– Due clan in una situazione di calma apparente, a spartirsi un giro d’affari quantificabile in alcuni milioni di euro annuali. Sono i Leone ed i Puccinelli, alleati fino ad una manciata di giorni fa. Il territorio ambito è invece quello del Rione Traiano, una delle principali piazze di spaccio della città. Sicuramente la più importante della zona Flegrea.  Fin quando i delicatissimi equilibri che tenevano in piedi gli accorti hanno cominciato a sbriciolarsi. Così si sono ritrovati da un lato gli “ex Puccinelli,”, i Perrella-Cutolo di “Borotalco”, dall’altro gli uomini di Davide Leone che, secondo gli inquirenti appoggiati dai maranesi, stanno tentando l’escalation per ottenere il predominio nella zona. A suon di piombo. Sarebbe questo il motivo che avrebbe portato alla sequela di agguati ed omicidi, che con il passare dei giorni sembrano delineare l’esistenza di una nuova faida. Sulla “goccia che ha fatto traboccare il vaso” le ipotesi sono diverse, ovviamente tutte da confermare. Si parte dalle voci di corridoio, poco più che leggende metropolitane. Un desiderio di espansione che ha trovato terra fertile nella contesa di una piazza di spaccio più redditizia oppure, addirittura, una lite nata per futili motivi che pian piano ha assunto i toni di quella che sembra essere la preparazione ad una guerriglia. Ma forse i veri motivi sono da cercare altrove, nella “spinta” che ha fatto crollare il castello di carte sul quale si basava l’alleanza. Il primo sintomo del crollo degli accordi, forse la scintilla che ha dato il via al tutto, è stato l’omicidio di “ ‘o muorto”, avvenuto circa cinque mesi fa a Soccavo. L’uomo, già obiettivo di un agguato, è stato raggiunto dai sicari a pochi metri dall’abitazione e freddato con numerosi colpi d’arma da fuoco. Secondo indiscrezioni sarebbe stato lui che, in buoni rapporti con i Leone e con i Puccinelli, avrebbe svolto fino a quel momento il ruolo di paciere tra le due fazioni, di mediatore per la spartizione di quel potere che faceva troppo gola. Con la sua morte gli equilibri hanno cominciato ad incrinarsi. Il colpo di grazia sarebbe arrivato con l’omicidio Iavarone, il venticinque settembre scorso. Mario Iavarone, suocero di Davide Leone e cognato di Cutolo, è stato raggiunto dal commando di assassini in piazza Crispi a Mugnano. Lo hanno finito con un agguato rapido e preciso, compiuto con pistole semiautomatiche. Da quel momento, ipotizzano gli inquirenti, la guerra si è potuta dire cominciata. Venendo a mancare due importantissime figure di mediazione non c’era più motivo perché i due clan, entrambi desiderosi di mettere le mani sull’intero affare del narcotraffico, continuassero a convivere, in una pace in equilibrio precario come un gigante con i piedi di argilla. Sulla scacchiera criminale della zona di Soccavo si stava per affacciare un nuovo progetto, che avrebbe visto la sua realizzazione con mosse scandite a colpi di arma da fuoco. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di una faida anomala, nella quale soltanto il gruppo desideroso di emergere avrebbe fatto i primi passi. Gli ultimi fatti di sangue sarebbero infatti tutti ricollegabili al clan dei Leone contro i Puccinelli. Ma forse, dall’altro lato, l’intenzione non è quella di restare a guardare.