Nick: RASTA Oggetto: Le forze dell'ordine(?) Data: 6/6/2004 19.27.16 Visite: 111
Premetto che questo non è un post polemico ma serve a fare chiarezza. E' da tempo che su questo sito leggo sempre più spesso elogi e parole di gratitudine alle forze dell'ordine ma temo che siano fatte solo ed esclusivamente a scopo di proselitismo politico e a volte pure di propaganda politica (mi riferisco alle page con tanto di manifesti elettorali)e purtroppo senza riportare l'altro lato della medaglia (bisogna mostrare sempre il bene e il male per essere veramente democratici). Nonostante io non sia NEMICO delle forze dell'ordine ho deciso per semplice chiarezza riportare alcuni casi in cui i nostri tutori non si sono distinti per rispetto della legge anzi...Faccio questo perchè fin troppe volte ho letto qui sopra generalizzazioni sui "manifestanti di piazza" etichettati come criminali e allora ho pensato: ok allora vediamo quanto invece sono pulite le forze dell'ordine...Buona lettura...E' un copiaincolla: Breve cronistoria di alcuni casi di eccidi, fascisti o di mafia, in cui le "forze dell'ordine" sono presenti o sono coinvolte per depistaggio 1966 27 aprile - Roma Paolo Rossi Durante le elezioni degli organismi rappresentativi universitari i fascisti danno l'assalto alla Facoltà di Lettere e uccidono a botte lo studente socialista Paolo Rossi. La polizia è presente ma rimane passiva. A seguito di questo fatto il rettore dell'ateneo Ugo Papi, accusato di eccessiva tolleranza verso i neofascisti, è indotto alle dimissioni. Il processo si concluderà senza l'individuazione dei responsabili della morte di Rossi. 1969 27 febbraio - Roma Domenico Congedo Manifestazione contro l'arrivo del presidente americano Nixon a Roma. I fascisti, appoggiati dalla polizia, attaccano con razzi la Facoltà di Magistero occupata. Lo studente Domenico Congedo, nel tentativo di scappare, cade da una finestra e muore. La polizia carica gli studenti: decine di feriti, alcuni gravissimi, e trecento arrestati. 1975 16 aprile - Milano Claudio Varalli [www.pernondimenticare.com] In piazza Cavour Antonio Braggion di Avanguardia nazionale uccide con un colpo di revolver Claudio Varalli del Movimento studentesco, che con un gruppo di militanti di sinistra era di ritorno da una manifestazione per il diritto alla casa. Le indagini accertarono rapidamente che il proiettile aveva colto Claudio alla nuca mentre cercava di mettersi in salvo, smentendo la tesi dei fascisti che avevano sostenuto di essere stati vittime di un'aggressione. Alla tragedia si aggiunse la provocazione: vennero infatti fermati una decina di compagni di Claudio alcuni dei quali furono imputati di rissa. Omicidio Claudio Varalli: Contro Braggion viene spiccato un mandato di cattura per "omicidio volontario continuato, in parte consumato (Varalli) in parte tentato (gli altri compagni di Claudio presi di mira), porto d'arma, spari in luogo pubblico". Antonio Braggion resterà latitante fino al 17 dicembre 1978. (continua...) 1977 30 settembre - Roma Walter Rossi digilander.libero.it/asswalterrossi Dei missini aggrediscono verso le ore 19 un militante di sinistra. Un gruppo di suoi compagni risale la strada parallela a quella della sezione missina della Balduina. Lanciano slogan e diffondono volantini per invitare la popolazione a una manifestazione antifascista. I missini sparano. Il gruppo si disperde ma viene colpito al cervello Walter Rossi, militante di Lotta continua, che muore.Ci sono episodi poco chiari negli avvenimenti di quella sera: un blindato della celere che, secondo alcuni testimoni, avanzava a fari spenti e dietro al quale si nascondevano i neofascisti armati... [ si veda quanto riportato nel sito: digilander.libero.it/asswalterrossi/processo.htm Omicidio Walter Rossi: Pur conoscendo da subito i nomi degli assassini tra i quali Giusva Fioravanti e il fratello, all'ultimo processo i giudici li hanno assolti. 1978 18 marzo - Milano Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi faustoeiaio.org/faueiaio.html Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi - Fausto e Jaio - vengono uccisi a revolverate vicino al Centro sociale Leoncavallo da un commando formato da neofascisti e uomini dei servizi segreti. I due giovani erano impegnati nella lotta all'eroina. L'azione viene rivendicata dal gruppo armato fascista "Sergio Ramelli".Dopo pochi mesi viene ucciso in un finto incidente stradale il giornalista de L'Unità Mauro Brutto, che aveva scoperto i retroscena del duplice delitto. (... continua) 8 maggio - Cinisi (PA) Peppino Impastato [www.centroimpastato.it] Peppino Impastato, militante di Democrazia proletaria e protagonista della lotta contro le cosche attraverso i microfoni di radio Aut, viene assassinato dalla mafia. Maggio 1978 - Cinisi: Per l'omicidio di Peppino Impastato, i carabinieri, la polizia e la Digos seguono per prima la pista dell'attentato terroristico. Il 29 maggio, il magistrato incarica i periti medico-legali di accertare le cause della morte di Impastato. Il 30 maggio, il maggiore dei carabinieri Subranni conferma la sua tesi: suicidio compiendo scientemente un attentato terroristico (continua...). (... continua) 16 dicembre 1978 - Milano: per l'omicidio di Claudio Varalli, il Pubblico ministero chiede alla Corte di condannare Antonio Braggion a 16 anni di carcere per il reato di omicidio volontario, negando le attenuanti generiche ma concedendo quella della provocazione e la continuazione dei reati di omicidio e tentato omicidio, detenzione e porto d'arma. Il giorno dopo, Antonio Braggion si costituisce. Per la prima volta dietro le sbarre nella gabbia degli imputati, nascose il viso con sciarpa e occhiali scuri. Sedeva voltando le spalle al pubblico. Non potè più essere interrogato perchè la fase dibattimentale del processo era oramai chiusa. Prese la parola, volontariamente, solo prima che la Corte si ritirasse per emettere la sentenza. Disse: "Mi sono costituito dopo parecchio tempo perchè sia possibile per me avere giustizia. Ho sparato in quanto mi trovavo in uno stato di terrore, non sapevo quello che facevo. Ho saputo in seguito ciò che era successo. Non mi sento assolutamente colpevole e mi appello al sentimento di giustizia di ogni singolo giudice".17 dicembre 1978: Antonio Braggion viene dichiarato colpevole di eccesso colposo in legittima difesa putativa e dei reati continuati di detenzione e porto abusivo di pistola e condannato a 10 anni carcere, di cui 2 condonati. Viene però scarcerato dopo 8 mesi per "ragioni di salute". (continua...) 1980 22 febbraio - Roma Valerio Verbano A Roma, i Nar ("Nuclei Armati Rivoluzionari" - sigla che caratterizza il terrorismo neofascista nella seconda metà degli anni '70 - di cui facevano parte Giuseppe Valerio (detto "Giusva") Fioravanti, Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi, Francesca Mambro) uccidono lo studente Valerio Verbano, 19 anni, appartenente all'area di Autonomia Operaia, nella sua abitazione sotto gli occhi dei genitori: stava raccogliendo materiali sulle attività eversive neofasciste.Le forze di polizia intervengono con estrema violenza nel cimitero del Verano contro gli autonomi che partecipano ai funerali di Valerio Verbano. Un carabiniere riduce in fin di vita Antonio Musarella. 1981 (... continua) 23 marzo - Milano: Omicidio Varalli. Davanti alla Corte d'Assise d'Appello, Antonio Braggion compare a piede libero avendo ottenuto la libertà provvisoria per le precarie condizioni di salute. La Corte dopo tre ore di camera di consiglio emette la sentenza: Antonio Braggion viene ritenuto colpevole di eccesso colposo di legittima difesa putativa e di detenzione di armi, come in primo grado, ma in virtù della concessione delle attenuanti generiche la condanna scende a sei anni e 200.000 lire di multa. Antonio Braggion non era presente alla lettura del verdetto. (continua...) 1982 (... continua) 26 ottobre: Per l'omicidio Varalli, la Corte di Cassazione dichiara prescritto il reato di eccesso colposo di legittima difesa. La condanna a 3 anni per la detenzione illegale della pistola usata per uccidere Claudio Varalli viene interamente coperta dal condono. Antonio Braggion è definitivamente libero. Oggi è avvocato. 1984 (... continua) Maggio: Per l'omicidio di Peppino Impastato, grazie a una lunga battaglia della madre, del fratello e del Centro Impastato, si arriva ad un'ordinanza-sentenza istruttoria, predisposta dal consigliere istruttore Rocco Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983, e completata e firmata dal suo successore Antonino Caponnetto, nella quale si riconosce che Peppino Impastato è stato ucciso dalla mafia, per il suo impegno di denuncia e di lotta, ma che non si possono individuare i responsabili del delitto. (continua...) 1988 (... continua) Gennaio: Riapre l'inchiesta sul delitto Impastato. Il giudice istruttore Giovanni Falcone si reca negli Stati Uniti per interrogare Gaetano Badalamenti. (continua...) 1990 (... continua) Luglio: Delitto Impastato. Il ministro dell'Interno Antonio Gava rispondendo, con due anni di ritardo, a un'interrogazione dell'allora deputato di Democrazia proletaria Guido Pollice, sostiene che non risulta che Impastato sia stato ucciso dalla mafia e che pertanto non spetta ai familiari l'indennizzo previsto per le vittime di mafia. (continua...) 1992 (... continua) 27 febbraio: Delitto Impastato Il sostituto procuratore De Francisci archivia l'inchiesta. Si esclude la responsabilità di Badalamenti e si ipotizza quella dei corleonesi, avversari di Badalamenti. (continua...) 1996 (... continua) Marzo: la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. In giugno, in seguito alle dichiarazioni di Salvatore Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. (continua...) 1997 (... continua) 27 maggio: Delitto Impastato. I sostituti procuratori De Francisci, De Luca, Imbergamo e il procuratore aggiunto Lo Forte chiedono l'applicazione della custodia cautelare per Gaetano Badalamenti e gli arresti domiciliari per Vito Palazzolo, indicati come responsabili del delitto Impastato.In novembre, il gip del Tribunale di Palermo Renato Grillo emette un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Gaetano Badalamenti come mandante del delitto Impastato. (continua...) 1999 (... continua) 10 marzo: Delitto Impastato. Prima udienza del processo contro Vito Palazzolo. Vengono ammessi come parti civili i familiari, il Centro Impastato, l'Ordine dei giornalisti, il comune di Cinisi, Rifondazione comunista. (continua...) 2000 (... continua) 6 dicembre: La Commissione parlamentare antimafia approva all'unanimità la relazione sul "caso Impastato", presentata dal relatore senatore Giovanni Russo Spena, in cui si riconoscono le responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini sul delitto Impastato. (continua...) (... continua) 6 dicembre - Milano: Per l'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi, il Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo mette la parola fine a un'inchiesta iniziata poche ore dopo il 18 marzo 1978. La conclusione della Forleo è la seguente: "Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura "de relato" delle pur rilevanti dichiarazioni". ["FAUSTO E IAIO - La speranza muore a 18 anni" di Daniele Biacchessi] 2002 (... continua) 11 aprile - Palermo: Alle ore 17,15 la Corte d'assise legge il dispositivo della sentenza che condanna Gaetano Badalamenti alla pena dell'ergastolo come mandante dell'assassinio di Peppino Impastato. 2003 16 marzo - Milano Davide Cesare 26 anni. Davide Cesare, un giovane dei centri sociali milanesi, è stato accoltellato a morte lunedì notte a Milano. Altri due sono stati gravemente feriti. "Sono stati due naziskin, sono arrivati, hanno colpito e sono fuggiti" accusano i suoi compagni che parlano anche di una vera e propria caccia all'uomo di polizia e carabinieri nei loro confronti dopo che i feriti erano stati ricoverati all'ospedale. Col passare delle ore e mentre si raccolgono le testimonianze, la dinamica dei fatti appare più chiara. L'aggressione si svolge al "Tipotà". All'angolo tra via Brioschi e via Zamenhof, a Milano, è un luogo di ritrovo abituale di giovani dell'area antagonista, attorno alla mezzanotte. Qui, all'improvviso, appare una squadraccia di naziskin. Naziskin che - sembra - la notte precedente erano stati affrontati mentre affiggevano i loro manifesti, inneggianti al razzismo. Al "Tipotà" spuntano dei coltelli, e tre giovani restano a terra in un lago di sangue. Davide Cesare viene caricato su di un'ambulanza, ma muore durante il trasporto. Gli altri due sono stati sottoposti ad intervento chirurgico nella notte. Sono entrambi fuori pericolo. Scoppiano anche degli scontri dentro e attorno all'ospedale dov'è morto Davide Cesare. Anche qui solo con passare delle ore si riesce a ricostruire esattamente quel che è accaduto. La polizia ha aggredito, senza motivo, i ragazzi dell'area antagonista, arrivando a minacciare addirittura i genitori del ragazzo ucciso. Durante una conferenza stampa organizzata al centro sociale Orso, "Officina della resistenza sociale contro il fascismo", frequentato dal ragazzo ucciso, i rappresentanti hanno dichiarato che polizia e carabinieri "hanno messo in atto una vera e propria caccia all' uomo sullo stile di Genova picchiando selvaggiamente e senza motivo". Nel pronto soccorso un vetro è andato in frantumi mentre una grande macchia di sangue è stata in parte coperta con i giornali. C'è da dire comunque che la questura ha smentito nettamente questa ricostruzione dei fatti. Otto sono gli agenti rimasti feriti, così come otto sono quelli rimasti feriti tra i ragazzi del centro sociale, due dei quali sono stati trattenuti in osservazione nello stesso ospedale dove vi sono evidenti tracce degli scontri. Un portavoce dell'area antagonista ha ribadito che "l'omicidio è opera di estremisti di destra" e che "l'aggressione è stata breve e mirata da parte di un gruppo di fascisti". Sugli scontri accaduti in nottata tra le forze dell'ordine e i militanti dei centri sociali dentro e fuori l'Ospedale San Paolo, i giovani sostengono che "i carabinieri hanno utilizzato mazze da baseball, non oggetti che somigliavano a mazze da baseball, ma vere e proprie mazze da baseball" e che "poliziotti e carabinieri hanno picchiato selvaggiamente dei ragazzi seduti, alcuni dei quali ammanettati". "Altre persone sono state calpestate mentre erano a terra - è stato aggiunto - altri hanno subito fratture ai denti superiori e inferiori, altri urinano sangue per le botte ricevute e hanno riportato contusioni e gravi lesioni in varie parti del corpo". I militanti hanno inoltre affermato che ci sono medici e infermieri pronti a testimoniare su quanto accaduto. Il consigliere milanese di Rifondazione Comunista Daniele Farina ha parlato di "spropositato e ingiustificato utilizzo delle forze dell'ordine visto il luogo e la situazione". Sull'operato delle forze dell'ordine e sul comportamento del questore è stata chiesta un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno, dal capogruppo di Rifondazione comunista al Senato, Gigi Malabarba, secondo il quale ci sarebbe stato "uno spropositato dispiegamento di forze dell'ordine che, specie dopo la notizia della morte di Davide Cesare, invece di presidiare l'ospedale con discrezione, si sono scagliate contro i giovani, aggredendo anche con mazze persino chi si stava facendo medicare al pronto soccorso". Secondo l'esponente del Prc, se il questore fosse "responsabile di un intervento così grave e così fuori luogo, dovrebbe essere immediatamente allontanato dal suo incarico". "Vorrei sbagliarmi- ha commentato Malabarba- ma ho l'impressione che si sia attuata un'operazione di "pulizia" e di "vendetta" nei confronti di aree antagoniste con metodi già visti all'opera alla Diaz di Genova".
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