Nick: BOYinMx5 Oggetto: re:La Terza Madre(dario a Data: 2/11/2007 21.13.15 Visite: 66
da Il Corriere = http://www.corriere.it/cinema/mereghetti/07_novembre_02/mereghetti_laterzamadre.shtml Crudeltà estreme e attori dilettanti Argento fa rimpiangere i suoi horror Si chiude la trilogia iniziata con «Suspiria» e «Inferno»: una forza oscura si impadronisce di Roma e scatena stupri e omicidi Se è vero, come dice la Bibbia, che le colpe dei padri ricadranno sui figli fino alla settima generazione, nel mondo del cinema horror anche con le colpe delle madri è meglio non scherzare. Per lo meno non lo può fare Sarah Mandy (Asia Argento) che da specializzanda in restauro e archeologia al Museo di arte antica di Roma si trova catapultata in un incubo fatto di gole sgozzate e corpi devastati proprio «per colpa» della madre Elisa (Daria Nicolodi, anche nella realtà madre di Asia), morta apparentemente in un incidente anni prima ma in realtà uccisa da una strega malefica. Era, quello della lotta degli umani contro le streghe, lo spunto intorno a cui girava Suspiria (1977), che poi proseguiva in Inferno (1980) e che adesso arriva a compimento con La terza madre, presentato in edizione integrale al Festival di Toronto e in versione «V.M. 14» alla festa di Roma e ora nei cinema italiani. La notazione non sembrerebbe ininfluente perché il director's cut, almeno a sentire Giulia D'Agnolo Vallan su Ciak, è «più urgentemente brutale», capace di condensarsi in «una febbre di follia che spazza il mondo» e in «un delirio collettivo di distruzione che fa pensare a Howard Philips Lovecraft». Peccato, perché non potendo fare il confronto ci dobbiamo attenere alla versione «purgata» per il mercato nazionale, dove però le invenzioni del regista sembrano molto meno ficcanti e convincenti. O per lo meno così appaiono a chi scrive, soprattutto dopo la «svolta» che ha portato Argento dal thriller all'horror. La terza madre inizia con il ritrovamento, all'esterno del cimitero di Viterbo, di una misteriosa cassetta ottocentesca: dentro c'è qualcosa di talmente terribile che lo scopritore decide di mandarla al Museo di arte antica di Roma dove il suo direttore, Michael Pierce (Adam James), dovrebbe essere in grado di decifrarne importanza e pericolosità. Sfortunatamente la sua vice dissigilla la cassetta senza aspettare il ritorno di Pierce e in questo modo libera una serie di forze maligne che cominciano a «impossessarsi» della volontà degli abitanti di Roma per trasformarli in assassini, stupratori e criminali di vario tipo. Sarah Mandy, fuggita per caso alla stessa sorte della sua vicedirettrice e sospettata dalla polizia di essere un mitomane visionaria per via di una ricostruzione dei fatti decisamente inconsueta (l'assassinio sarebbe stato compiuto da strane «scimmie» di varie dimensioni, lei stessa sarebbe stata inseguita da una di queste e si sarebbe salvata perché una porta chiusa a chiave si sarebbe aperta «miracolosamente » il tempo necessario a farla scappare), fatica a prendere coscienza del suo ruolo centrale in questa storia e della ragione per cui sembrerebbe dotata di strani poteri. Lo scoprirà grazie a una strana sensitiva- lesbica (Valeria Cavalli) e poi alle rivelazioni di un alchimista paraplegico (Philippe Leroy): sua madre, Elisa Mandy, era una potente strega «bianca» uccisa in Germania da una delle tre madri-streghe che si nascondevano nel nostro mondo, la mater suspiriorum che aveva la sua base operativa nella Foresta nera presso Friburgo (vedi Suspiria), sorelle in malefici di mater tenebrarum attiva a New York (vedi Inferno) e di mater lachrymarum, nascosta in un palazzo di Roma e tornata a essere attiva e potente proprio grazie alla tunica ritrovata nella cassetta di Viterbo e trafugata dal Museo. Naturalmente streghe di varia foggia e aggressività danno la caccia a Sarah per paura che i poteri ereditati dalla madre possano intralciare la conquista della città eterna da parte delle orde della mater lachrymarum. La storia, dichiaratamente fantastica e scritta da Dario Argento con la collaborazione di Jace Anderson e Adam Gierasch (già collaboratori di Tobe Hooper) oltre che di Walter Fasano e Simona Simonetti, chiede allo spettatore di sospendere la credibilità per lasciarsi andare al fascino (e al piacere) dei colpi di scena più o meno sanguinolenti. Questa operazione fatica però a prendere il via per due motivi sostanziali: l'inadeguato livello immaginifico delle scene e il dispregio totale di qualsiasi professionismo recitativo. Oltre che per lo scarso livello del gore, fermo ai «soliti» sgozzamenti e accecamenti. Se in passato Argento era stato capace di creare almeno visivamente dei mondi coerenti e credibili, qui la storia procede per accumuli slegati tra di loro (la schiera di indemoniati- zombi di padre Joannes — un cameo di Udo Kier — o le streghe punk che arrivano a Roma in aereo, la gratuita parentesi lesbica di Valeria Cavalli o l'improvvisa esplosione di aggressività del vagabondo interpretato da Massimo Sarchielli) e le scene più slasher sembrano filmate per un manuale di fantasie patinate e non per destabilizzare le certezze rassicuranti dello spettatore (vedi il campionario di «perversità » che Sarah scopre prima del sabba). Certo, che la città del Papa debba essere «salvata» dalla trasgressiva Asia Argento è un paradosso che poteva prestarsi a ben più ironici svolgimenti, ma dopo l'episodio della madre che getta il figlio del Tevere, Argento mette un freno alle idee e si limiti a «autocitarsi» (l'inquadratura elicoidale delle scale come Nell'uccello dalle piume di cristallo, i liquami come in Phenomena), come a suggerire ai suoi cultori di essere tornato quello di una volta. Il che non sembra. Tristemente prevedibile, invece, il dilettantismo degli attori (con una citazione d'obbligo per le nudità di una inutilmente scalmanata Moran Atias), in mezzo ai quali la povera Asia Argento stenta a trovare un interlocutore capace di offrirle una battuta come Strasberg comanda. |