutti sembrano aver fretta di chiudere il caso come una disgrazia. Parlano prima di folgorazione, per il cattivo funzionamento di uno scaldabagno. Poi di elettrocuzione, una scarica accidentale di corrente. Eppure dalle foto, anche in quelle agli atti, sono evidenti i lividi sui corpi dei due ragazzi, e ci sarebbe una profonda ed estesa ferita alla base della nuca di Marirosa, una ferita che qualcuno dice di aver visto sanguinare anche durante i funerali. Ma in quel bagno dove i ragazzi vengono ritrovati non ci sono tracce di sangue. Qualcuno ha pulito, lavato. Quando? Una vicina di casa dice di aver visto tutte le luci del primo piano accese, erano le 22.30 circa. Agli atti anche un’altra dichiarazione: “Vidi una panda scura uscire dal cancello della casa di Marirosa”. E c’è W.M., un amico di Luca e Marirosa che ha una panda scura. E’ l’amico degli scherzi… anche pesanti, quello che avrebbe cercato Luca Orioli quella sera… “Erano le 21.30, quando arrivò a casa… cercava Luca”, Olimpia Fuina, la mamma di Luca si dice certa dell’ora, ci racconta che era al telefono con un’amica quando suonò il citofono. Eppure W.M. dichiara ai magistrati di aver cercato Luca un’ora prima, alle 8.30.
“Chiedo una più attenta lettura delle dichiarazioni e delle testimonianze rese nel corso di questi lunghi anni”, continua Olimpia Fuina “non è possibile che le contraddizioni, le tante imprecisioni di certi personaggi siano state ignorate”. Torniamo alla villetta di via Puglia. “Prima di mezzanotte”, dichiara il fotografo Salvatore Cerabona alla trasmissione Chi l’ha visto? , “tre carabinieri guidati dal maresciallo di Montalbano Jonico, Giovanni Pagano, mi accompagnarono alla villetta… avevano le chiavi. Non c’era nessuno, solo i due ragazzi morti che fotografai”. Ma di quelle foto non c’è traccia. Perché la scena del delitto viene fotografata prima della scoperta ufficiale dei corpi? Quella fotografata da Cerabona è la scena reale? E perché il maresciallo ha le chiavi della villetta? Cerabona ha anche detto che c’era una “volante” che li aspettava. La parte “ufficiale” di questa storia inizia con il rientro della mamma di Marirosa, Antonia Giannotti. La donna scopre i corpi dei due ragazzi e chiama aiuto. Fra i primi ad arrivare è don Salvatore De Pizzo, è lui a chiamare i carabinieri. E’ molto vicino alla famiglia di Marirosa, soprattutto durante gli anni di lavoro in Tunisia di Vincenzo Andreotta. Ed è vicino anche a Luca, legato al gruppo dei giovani della parrocchia prima di trasferirsi a Milano, all’Università Cattolica … “aveva già superato 13 esami, voleva diventare avvocato… Mio figlio credeva nella giustizia…”. Olimpia stringe fra le mani un vecchio libretto d’esami. Ma non ha solo questo… C’è una lettera che Marirosa ha scritto a Luca: “…questo non è uno dei periodi più belli della mia vita perché ho dei problemi un po’ gravi e non so proprio come andrà a finire… spero che resterai accanto a me anche quando ti confesserò una piccola parte di me che voglio cancellare per sempre. Vedi, potrei nasconderti benissimo tutto, ma ho piena fiducia in te e voglio che tu di me sappia tutto”. Lettere sincere quelle di Marirosa. Tanto che il parroco, don Salvatore De Pizzo, poche ore dopo i funerali chiede agli amici più stretti di Luca e Marirosa di distruggere tutta la corrispondenza dei due ragazzi in loro possesso. Perché? Lo raggiungiamo nella chiesa del Buon Pastore, la stessa dove vennero celebrati i funerali dei due fidanzatini. Ci dice di aver chiarito tutto con i magistrati di Matera. “Non ho mai voluto depistare, né distruggere materiale utile alle indagini”… Cosa nascondeva Marirosa? Quale segreto voleva confidare a Luca? Chi aveva interesse a uccidere Luca e Marirosa? Nessuna risposta è mai arrivata dalle tre inchieste aperte e archiviate in questi anni. Solo contraddizioni. Una contraddizione lo stesso ruolo dell’avvocato Nicola Buccico, prima legale della famiglia Orioli poi difensore del pm di Matera Vincenzo Autera, denunciato dai genitori di Luca Orioli per come aveva condotto le indagini, a cominciare dalla mancata autopsia sui cadaveri. Procedimento archiviato dal gip del tribunale di Salerno, Enrico D’Auria. Indagini aperte e archiviate anche a Matera. E a Policoro nessuno parla, tutti sembrano aver dimenticato. Spaventati probabilmente dalla raffica di denunce e querele che accompagnano l’inchiesta sul duplice delitto. Nessuno racconta di quell’intercettazione fra una donna, vicina alle famiglie dei due ragazzi, e suo nipote, presunto caro amico di Luca, quella voce dava per certa la presenza di C.L.V. nella villetta di Via Puglia la sera del duplice omicidio. Un uomo d’onore che avrebbe fatto un favore a qualcuno.


“TI FACCIO FARE LA STESSA FINE DI LUCA ORIOLI”
Luca e Marirosa sono stati prima picchiati e poi affogati. L’autopsia eseguita nel 96 ha rivelato la frattura dell’osso ioide di Luca e ha confermato l’ipotesi del duplice omicidio. Eppure in tempi non sospetti, solo qualche mese dopo quel 23 marzo 1988, un ragazzo di Salerno all’epoca molto vicino a Francesca Andreotta (sorella di Marirosa) si sarebbe rifugiato nella caserma dei carabinieri di Policoro chiedendo protezione. Raccontò di essere stato minacciato di morte: “Ti faccio fare la stessa fine di Luca Orioli”. Una minaccia strana: la morte di Luca e Marirosa nell’88 era stata archiviata come disgrazia. Eppure quel ragazzo rimase in caserma ad aspettare l’arrivo del padre. Perché qualcuno lo avrebbe minacciato? Era un amico di Francesca Andreotta, fidanzata all’epoca e oggi sposata con Marco Vitale, amico di Luca e Marirosa, e figlio di Vincenzo Vitale, presidente di Marinagri, un complesso di alberghi e ville dal valore di 200 milioni di euro, costruito su terreno demaniale della città di Policoro e al centro dell’inchiesta “toghe lucane” condotta dal pm Luigi De Magistris di Catanzaro.


Loggia di San Marino

C'era una volta anzi, c'è ancora a Lamezia Terme (CZ) una società che si chiama “Why Not?” che da tempo, praticamente sin dalla sua nascita, presta i suoi lavoratori interinali alla Regione Calabria per servizi che vanno dalla sorveglianza idraulica, alla tutela del patrimonio, alla gestione del personale, di banche dati ed altri servizi informatici; questa società impiega oggi 635 dipendenti e vanta un fatturato di 12 milioni di euro. Certamente gran parte del merito di tale successo è dovuto al fatto che in pratica la Regione, seppur con decine di migliaia di dipendenti, non riesce – per così dire - a gestire neppure il proprio personale, e si affida perciò in outsourcing a “Why Not?”.

E fin qui sembra l'inizio di una storia quasi “normale”, magari una di quelle storie di piccola clientela come tante ce ne sono in Italia, ed invece c'è dell'altro, e “che” altro!


Da “Why Not?” mutua oggi il nome l'inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all'intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall'Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello.


Durante gli interrogatori dei testimoni (anche interni a Why Not) da parte di De Magistris sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell'imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei mesi scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l'inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.
E così le persone indagate sono 19 e provenienti da tutta Italia. Tra queste anche il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l'assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l'assessore regionale all'agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l'ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.


Un bel minestrone di inciuci, in cui sono caduti come  indagati anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l'ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno.


De Magistris indaga sulle frodi fatte alla comunità europea dalla Global Media, società  riconducibile a Lorenzo Cesa.
Il segretario dell’Udc ha commentato così le accuse che gli rivolge la procura di Catanzaro: “Sono amareggiato. Se avessi anche un minimo dubbio sulla correttezza del mio operato professionale, non sarei al mio posto un secondo di più. Avete di fronte una persona con le mani pulite”. Un pentito di mafia, Francesco Campanella, ha dichiarato agli inquirenti che la Global Media, società di comunicazioni fondata da Cesa e ancora riconducibile a lui attraverso la moglie e il figlio, veniva utilizzata per lucrare sui fondi europei a favore del partito.
La Global Media si è occupata dell’organizzazione, oltre che dei congessi Udc, anche degli Internazionali di tennis e dello Smau alla Fiera di Milano e ha avuto molte committenze pubbliche. Per una partecipazione della società nella Digitaleco (gruppo Sipro di Di Gangi) Cesa è inoltre finito nel dicembre 2006 nel mirino dell’Olaf, l’Ufficio antifrode europeo.

 







De Magistris non si ferma e arriva fino al G8 di Genova




Nell’inchiesta della procura di Catanzaro sui presunti comitati d’affari che si spartirebbero finanziamenti pubblici entra pure la gestione del G8 di Genova del 2001. Come è successo? Da mesi il pm calabrese Luigi De Magistris indaga su presunte truffe realizzate a danno dell’Unione europea. E per questo sta passando al setaccio anche i finanziamenti a fondazioni di respiro internazionale come l’Osservatorio del Mediterraneo fondato nel 2004 su input dell’attuale vicecommissario europeo Franco Frattini. Un membro del Cda è l’ambasciatore a riposo Achille Vinci Giacchi che l’11 febbraio scorso è stato ascoltato dal magistrato.

Ecco l’anello di congiunzione con il G8: infatti nel 2001 Vinci Giacchi è stato capo della struttura di missione della Presidenza del consiglio dei ministri che aveva l’incarico di organizzare il summit. Il 6 luglio scorso, la sua assistente dell’epoca, la docente universitaria Isabella De Martini, è stata ascoltata come testimone da De Magistris. La signora, spostando l’attenzione dall’Osservatorio del mediterraneo a Genova, ha raccontato una serie di presunte irregolarità, citando alcuni episodi specifici: in particolare ha rivelato i retroscena delle gare per l’accoglienza dei delegati (prenotazione alberghiera e catering) e per la gestione delle telecomunicazioni del summit. De Martini ha consegnato al pm un esposto denuncia presentato alla procura di Genova nel giugno 2001, prima dell’inizio del G8, dove parla di un’offerta Telecom che sarebbe stata protocollata dopo la chiusura della gara.


L’ex assistente di Vinci Giacchi ha riferito anche alcuni episodi da spy story: per esempio ha consegnato la copia di una lettera scritta su carta intestata della prefettura genovese e indirizzata alla Presidenza del consiglio, in cui veniva screditata. Peccato che quella missiva si sia rivelata successivamente un falso. Non basta. La donna ha detto di aver ricevuto, a seguito delle sue denunce, in una busta della Camera dei deputati una bambolina di cera rossa con uno spillone conficcato nel cuore, di cui ha subito informato la Digos di Roma.


ps.Stasera la puntata di Anno Zero sarà dedicata a De Magistris, in studio Salvatore Borsellino.



link utili:

http://blog.panorama.it/italia/2007/07/20/catanzaro-i-nomi-che-contano-nel-mirino-di-de-magistris/
http://blog.panorama.it/italia/index.php?tag=loggia-di-san-marino
http://www.beppegrillo.it/
http://www.annozero.rai.it/annozero/default.htm
http://www.marcotravaglio.it/
http://www.liberacittadinanza.it/menunew/legnew/demagistris70929



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De Magistris:trasferiteci tutt   4/10/2007 11.26.12 (585 visite)   Bardamu
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