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Nick: mir
Oggetto: metti un cimitero a Helsinki
Data: 19/10/2007 22.44.0
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M'ero messo in testa di farmi il giro della città in mezza giornata.
E ce la stavo facendo.
Solo che un piccolo osso a lato del piede stava per decidere di rompersi e io non lo sapevo ancora.
Più o meno tutto ciò che c'è da vedere nella capitale finlandese è in due lunghe strade.
Stavo tornando lungo la seconda, quella che mi riportava al centro, quando vengo attirato da un bel parco.
Per tutto il tragitto cercavo di pensare come fosse questo posto con la neve, il ghiaccio e i meno 30 dell'inverno.
Ma non ci riuscivo.
Il vento tiepido di giugno mi portava sempre solo quella bella inquadratura da inizio estate.
Poi entrai nel parco.
Una bella atmosfera, coi i raggi del sole filtrati attraverso gli alti alberi secolari. I vialetti puliti e i cestini per le cartacce dove ti aspetti che siano.
L'Italia e Napoli lontani anni luce.
Quando vidi una pietra lucida luccicare al sole.
Ma non era una pietra qualsiasi e il parco non era un luogo qualsiasi.
Quella era una lapide e quello era un cimitero.
Abituato al cimitero di Poggioreale, dove una volta avevo portato mia nonna, lì ero, quantomeno, disorientato.
A Napoli il cimitero è un posto circondato da mura per difendersi da fuori, qui ero entrato come se fossi entrato in un parco pubblico.
Lì c'erano tombe e mausolei, alti e sfarzosi, come anche piccoli e umili loculi ma sempre con la loro chiara connotazione.
Tutto lì ti dice sei in un camposanto.
Mia nonna cremata, a Bologna perchè la camorra a Napoli non vuole, e messa in un'urna viene tumulata in una cappella che mi dicono essere di famiglia.
Un posto di marmo e cemento. In mezzo a tanti altri.
Per carità, le mie ceneri a mare. O dal monte che ho detto ai miei migliori amici.
A Helsinki le tombe sono pulite e ordinate e così integrate nel verde che fatichi quasi a pensare che possano contenere le spoglie mortali di qualcuno.
E poi ci sono cristiani ortodossi, con la loro croce con la doppia linea orizzontale, e i musulmani, senza croce, ma a fianco del cattolico e del luterano e dell'ebreo.
Totò diceva che la morte è una livella, mette tutti sullo stesso piano.
E così è.
E se ti trovi a far visita ai defunti senza dover aspettare il giorno consacrato, qui col traffico, i parcheggiatori e le piccole camorre, tanto meglio.
Dopo il passaggio per il parco-cimitero un piccolo osso fece crack! ed io, zoppicante, mi ubriacai in un bar di una barista tettona e con un'amica che adesso gira per il mondo senza sentire il bisogno di dirmi niente.
Vabbè.
Salute a te Akhim, Johan e David.
