Voleva togliersi la vita il minorenne che era alla guida della moto che ha travolto e ucciso il piccolo Renzo Giacomella a Bormio. Per giorni il giovane ha nascosto a tutti il terribile segreto confessandolo soltanto alla sua fidanzata e annunciandole anche il proposito di farla finita. Ora è in carcere con un altro giovane, Luca Martinelli di 18 anni, che era con lui sulla moto. Nessun perdono dalla famiglia della vittima.
"Volevo perdonarli. Ma dopo quello che hanno detto non lo farò". Questo il lapidario commento di Nicoletta Giacomella, la mamma della vittima. Nei giorni scorsi la donna aveva annunciato che avrebbe perdonato i responsabili se si fossero costituiti. Ma i due giovani arrestati hanno continuato a dire di non avere visto il bimbo e di non essersi accorti dell'incidente. Circostanza decisamente negata dalla donna che era presente e ha affermato di avere visto la moto rallentare dopo l'impatto e uno dei due girarsi per vedere che cos'era accaduto.
Fino al momento dell'arresto i due giovani avevano mantenuto freddezza ed un certo distacco. Un solo cedimento: avere raccontato tutto alle rispettive fidanzatine. Il più giovane, il 16enne che era alla guida della moto, avrebbe anche detto alla fidanzata di volersi togliere la vita. Ma nonostante la confessione fatta in gran segreto non avrebbe pensato di andare a costituirsi. Stessa cosa per Luca Martinelli, il 18enne, che ha detto tutto alla fidanzata senza però andare dai carabinieri.
Per gli inquirenti la posizione delle due ragazze non sarebbe rilevante dal punto di vista giudiziario. Ma appare evidente che nemmeno la confessione dei due alle fidanzatine potrà alleggerire la posizione dei pirati. I due hanno evitato di rivedersi dopo l'incidente, chiamandosi al telefonino solo una volta. Conversazione nella quale i due si chiedono: "Dici che siamo stati noi a uccidere il bambino?".
E ora a Bormio e dintorni in molti si interrogano sui motivi di una tale freddezza e indifferenza. Il 18enne è uno studente modello all'istituto tecnico, con una particolare predilezione per la matematica. Il più giovane invece aveva da poco chiuso con la scuola ma era subito andato a lavorare come muratore. Due ragazzi normali, come tanti.
TENTò IL SUICIDO?
TUTTA NA MESSA IN SCENA PER SCAMPARSI LA GALERA,NO?
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo383227.shtml
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