Nick: Buendia Oggetto: le parole tra noi leggere Data: 26/10/2007 23.0.2 Visite: 203
sto finendo di leggere un libro che ho comprato 5 anni fa, ma questo non conta. oppure sì, ma in senso del tutto relativo. ero in vena di leggere scrittura femminile e non per femminilismo. era tramontato il periodo allende e conservavo la memoria di una traccia di antologia delle scuole medie. uscii dalla libreria evaluna con due volumi piccoli e densi di scrittura: uno era di simone de beauvoire, che spero di rivalutare nel tempo, l'altro di lalla romano. mi colpì il titolo di questo libro: le parole tra noi leggere. e riecheggiava nella mente una pagina bianca di età innocente dove leggere mi era noioso e d'obbligo. ora questo libro l'ho quasi finito, all'inizio sapeva molto di amaro, di surreale e autocompiaciuto. e invece lo sto amando, mi accorgo che ne sto centellinando le pagine perché devo lasciarlo. quindi, inconsciamente o meno, riprendo a leggerlo da qualche pagina prima rispetto al punto in cui mi sono addormentata; e mi addormento sempre più tardi. questo libro è per la critica l'opera meglio riuscita di lalla romano e ho letto che vinse il premio strega quando la letteratura in italia era una cosa che non faceva business ma arricchiva il dentro. eppure è un libro estetico. è come un pezzo di pane molto sostanzioso affondato nel brodo di un trentennio e tirato su carico di succo. lalla romano è una madre nel senso più astratto del termine e nel libro scatta centinaia di istantanee al figlio piero. un figlio che non smette di essere figlio. è un libro commovente che non racconta nessuna storia e silenziosamente se ne scende nei luoghi familiari di chi è stato figlio e sempre tale resta anche da genitore. il titolo è preso in prestito da una poesia di montale: ...le parole / tra noi leggere cadono ti guardo/ in un molle riverbero... ah, voto, voto, voto... ***** (5 stelle)  |