Nick: SanGennaro Oggetto: ecco come fanno! Data: 6/11/2007 17.51.35 Visite: 195
ODISSEA BIGLIETTI L'inefficienza del circuito favorisce la compravendita illegale e alimenta un mercato ricco e fiorente, capace di produrre reddito per decine di nuclei familiari. E la denuncia di un rivenditore scoperchia il "vaso di Pandora": esiste una connivenza tra una parte dei punti vendita del circuito e i bagarini. Ed è così che allo stadio "entrano" anche...Clinton e Bin Laden. di Gianluca Gifuni "Curva, curva, chi adda fa ‘a curva, chi adda fa ‘o distinto. Biglietti, compro biglietti". Sono le urla di battaglia dei bagarini napoletani, nelle ore che precedono la partita. Succede solo a Napoli. Le nuove leggi, in materia di sicurezza negli stadi di calcio, hanno pressoché soppresso la piaga del bagarinaggio, tranne che attorno allo stadio San Paolo, dove la compravendita illegale di tagliandi resta un mercato ricco e fiorente, capace di produrre reddito per decine di interi nuclei familiari. "Non è vero che il bagarinaggio esiste solo a Napoli, c’è in molte città italiane, anche se è in netto calo". Il responsabile commerciale dei servizi biglietteria della Lottomatica, Amedeo Bardelli, pur precisando che il fenomeno non è esclusivo, è costretto ad ammettere che la realtà partenopea resta in prima linea in Italia per numero e attività dei bagarini. Il circuito di distribuzione dei biglietti per le partite di calcio del Napoli, affidato alla Lottomatica e gestito dal club di De Laurentiis anche direttamente, attraverso le vendite al botteghino, non brilla certo per particolare efficienza. E’ la gente che lo dice, lamentandosi sovente per i disservizi incontrati all’atto dell’acquisto. Difficoltà di reperire i tagliandi e file interminabili, molte volte rendono inevitabile rivolgersi al bagarino. Il rappresentante della Lottomatica non è sulla stessa lunghezza d’onda: "Il sistema distributivo del Napoli è pienamente conforme agli standards qualitativi nazionali. Noi, oltre al club azzurro, gestiamo mezza serie A: Juventus, Genoa, Sampdoria, Fiorentina, Roma, Lazio, Atalanta e Catania. Mai nessuno si è lamentato del modo in cui è organizzato il nostro circuito, anzi è stato sempre preso come esempio. Insomma va tutto bene". D’accordo. Allora perché spesso e volentieri la gente è costretta a comprare i biglietti dai bagarini, pagando anche il triplo rispetto al prezzo originario del tagliando? La pratica del bagarinaggio è il vero cancro del sistema di distribuzione del Napoli. Il club, in virtù del circuito Lis Ticket, è in grado di vendere i tagliandi attraverso le sessantuno rivendite autorizzate, al botteghino dello stadio e via telematica o call center, con pagamento in carta di credito, bonifico bancario o versamento postale. Procedure all’avanguardia, non c’è dubbio, tuttavia molta gente denuncia inefficienze. L’elemento di distorsione è legato proprio all’attività dei bagarini. Vediamo perché, con l’aiuto di un rivenditore che conosce perfettamente i meccanismi perversi, che si innescano dal momento in cui parte la vendita dei biglietti per una gara. "Oggi per un bagarino è facilissimo reperire tagliandi – l’ammissione è di Edoardo De Bury, titolare dell’Azzurro Service, la più antica e famosa rivendita napoletana – spingere i parenti a fare la fila, muniti di regolari documenti di amici e conoscenti, non basta più. In questo modo al massimo si riescono ad accumulare cinquanta biglietti. Oggi ogni bagarino ne vende centinaia. Come fa ad averli? Semplice – confessa De Bury – approfitta della connivenza di una parte dei punti vendita del circuito Lottomatica. Alcuni tabaccai o rivenditori, per i quali risulta sconveniente e fastidioso vendere i tagliandi durante la giornata lavorativa, comunicano ai clienti che i biglietti sono terminati, oppure che è finita la carta per stamparli. Nel frattempo, d’accordo con un bagarino, stampano tutti i biglietti che possono durante la notte, in orario di chiusura, per poi venderglieli in blocco al prezzo maggiorato di tre, cinque euro per tagliando". E’ una notevole fonte di guadagno per il rivenditore, che in questo modo intasca dai tre ai cinque mila euro in un solo giorno, senza affaticarsi più di tanto. E pensare che vendendo regolarmente i biglietti gli verrebbe riconosciuto un ‘misero’ compenso lordo, variabile tra i 36 centesimi (curva) ed 1 euro e 20 (tribuna). La rivelazione spiegherebbe il perché dell’improvviso volatilizzarsi dei biglietti nel giro di poche ore (il ritmo lento delle procedure prevede che non possano terminare prima di tre giorni lavorativi) e dell’elevato numero di tagliandi in mano ai bagarini. I rivenditori cui si riferisce De Bury, riescono a stampare fino a mille tagliandi a testa, solo perché non rispettano le normali procedure di vendita. "Che impongono di esibire un documento originale da parte dell’acquirente, il quale ha la facoltà di acquistare fino ad un massimo di quattro biglietti, mostrando altrettanti documenti originali. Così recita la legge, ma non tutti la applicano. Io ho quattro stampanti per l’emissione di biglietti – spiega ancora il titolare dell’Azzurro Service, rivendita speciale del circuito Lottomatica – e riesco a stamparne al massimo mille al giorno, chiedendo i documenti a tutti. Coma fa un rivenditore ordinario, che ha una sola stampante, per di più meno veloce delle mie, ad emettere in poco tempo quasi mille tagliandi? Può farlo solo se inventa i nomi degli acquirenti e li stampa quando non ha nient’altro da fare, cioè durante la notte. Del resto – aggiunge – è sufficiente dare un’occhiata all’orario di emissione che c’è sui biglietti dei bagarini: nella maggiore parte dei casi va dalle 21 alle 4 del mattino dopo". La denuncia di De Bury è circostanziata, tuttavia deve essere valutata con accuratezza e cautela, poiché non è sostenuta da prove schiaccianti. Ad ogni modo, il caos bagarini raggiunge l’apice alla vigilia di incontri di cartello. In qualche circostanza, come per esempio prima dell’ultimo Napoli- Juventus, i biglietti in mano al mercato illegale sarebbero stati più di diecimila, un terzo dell’intero pacchetto messo in vendita, con un guadagno netto di circa cinquecentomila euro. Le stime parlano di introiti stagionali superiori ai sette milioni di euro per i bagarini napoletani: cifre ragguardevoli, che contribuiscono al sostentamento di più di cento famiglie. Tornando al discorso di De Bury, è effettivamente accertato che un qualsiasi rivenditore del circuito Lottomatica non riuscirebbe ad emettere, in condizioni normali, più di trecento, al massimo trecentocinquanta biglietti alla settimana. Come fa a stamparne mille? "Qualche rivendita addirittura trattiene le fotocopie dei documenti per non essere costretta, la volta successiva, a lavorare di fantasia con i nominativi. E così succede che tal dei tali, non riesce ad acquistare il biglietto nella mia rivendita, perché quando vado ad inserire il suo nome, il terminale mi dice che quello stesso signore ha già comprato un biglietto presso un altro rivenditore anche se non è vero. Ad ogni modo, ci tengo a precisare che la maggior parte delle rivendite della Lottomatica lavora correttamente e nel rispetto di leggi e procedure. Una percentuale di tagliandi che finiscono in mano ai bagarini, tra il 5 e il 10 per cento per intenderci, è fisiologica, succede anche a me. Fin qui va tutto bene. Andare oltre, però, è scorretto e chi lo fa merita di essere escluso dal circuito di vendita".
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