Ormai da anni ci siamo inglesizzati parecchio in termini di vocabolario quotidiano e concetti generali, soprattutto in politica (già per me è alquanto incomprensibile, figuriamoci così, vabbè...
)
Ultimamente è un tripudio di Welfare, soprattutto in virtù dell'ultimo referendum al quale sono stati chiamati a votare 15 milioni tra lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati, co.co.pro e disoccupati in merito all'omonimo protocollo.
Sapendo che il WELFARE allude allo stato sociale e in termini più ristretti allo Stato Assistenziale (?) , ho voluto approfondire un po' il termine con annesso concetto.
Qui un sunto:
Il welfare state (stato di benessere tradotto letteralmente dall'inglese), conosciuto anche come Stato assistenziale o Stato sociale, è un sistema di norme con il quale lo Stato cerca di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti.
Lo Stato sociale è un sistema che si propone di fornire servizi e garantire diritti considerati essenziali per un tenore di vita accettabile:
- Indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o bisogno.
- Assistenza d'invalidità e di vecchiaia.
- Difesa dell'ambiente naturale.
- Accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero).
Questi servizi gravano sui conti pubblici in quanto richiedono ingenti risorse finanziarie, le quali provengono in buona parte dal prelievo fiscale che ha, nei Paesi democratici, un sistema di tassazione progressivo in cui l'imposta cresce al crescere del reddito.
In tutto ciò, non vi sembra alquanto paradossale usare - inflazionandolo per giunta - un termine come WELFARE In Italia dove a tutto si assiste tranne che ad un effettivo programma finalizzato al benessere sociale?
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